Ariel

7 1 0
                                    

"ciao nonno..."
Mi siedo accanto alla sua lapide.
La accarezzo come se fosse lui.
Lo faccio spesso.
Quando i pensieri e le preoccupazioni mi affliggono, vengo qui ed è come se fosse ancora con me.
"Sai, la mia testa dura ha colpito ancora. Mi sono cacciata in qualcosa più grande di me." Racconto tutto quello che mi è successo fino ad oggi come se lui potesse ancora sentirmi
"Mi manchi. Mi mancano le tue ramanzine, i tuoi scherzi, ma soprattutto mi manchi quando mi sento triste e scoraggiata. Tu sapevi consigliarmi e capirmi più di tutti."
L'unica cosa che mi ha confortato quando sono andata via di casa è stato quando sono tornata qui.
Tu c'eri e la lontananza non mi pesava.
Ma ora nonno, non so più che fare.
"Te ne sei andato lasciandomi un vuoto incolmabile ma io lo so che tu ci sei. Dammi un segno ti prego."
Una folata di vento smuove le foglie della grande quercia.
Il vento gelido che mi accarezza mi fa accapponare la pelle, mentre nuvole nere si addensano sopra di me minacciando pioggia.
"Proprio quello che provo io nonno. Un temporale rabbioso nel cuore."
Mi baciò la punta delle dita e accarezzo la lapide prima di andarmene.
Alzo il volto al cielo per guardare meglio e piccole gocce di pioggia iniziano a colpirmi ripetutamente il viso.
Apro le mani per accogliere l'acqua, ma al loro interno mi si posa una bellissima foglia dai toni arancioni e rossastri, ha la forma di cuore ben definita, ed i contorni seghettati che ne seguono ritmicamente i contorni.
Le lacrime sgorgano dai miei occhi confondendosi alla pioggia, mentre la stringo forte al petto facendo attenzione a non romperla.
"Anch'io ti voglio bene."
So che è una stupidaggine, so che è impossibile.
Ma a me piace pensare che sia tu.
                      
                          ******

Esci dalla doccia ancora avvolta dal vapore.
Passo una mano sullo specchio in modo da specchiarmi.
"Oggi non ho proprio voglia."
Resto a fissarmi per qualche minuto allo specchio, poi inizio a prepararmi.
Dopo essermi asciugata i capelli e passato la crema su tutto il corpo, indosso il mio vestito nero monospalla con una sola manica e con una scollatura vertiginosa sulla schiena.
Devo dire che mi sta a pennello, forse un po' troppo corto ma faccio la mia magra figura.
Lascio i capelli sciolti e ondulati che mi ricadono sullo scollo della schiena.
"Giusto un po' di trucco e via."
Arrivo sotto casa di Sammy e spero vivamente che Cristal sia pronta e non si sia persa in altre attività.
Scendo dal taxi e mi incamminò verso l'entrata del palazzo per citofonare.
Mi sento come osservata.
Mi giro, e mi ritrovo Dean che ha gli occhi puntati su di me.
"Che c'è?" Continua a fissarmi senza dire una parola.
" Che hai da guardare. Girati in torno ci sono tante cose da vedere."
"Non posso guardare la mia fidanzata?"
A quelle parole il mio stomaco si contorce.
" Non sono la tua fidanzata. E per la cronaca non lo sarò mai."
"Certo. Ed ovvio che hai già trovato il giocattolo di riserva."
Lo fissò in cagnesco cercando di capire dove vuole andare a parare.
"Oh! Ho capito vuoi litigare. Questa sera no Dean. Questa sera la dedico a me."
Fa qualche passo verso di me con fare minaccioso ma si blocca quando vede uscire Cristal e Sammy.
"Pronta"
Cristal sembrava essere più tranquilla rispetto ad oggi.
Aveva un vestito giallo aderente, che metteva in risalto tutte le sue curve.
I capelli raccolti in una lunga coda e tacchi vertiginosi.
"Ma insomma. Credo che vi siete acchittate un po' troppo per una semplice uscita tra amiche."
Alzo gli occhi al cielo e facci cenno a Cristal di andare.
"Non esagerare. Siamo ancora giovani e belle. Possiamo permettercelo."
Sam la abbraccia e la bacia con passione.
Gli occhi miei e di Dean si incrociano ed il suo sguardo è famelico, ardente.
"Si ma solo per i nostri occhi."
" Ti sbagli Sam. Per i tuoi occhi. Io sono liberissima di fare come mi pare."
"MUOVITI SAMMY!"
Dean con un aria alquanto furiosa fa cenno a Sammy di andare.
"Mi raccomando. Comportatevi bene."
Lo correggo ancora una volta.
"Casomai comportati, al singolare. "
Sammy mi guarda e poi guarda l'amico che sembra sul punto di esplodere.
La prossima volta impari prima di parlare e giudicare, penso tra me e me.
"Già. Al singolare. Questa sera Sammy terrò alto l'onore anche per te."
Onore?
"Ma che siamo all'asilo? Ci manca solo che ti metti a fare pipì su tutto quello che reputi tuo per marcare il territorio."
Come al solito la mia bocca parla mentre doveva essere soltanto un mio pensiero.
"Si chiama essere uomini. Ma tu che ne sai. Vero? Ora andiamo Semmy?" Dice richiamando Sammy per l'ennesima volta.
Finalmente arriva il taxi.
" noi andiamo. Con te si perde solo tempo."
Salgo sul taxi alquanto infastidita e ci dirigiamo al locale.
"Lo odio!" Dico mentre stringo la tracolla che pende dal mio collo.
"Lo so. Ma non credo sia soltanto odio."
Cristal si stringe a me e rimaniamo in silenzio fino all'arrivo.
"Questa sera mi voglio divertire. E mettere in stand by i miei problemi."
Cristal sorride e mi prende per mano.
"Dai andiamo bad girl."

Maledetto il giorno che ti ho incontrata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora