24. Conversazione inaspettata

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Tony's Pov

"Capo, è arrivato il signor Bateman per definire ulteriormente il suo progetto. Posso farlo accomodare?", mi chiede il mio segretario mentre sono intento a completare un modello 3D di una casa sul mio computer.
"Sì, prego, fallo entrare", risposi distrattamente.
Il mio cliente, uno degli uomini più ricchi della città, nonché il padre di Julie, entrò nel mio studio e si sedette di fronte a me.

"Buongiorno, Tony", disse lui con tono tranquillo.
"Signor Bateman, buongiorno a lei", dissi stringendogli la mano.
"Mi dica tutto, come mai è qui?", chiesi, immaginando già la sua risposta.
"Tony, vorrei sapere la tua versione dei fatti riguardo a quello che è successo con mia figlia". Proprio come pensavo.
"Julie ha raccontato la verità, non mente, non sa dire le bugie, quindi, non ha bisogno della mia versione dei fatti, signor Bateman, sono sicuro che lei le abbia detto la verità più assoluta".

Il signor Bateman cominciò a pensare che il fatto che non gli abbia raccontato una mia falsa versione per farmi ragione o che non abbia cercato di negare l'accaduto, mi faceva onore perché almeno ero sincero, specialmente di fronte a lui.

"D'accordo, Tony, sì, Julie mi ha raccontato tutto e di certo non sono qui per discutere con te, mi dispiace solamente, tutto qui, perché finalmente, dopo tanto tempo, avevo cominciato a vedere brillare gli occhi di mia figlia".
Lo ascolto e non so come riesco a trattenere le mie lacrime.
"Tutti commettiamo degli errori, Tony, ma... Se si ama davvero qualcuno, si cambia o comunque si prova a migliorare per la persona che amiamo. Siete stati insieme per un bel po' di tempo e vi siete vissuti vivendo sotto lo stesso tetto. Pensi ogni tanto a questo? Oppure non provi davvero più nulla per Julie?"

Sentendo quelle parole mi vennero in mente tanti bei momenti passati con lei: le colazioni al letto la mattina, i pranzi fuori quando finivamo di lavorare, passati a parlare di noi, del presente, del passato, del futuro, dei sogni, dei desideri, di tutto quello che ci piaceva e amavamo, ma, soprattutto mi vennero in mente i baci, le carezze, gli abbracci, le lacrime quando avevamo bisogno di parlare l'uno con l'altra e infine... L'amore che facevano le nostre anime.
Mi manca, mi manca tutto di lei, mi manca la mia vita CON LEI.

Ad un tratto guardo dritto negli occhi il signor Bateman.

"Sono consapevole di aver sbagliato. Ancora adesso non riesco a capire come possa aver fatto una cazzata del genere. Farmi scappare la donna che, finalmente, era capace di darmi tutto senza che io chiedessi nulla. Io amo sua figlia, non riesco a dimenticarla, non la dimenticherò mai perché è stata veramente importante per me".
"Tony, perché parli come se non si potesse risolvere la situazione?"
"Perché non perdonerà mai un tradimento. Ha già dovuto sopportare quello di Robert, non accetterà di sicuro le mie scuse".

Risposi guardando la mia mano con l'anello di fidanzamento ancora messo.

Il signor Bateman se ne accorse: "Questo non l'hai tolto però".
"Non ho tolto nulla di sua figlia. A casa ci sono ancora le nostre foto insieme".
"Tony, perché non provi a riconquistarla?"
"Perché mi ha scritto in una lettera di voler rimanere da sola, ed io obbedisco e rispetto la sua scelta perché ha ragione ad essere arrabbiata con me". Risposi, ricordandomi del momento in cui lessi quella lettera.
"E tu ti arrendi così facilmente? Se non la cerchi lei penserà che non te n'è mai importato nulla di lei, quando invece non è così perché ti si legge negli occhi quanto la ami".

Devo dire che le parole del signor Bateman sono molto incoraggianti. Se fosse stato qualcun altro sarebbe entrato nel mio studio scatenando la sua ira, mentre lui invece è stato sempre calmo e rispettoso nei miei confronti.

"Promettimi che la andrai a cercare". Mi porge un biglietto con un indirizzo scritto. 
"Questa è casa sua, se non la trovi allora è in servizio, sai dove lavora".
"Sì, lo so", si forma un sorriso sul mio volto all'idea di rivederla dopo tanto tempo.
Saluto e ringrazio il signor Bateman e vado a dire al vicecapo che per oggi lascio l'azienda nelle sue mani. Afferro le chiavi della mia Audi arancione e mi dirigo verso casa di Julie, sperando di trovarla.

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