"Poteva sembrare stronza, menefreghista o cattiva, ma era semplicemente stanca di essere distrutta dalle persone"
-Cit.
**
«Ti è piaciuto questo pomeriggio insieme?» Mattia mi domanda mentre stiamo appoggiati ad un palo, aspettando il treno. «Molto, a te?» questa volta non mento.
«Anche. Che fai stasera?»
«Esco con i miei a cena e tu?»
«Niente di che»
Quando il treno passa, saliamo e restiamo in piedi appoggiati a una delle pareti.
«Devo scendere alla fermata prima della tua oggi»
«Perché?» gli domando curiosa. «Stasera sto da mio padre»
«I tuoi sono separati?»
«Si» e lo dice come se per lui fosse una cosa normalissima, non vedo quella tristezza negli occhi di chi soffre. Lo vedo sereno, forse si sono separati quando lui era piccolo.
Qualche secondo prima che si aprano le porte della sua fermata lui alza lo sguardo dal pavimento a me, e mi sorride. Prima un sorriso piccolo, furbo ma poi si apre in un sorriso radioso. «Devo scendere qui» e non lo dice in un tono allegro come mi aspettavo. Lo dice con un tono malinconico, triste.
So che vuole un abbraccio, un contatto, un qualunque cosa, così racimolo tutte le mie forze e gli metto una mano sul braccio e muovo le dita. «A domani» gli sorrido. «A domani» questa volta il suo tono non è malinconico, ma quasi...felice?
Quando scende e rimango da sola sul treno, mi appoggio al palo centrale e guardo fuori dal finestrino. Di solito, quando sono da sola sul treno tutta la mia tristezza ritorna a galla ma questa volta la sento poco. La sto controllando. Sto pensando a Mattia e a cosa abbiamo fatto oggi. Sto pensando al suo sorriso e che finalmente sono riuscita a dargli almeno parte di quello che voleva.
Quando torno a casa mi fiondo subito in camera e mi metto i jeans blu. Ci abbino sopra una camicia rossa e blu con sopra il giacchetto di jeans che sta bene dappertutto. Lascio le Vans ai miei piedi e mi dirigo in salotto.
«Sono pronta!» esulto allargando le braccia.
«Allora possiamo andare»
In macchina non metto le cuffiette e non mi isolo. Parlo con mamma e papà delle cose divertenti che sono successe a scuola o di cose stupide. Papà è molto entusiasta come mamma e io sono felice.
«Ma questo è Il Barcone!» esulto non appena vedo l'insegna. «Si, si è proprio questo»
«Da quanto tempo non ci venivamo» Il Barcone è un ristorante al quale andavamo spesso quando eravamo più piccoli. Sapevo che aveva chiuso ma ora ha riaperto. Le cose dentro non sono proprio come me le ricordavo, sono cambiate molte cose però le persone che ci lavorano sono le stesse di sempre tranne una ragazza bionda che non ho mai visto.
Quando entro, mi fermo un attimo sulla soglia della porta e do un'occhiata in giro. È cambiato si, ma non così tanto. Riesco a sentire ancora quell'odore famigliare. Ci andiamo a sedere in un tavolo vicino a una finestra che affaccia sul giardino. Chissà se ci sono ancora quelle altalene mezze rotte, penso e mi affaccio per vedere. È buio quindi non riesco a vedere se ci sono o no. Riesco solo a vedere che c'è uno scivolo che anche anni fa c'era. Mi spunta un sorriso involontario.
«Cosa prendi Noelle?»
«Il solito» dopo aver ordinato, per un attimo il silenzio cala su di noi. Io continuo a fissare il menù, non sapendo cosa fare fino a quando mia madre parla: «Niall forse torna tra qualche settimana»
STAI LEGGENDO
COLD LOVE 2 || CALUM HOOD
DiversosSono passati 4 mesi da quando la vita di Noelle è precipitata un'altra volta. L'hanno abbandonata, lasciata da sola ma lei non si può arrendere così, lei deve andare avanti. Deve andare avanti perché se l'è promesso quel giorno correndo verso l'aero...