Buon Natale

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Non una parola.
Non una fottutissima parola.
Dopo il bacio, che tra l'altro mi ha dato lei non mi parla e non mi guarda.
"Ariel..." Provo ad attirare la sua attenzione.
"Mhh?"
" Posso sapere perché non mi parli? "
Fissa fuori dal finestrino con aria pensierosa.
"Nulla."
"Già certo. Il famoso nulla, parente al niente che cela una catastrofe. Lo conosco." Mi guarda confusa.
"Ma che stai blaterando?" Eccola la Ariel che conosco.
" Sono soltanto stanca."
"si. Certo. Lo sclero lo fai a casa, oppure qui in macchina? Parla chiaro hai dei ripensamenti?" All'improvviso si gira di scatto.
"E va bene sporco doppiogiochista che non sei altro." Accostò l'auto e mi preparo alla sfuriata.
"Avanti sfogati. Sputa il rospo."
"Posso sapere perché non mi hai avvisato della proposta?"
" Cosa cambiava se lo sapessi o no?"
" Almeno ero preparata, avrei potuto dirti che questa non era la sera giusta. Avrei potuto prepararmi psicologicamente. Ero imbarazzata non sapevo cosa fare."
"Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Ho creato l'effetto sorpresa in modo che avessi una reazione adeguata." Punta il dito infuriata verso di me.
"Mi hai costretta a baciarti!" Mi giro di scatto con occhi spalancati.
" Tu sei pazza. Un bacio a stampo andava più che bene. Invece tu sei partita in quarta. Sembravi una piovra con quella lingua, cazzo!" Rimane senza parole aprendo e chiudendo la bocca svariate volte cercando qualcosa da dirmi.
"Che c'è ora non sbraiti più?"
La guardo tronfio.
" È inutile che ti gongoli. Dovevi avvisarmi. Avevo il diritto di sapere."
"Ancora con questa storia. È tutto finito lo hai capito? " Si zittisce. Poi d'improvviso sbotta.
"Ti odio!" Incazzato nero metto in moto e parto.
Arrivati sotto casa esce dalla macchina come una furia e si incammina verso lo stabile.
Sbatto furiosamente la mano sul volante.
Esco dall'auto e la seguo.
Sembro un uragano pronto a travolgere qualsiasi cosa trovi sul suo cammino.
Batto le mani sulla porta. Una. Due volte.
"Ariel apri la porta." Sento dei passi svelti.
"Dannazione ti è difficile lasciarmi in pace?"
"Apri la porta e parliamo. Non fare la bambina."
"Ma perché diavolo ti ho seguita."
"Per rompere l'anima a me. Vattene da Olivia."
"Ancora? Ma che ti frega. Sei esasperante." Vedo passare la signora che abita all'appartamento in fondo.
"Tutti uguali voi uomini" la fisso.
"Signora si faccia gli affari suoi."
"Insignificante e pure stronzo."
"Signora non ci si metta anche lei. Non ha nulla da fare?" La signora con sguardo infastidito va verso l'ascensore senza proferire parola.
Dalla porta chiusa sento provenire una risata.
" Bene vedo che ti diverti." Poi mi batto la fronte con la mano. Come ho fatto a non pensarci prima?
Scendo di sotto e mi faccio dare la chiave dal ragazzo del turno di notte.
Entro in ascensore e premo il piano.
Se pensa di scaricare sempre tutte le colpe addosso a me si sbaglia.
Io ho proposto e lei ha accettato.
Le porte si aprono e vado dritto alla porta infilando la chiave.
Sobbalza dal divano appena spalanco la porta.
"Ma che diamine fai? Entri in casa d'altri senza permesso?"
"Uno questa e casa mia. E due vorrei parlare da persone civili." Mi scruta incrociando le braccia sotto il seno sollevandolo.
Le mie parti basse reagiscono in un istante.
Cristo santo devo farmi qualcuna o finisco con l'impazzire.
"Non puoi addossare tutte le colpe a me. Non puoi sbattermi in faccia le tue frustrazioni ogni volta che sei incazzata. In questa barca ci siamo insieme ed hai acconsentito tu!" Gli urlo in faccia.
" Tutto questo è assurdo. E sono più assurda io ad aver acconsentito. E poi ho voglia di vivere la mia vita senza nascondermi o dire bugie."
" E allora perché sei venuta nel mio ufficio a dirmi che avevi accettato?"
"Non lo so! Non volevo tornare ad essere una sorvegliata speciale dai miei fratelli. Volevo la mia libertà. E poi... quando ho visto lo sguardo di tuo padre così felice, io penso a come si sentirà dopo."
Mi avvicino.
"Ariel lo stronzo sarò io non tu. Inventeremo qualcosa un tradimento, mi farò trovare a letto con qualcuna." A queste parole si irrigidisce.
"Non passerai tu per la poco di buono almeno questo te lo devo."
" Grazie" la stringo tra le mie braccia.
E una bellissima donna, attraente i suoi capelli profumano di cocco e la sua pelle di zucchero a velo.
" Però facciamo in modo che non capiti più"
" Cosa?"
" Situazioni in cui saremmo costretti a baciarci."
"Ti ricordo che sei stata tu." E cazzo bacia in un modo fantastico. Sono ore che ripenso a quel bacio. 
"Comunque ok."
" E dobbiamo fare un weekend lontano da qui..."
"Come mai?"
"Ecco... Ho voglia di conoscere qualcuno e sfogarmi un po. Non solo voi maschi avete le vostre esigenze. La tensione inizia a farsi sentire." La cosa dovrebbe farmi piacere ma invece ho una specie di repulsione.
"Va bene... Cercherò di organizzarmi."
" Ti ringrazio. Infondo anche tu ne hai bisogno." 
"Già."
"Posso offrirti qualcosa?" Mi accasciò sul divano allentandomi la cravatta.
"Qualcosa di forte ti prego." La vedo armeggiare con le varie bottiglie contenute nel mobile.
Poi si siede affianco a me tenendo due bicchieri e una bottiglia di whisky.
"Alla salute." Dice alzando la bottiglia.
Un ora dopo siamo più che brilli. La bottiglia è quasi finita.
"Ora è meglio che vada." Dico alzandomi ma resto in piedi a stento e finisco rovinosamente addosso a Ariel.
"Dean. Credo sia meglio che tu rimanga qui questa notte." Gli sono praticamente addosso, le punte dei nostri nasi si toccano.
Mi sento strano, desideroso.
Ci fissiamo occhi negli occhi per un po'.
"Dean..." Non sono ubriaco fradicio.
So perfettamente quello che sto per fare.
La baciò. Assaporo la sua bocca come un assetato nel deserto desideroso d'acqua.
"Che fai?..." Dice staccandosi da me.
" Ci divertiamo. Io e te." Lei mi guarda con occhi spalancati e ha le guance rosse.
"Sei bellissima quando arrossisci." Abbassa lo sguardo ma io le rialzo il viso fissando dinuovo i miei occhi nei suoi.
"Stiamo facendo uno sbaglio."
"Lo so." Dico mentre le abbasso le spalline del vestito e scopro i suoi seni, inizio a baciarlo dolcemente. Sono perfetti.
"Domani non sarà successo nulla. Ma ora abbiamo bisogno di sfogare le nostre frustrazioni." Geme e si dimena sotto di me.
Allungo una mano tra le sue cosce e già la trovo fradicia.
" Vedo che non ti dispiace." Le straccio il vestito facendola rimanere in tanga e autoreggenti.
"Perfetta cazzo." Ride gettando la testa indietro ed io mi fiondo sul suo collo.
Con una mano le afferrò i seni e con l'altra infili un dito dentro di lei.
Geme e si controrce.
"Ti prego Dean. Non c'è la faccio più. Sono mesi che..." Non parla più si blocca.
Straccio via il tanga e l'accontento.
La penetrò con una stoccata decisa e lei si aggrappa alla mia schiena.
La baciò sopprimendo ogni suo gemito nella mia bocca.
I nostri corpi si fondono come se fossero stati creati per questo.
Aumento il ritmo, sento che ormai è vicina ed io non posso più resistere.
Mi viene incontro con il bacino chiedendomi sempre di più.
Poi scoppiamo insieme in un orgasmo fenomenale.
Un verso animalesco esce dalla mia bocca,  mentre Ariel urla ancora scossa dai fremiti di un orgasmo sconquassate.
Mi accasciò su di lei e gli accarezzo il viso.
Restiamo lì senza dire una parola per qualche minuto.
Non so se è stato un bene quello che è successo, credo di aver fatto un casino enorme.
"Puoi andartene per favore?" Mi fredda con quattro parole.
"Come?"
"Puoi andartene?" Non mi guarda gira la testa dall'altro lato. Cerca di coprirsi con i brandelli del suo abito.
"Ariel..."
" Ti prego Dean."
"Va bene." Inizio a rivestirmi mentre le si siede e si copre con i cuscini.
"Io..." Cerco di dire qualcosa ma non so esattamente cosa.
" Abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Non voglio che resti." Indosso la giacca e prendo le chiavi.
Sembra un altra persona.
" Va bene." Mi avvicino alla porta mentre la osservo sistemare il divano. Guardo l'orologio e mi accorgo che sono le due passate.
"Buon Natale Ariel." Mi guarda e sorride debolmente.
"Buon Natale Dean."

Maledetto il giorno che ti ho incontrata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora