*CAPITOLO 60*

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POV'S LOUIS
Lessi la lettera e la buttai a terra pensando a quel bastardo. Imprecai contro di lui mentalmente, poi mi girai e vidi mia sorella, accasciata a terra mentre piangeva.
Le sue guance erano impregnate di lacrime e del poco trucco che aveva messo sugli occhi, probabilmente matita.
Vederla in quelle condizioni faceva così male, lui l'aveva ridotta così. Lanciai un pugno contro il mobile di fronte e piano mi avvicinai a lei.
"Piccola" la chiamai, ma lei non mi rispondeva, troppo occupata a piangere.
Era crollata, una crisi isterica di tutto quello che stava e aveva passato. Era così forte quando debole.
"Piccola, calmati. Al piccolo qui dentro non faranno bene tutte queste lacrime" cercai di sorridere e essere ironico ma lei continuava a singhiozzare silenziosamente.
Delicatamente la presi in braccio e la portai via da quella casa.

POV'S HOPE
Mi svegliai sul divano tra le braccia di mio fratello che continuava ad accarezzarmi i capelli.
All'inizio non ricordavo cosa fosse successo, poi metabolizzai il tutto.
"Ehi" disse Lou.
"Ehi.." risposi.
"Ti prometto che passerá via tutto" sussurrò Louis.
"Non ce la faccio più Lou.." risposi.
Ed era vero, ne avevo fin sopra i capelli.
5 GIORNI DOPO
Il dolore era ancora persistente come 5 giorni fa e Dio, mi mancava così tanto.
Avevo bisogno di lui, così fottutamente bisogno di lui, ma non lo voleva capire.
Nessuno dei ragazzi riusciva a rintracciarlo e non sapevo che fare.
Louis bussò alla porta frettosolo.
"Bella sei pronta per vedere questo piccolo?" Sorrise Lou.
Negli ultimi giorni era stato così premuroso con me.
Io invece mi ero rintanata nella mia casa senza uscire, non avevo voluto vedere nemmeno Sarah.

"S-sì, andiamo" dissi poco convinta.
Volevo assolutamente tenere il bambino, nonostante significasse tanto per me, quella creatura dentro il mio grembo era un legame d'amore tra me e Niall e questo non potevo fare a meno di pensarlo.

Salii velocemente in macchina e in breve tempo entrai in un reparto di ecografie.
Il dottore ci accolse molto bene e mi chiese di stendermi sul lettino.
"Vuoi che.. esca?" Disse Louis.
"Resta, ti prego" sussurrai.

"Allora, ora ti spalmerò questo gel sulla pancia e potremmo sentire il battito" disse cautamente il medico.
Fece come aveva detto e ad un tratto i battiti di un cuore si fecero spazio nella stanza silenziosa.
"Eccolo" sorrise e il medico.
E io non potei fare altro che guardare quella creatura, frutto dell'amore mio e di Niall.
Mi girai e vidi che al mio fianco non c'era nessuno apparte mio fratello, ero completamente sola.
Lì capii che nella mia vita non succedeva mai niente di programmato.
Un bambino da crescere, sola. Mi faceva paura.
"Signorina" il dottore mi disse di scendere e lo feci, asciugando le lacrime che senza rendermi conto erano scese lungo le mie guance.
Ultimamente succedeva spesso.

"Questa é l'ecografia" il dottore mi porse il foglietto da cui si intravedeva un puntino, che doveva essere il piccolo.
"Signorina, lei é abbastanza piccola per avere un bambino, quindi il suo corpo potrebbe reagire in diversi modi.
Ci sono probabilitá che lei perda il bambino alla minima sciocchezza.
Quindi le raccomando riposo, poco stress, niente fumo o alcool.
Sono frequenti dolori e altre piccole cose. Stia attenta. Intesi?" raccomandò il dottore.
Annuii distrattamente, pensando che forse non ce l'avrei fatta.

Quando uscimmo andammo subito a casa e io mi rinchiusi in camera come era mio solito fare.

La sera del giorno dopo era domenica e decisi di dare una svolta alla mia vita. Mi sentivo particolarmente abbattuta e avvilita così pensai che fosse meglio uscire di casa.

Lasciai un biglietto a Lou con scritto - Sono in giro non mi chiamare - e uscii.

La brezza umida mi fece rabbrividire e dicisi di andare a fare un giro al parco, che doveva essere deserto a quell'ora.
Mi sedetti su quella panchina a pensare a noi, tutto quello che io e Niall avevamo passato in quel parco. I nostri baci, le nostre carezze.
Io non potevo sopportare un altro abbandono. L'ennesimo.
Sembrava tenessi scritto in faccia "illudetemi e andate via".
Come un quotidiano, una lacrima salata scese dal mio occhio destro, seguita da tante altre.
Forse ero io, forse ero io quella che faceva allontanare tutti.

Senza pensare, come se il mio corpo camminasse da solo, mi recai in un bar.
Avevo completamente rimosso il fatto di essere incinta e di dover proteggere quel bambino, la mia mente era solo annebbiata dal dolore. Non solo per Niall, ma per tutto : i miei genitori, mia sorella, persino Will era ritornato nei miei pensieri oscuri.

All'ennesimo bicchiere ridevo come una sclerata, mentre mi appendevo a un palo per reggermi in piedi.

"Hope cazzo" misi a fuoco l'immagine che doveva essere di Louis.
"Mi hai fatto spaventare, Dio mio!" mio fratello era completamente sudato e amereggiato.
"Oh fratellino, non devi preoccuparti, io sono qui hahahah" dissi continuando a ridere.
Lou mi portò via da quel bar incazzato come non mai.

Dopo qualche ora l'effetto dell'alcool era passato quasi completamente e mi trovavo in piedi di fronte a Louis.

"Come cazzo ti é saltato in mente?" Louis mi urlò contro incazzato.
"Io... é l'unica cosa che mi é passata per la testa" dissi.
"Merda, Hope allora sei stupida. Hai un bambino dentro di te, lo vuoi uccidere per caso?" urlò di nuovo venendomi contro.
"Me.. me ne ero dimenticata, Louis stavo male" dissi sul punto di piangere, ma non dovevo. Forse non ero pronta ad avere un figlio.

"Hope cazzo devi muturare.
Sei una fottuta egoista" disse incazzato.
"Non volevo" la mia voce si affievolì.
"Tu non vuoi mai niente.
Non volevi nemmeno che nostra sorella moris-" le sue parole si bloccarono e si portò una mano alla bocca.

Rimasi completamente sorpesa, mi stava rinfacciando ancora una volta la morte di nostra sorella.
Ormai non connettevo più e iniziai a vedere sfuocato mentre mi sentivo mancare.
"Hope no" queste furono le ultime parole che sentii prima di vedere il buio.

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Eccovi un bel capitolo lungo :)
Votate e commentate, magari esprimendo una vostra opinione.
Credo di aggiornare presto, un bacio

Mari e Anna. xx

Illusion || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora