Capitolo 41

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"Dovete trovarvi una persona, con la quale non dovete fingere di essere nessuno"

-Joy Musaj

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«Che ore sono?» domando a Diana. Guarda l'orologio. «Le 18.32»

«Vogliamo cominciare ad andare?»

«Direi di sì, avranno finito di sicuro il soundcheck»

Ci alziamo dalla panchina all'ombra e ci avviamo verso il locale in cui stasera suoneranno. Ci lasciamo la piazza centrale alle spalle e svoltiamo a destra, in un vicolo. Poi giriamo ancora alla terza a destra. Il locale da fuori sembra molto piccolo. E sembra anche in una posizione sperduta ma mi hanno rassicurato che è conosciuto da tutti i giovani di Firenze. È la vita del centro, questo piccolo locale. All'entrata ci sono due manifesti. In alto ci sono i One Direction e più in basso i 5 Seconds Of Summer vengono presentati come "band d'apertura".

Agli addetti della sicurezza mostriamo i nostri cartellini e ci fanno entrare. Il locale è ancora vuoto. Ci siamo solo noi e i ragazzi che ci lavorano. Gli altri, staranno dietro al palco o nella loro saletta.

«Si, hanno finito il soundcheck. Li raggiungiamo nella loro saletta?»

«Si. Non credo che qua si rivedranno prima dello spettacolo»

Con le indicazioni di un cameriere, raggiungiamo il retro del palco e dopo un corridoio troviamo la loro saletta. Sulla porta c'è un cartello con scritto i nomi delle due band.

Bussiamo ma da dentro sentiamo solo un forte trambusto. Apriamo la porta e li salutiamo. «Eccoci ragazzi»

«Ce l'avete fatta ad arrivare» Louis sfotte.

«Avevate detto che non volevate che sentissimo il vostro soundcheck» rispondo. «Infatti» alza le spalle.

«Come sono andate le prove?» chiedo, avvicinandomi a Calum.

«Benissimo»

Calum mi fa segno di sedermi sopra le sue gambe. Cerco di non metterci tutto il peso del mio corpo sulle sue gambe, e rimango con i piedi per terra. «Come ti senti?» gli sorrido.

«Non potrei sentirmi meglio» mi risponde. Gli metto una mano nei capelli e ci gioco mentre tutti gli altri cominciano a parlare di altro. Ma noi non li stiamo ascoltando. Sentiamo le loro voci solo in sottofondo. Io sono rapita da lui, dai suoi occhi, dalle sue labbra, dai suoi capelli. Siamo rinchiusi in una bolla, dove ci siamo solo noi. È così che Diana e Ashton si sentono ogni volta, allora.

«A che ora dovete suonare?» gli domando sorridendogli. «Alle 19.30»

«Meno di un'ora» noto. «Sei agitato?»

«Un pochino si»

Vedo che si morde il labbro inferiore. Appoggio un dito sul suo labbro e lo libero dalla morsa dei suoi denti. «Sorridi» gli dico.

«Sei ancora più bello» aggiungo.

«Mai quanto te» accetto quel complimento sorridendogli. Con la coda dell'occhio vedo Louis e Harry fissarci. Sono seduti vicino. Le loro ginocchia sono distanti pochi centimetri e non sembrano affatto contenti. Le loro facce sono concentrate su di noi, senza nessuna emozione.

«Ragazzi?» li richiamo e loro scendono dalle nuvole, tornando con noi. «Voi ce l'avete fatta» dice Louis senza il minimo di felicità.

«Anche noi vorremmo farcela» sussurra ancora a voce bassissima ma io la sento benissimo quella frase. Abbassa gli occhi sulle scarpe di Harry mentre quest'ultimo lo guarda.

COLD LOVE 2 || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora