Dopo tre ore estenuanti di interrogatorio Dean si offre di offrire soggiorno all' Hilton per tutta la mia famiglia.
Dopo averli accompagnati in albergo Dean mi riaccompagna a casa.
"Grazie mille. Ma poteva o benissimo arrangiarsi qui." Gli dico.
"Non c'è bisogno di ringraziarmi. Avresti dormito sul divano per Dare le camere ai tuoi, poi in ufficio saresti sembrata uno zombie." Sorrido.
" A cosa devo tutta questa gentilezza Dean?"si irrigidisce stringendo le mani sul volante.
"Niente. Cercavo solo di essere gentile. Tu comunque mi stai facendo un enorme favore." Qualcosa non va.
"Si. Menomale che la scadenza è vicina."
"Ecco... E di questo che volevo parlarti ieri." Nel suo sguardo ci vedo il terrore.
"Ok sputa il rospo. Sembra a strana tutte queste smancerie gne gne gne..." Gli dico incrociando le braccia sotto il seno.
"Si però così non vale. Sono in astinenza da un mese e tu me le sbatti in faccia." Spalanco gli occhi.
"E questo il problema? Non starai mica pensando che venga a letto con te per soddisfare i tuoi bisogni? Questo non succederà mai, non compete nelle mie mansioni " mi guarda con la bocca spalancata.
"Ora se vuoi scusarmi vado via. Tra un po' arriva Cristal."
Mi afferra per il braccio.
"Uno, sta mattina non sembravi tanto contraria a farti toccare da me." Agito la mano sminuendo la cosa.
"Non ero in me. È stato un attimo di smarrimento. Ma fortunatamente non è successo nulla."sbatto le mani danto enfasi alla cosa e apri la portiera.
"No rimbambita. Ieri quando sono venuto da te sono venuto prima per parlarti. E direi fortunatamente." Ora che ci penso si mancavano due ore all'appuntamento. Hei aspetta un attimo...
"Rimbambita. A me?" Divento rosso fuoco.
"Si a te. Ora mi lasci parlare per favore?" Lo fissò in cagnesco.
"Avanti, spara."
" Mio padre vuole ritirarsi e cedermi il suo posto."
"Ma è fantastico. Quindi possiamo smettere con questa farsa?" Si gira verso di me e con due dita si stringe la base del naso.
"No Ariel. Al contrario. Mi cederà il posto soltanto dopo che mi sarò sposato." Me lo sentivo che c'era l'inghippo.
"E allora sposati. Trova la prima cretina e sposala." Si gira e mi sorride.
"Oh no. No. No. Non starai pensando mica che io ti sposi?"
"Ariel è l'unica soluzione. Fare un matrimonio finto, tirare avanti per un anno e poi divorzieremo." Ma è impazzito?
"Secondo me hai preso troppe botte in testa cadendo dal carrozzino. Spero che tua madre abbia licenziato la tata che ti ha creato questi danni." Sembra perplesso.
"Ma che cazzo dici? Stai delirando."
" Senti sposati quella gallina che ti ha propinato tua madre no? Non vedo dove sia il problema." Si toglie la giacca e si arrotola la camicia lasciando scoperti gli avambracci.
"No. Perché se sposo quella donna tra un anno se io voglio divorziare lei farà di tutto per non farmelo fare. E credimi quella donna e capace di fare perdere la pazienza un monaco Tibetano." Mi sento esasperata.
"Trovane un altra." Sbuffa.
"Ariel dove cazzo la trovo? E se la trovassi i miei non ci crederebbero mai. E organizzeranno il matrimonio con l'indemoniata."
"Tu sei pazzo. Qui stiamo parlando di un matrimonio vero e proprio non di fare finta di essere una coppia.""Lo so! Ti prego aiutami. Un anno passa in fretta e poi ne traiamo entrambi dei vantaggi. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi e non ti mancherà niente." Un ansia tremenda prende possesso di me."
"Lo sapevo che mi caccia o in qualcosa più grande di me. Ma poi caro mio io ho dei bisogni e per un anno dovrei tralasciarli." E vero che non voglio storie ma una scappatella ogni tanto ci sta bene, prima che spiderman si faccia la sua casetta di ragnatele lì sotto.
Mi fissa alzando un sopracciglio.
"Che c'è?"
" Hai vissuto per anni servendoti di un vibratore ora non puoi farne a meno per un anno?" Gli scaravento la borsetta addosso.
"Stronzo!" La schiva facilmente.
" Io sono nella tua stessa situazione. E non posso usare vibratori." Ma che idiota.
"C'è sempre Federica."
"E chi sarebbe?"
"La mano amica." Dico sventolando la mano .
" Ma siamo all'asilo?" Si passa una mano esasperato tra i capelli.
" Ti prego Ariel sei l'unica che può aiutarmi. Troveremo una soluzione. I fine settimana andremo fuori città in modo che ogniuno abbia i suoi spazi e facci ciò che vuole." Inizio a giocarellare con i capelli per il nervosismo.
"Dean non lo so. Dovremmo vivere insieme" Sospira.
"Lo so che non è facile, ma dimmi che ci penserai. Staremo in camere separate e non intralcerò i tuoi spazi"
" Va bene. Ci penserò" dico esasperata.
"Grazie." Apro lo sportello e scendo.
"Ci sentiamo." Mi guarda speranzoso.
"Buonanotte Ariel."
"Buonanotte Dean." Mentre lo guardo allontanarsi penso se ne usciremo prima o poi da questa situazione, se continuo saranno solo guai.
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Maledetto il giorno che ti ho incontrata.
Literatura FemininaAriel intrappolata in un rapporto ormai monotono, cerca la sua indipendenza ormai persa da tempo. Ma per farlo deve lasciare Steven. Quando finalmente ha un colloquio di lavoro importante, si imbatte in Dean un socio di Steven, arrogante e prepotent...