<<Dottoressa Bateman, il paziente della stanza 219 non ha più battito>>, esclamò l'infermiera preoccupata.
<<Prepara il defibrillatore Josie, quest'uomo non può lasciarci adesso>>. L'infermiera corse a prendere l'apparecchio elettrico e Julie si diresse verso la stanza del suo paziente. Quando entrò vide tutti i parenti preoccupati e in preda al panico.
<<Signori, mi dispiace ma devo chiedervi di uscire tutti urgentemente>>
<<Dottoressa, le prego, faccia qualcosa per salvarlo!>>, urlò disperata la moglie del signor Smith.
<<Signora, suo marito è molto forte, ha grande vitalità e questa non è la sua ora di andare via. Le prometto che si riprenderà ma per fare il mio lavoro ho bisogno che lei e i suoi figli attendiate fuori. Quando l'operazione sarà finita vi farò entrare e risponderò a tutte le vostre domande>>. La signora annuì e uscì senza esitare. Julie si preparò e quando Josie arrivò con l'apparecchio, lei cominciò a sudare freddo. Era terribile assistere a quelle scene ma doveva rimanere concentrata e fare il suo lavoro nel miglior modo possibile. Doveva salvare quell'uomo perché nel suo cuore sentiva che poteva farcela. Iniziò l'intervento e eseguì tutte le procedure necessarie, fino a quando il cuore del signor Smith non riprese a battere regolarmente.
Julie fece un sospiro di sollievo quando rivide i suoi occhi aprirsi. Era spaventato e cercava la moglie.
<<Cos'è successo?>>, chiese con un filo di voce tremante il signore.
<<Nulla signor Smith, va tutto bene, ha reagito come un vero leone! Si tranquillizzi e cerchi di respirare profondamente, a pieni polmoni>>. Il paziente obbedì e cominciò a fare tutto quello che la dottoressa gli aveva detto. Gli infermieri restarono ancora qualche minuto dentro la stanza per monitorare la situazione, mentre Julie uscì a parlare con la moglie e i figli e a spiegare cos'era successo.
<<Grazie per il suo intervento, dottoressa. Speravo che venisse lei ad aiutare mio marito. È bravissima e tutti gli ospedali avrebbero bisogno di dottoresse come lei, è molto umana, a differenza di alcuni suoi colleghi>>.
<<La ringrazio davvero tanto per la fiducia. Sentirmi dire queste parole è la mia soddisfazione e la ricompensa di tanti anni di sacrifici a studiare medicina. Le dico la verità, anche se non dovrei: molti miei colleghi fanno questo lavoro solo ed esclusivamente per soldi. Io, invece, lo faccio perché voglio fare stare bene le persone e sapere che stanno bene grazie ad un mio intervento mi fa sentire orgogliosa della persona che sono diventata. Sarò strana ma a me dei soldi non frega proprio nulla. La maggior parte di quelli che ricevo li mando ad associazioni di ricerca per malattie attualmente incurabili e in beneficienza. Fare il dottore deve essere una passione, deve venire dal cuore. Ecco perché lo sono diventata>>.
La signora la guardò contenta e soddisfatta del lavoro che aveva fatto e di quello che aveva detto. Si vede che teneva molto al benessere dei suoi pazienti.
Julie la salutò e subito dopo si diresse verso il reparto dove ci sono tanti bambini che, purtroppo, hanno delle problematiche.
<<Ciao Julie>>, la salutò il piccolo Bryan, un bambino dolcissimo che si trovava lì per fare alcuni esami e dei controlli generali.
<<Ciao piccolino! Come stai?>>, gli chiese prendendolo in braccio e con un bel sorriso stampato in volto.
<<Io sto bene, ho fatto tutti i controlli e mi hanno detto che sono sano come un pesciolino!>>. Julie amava quel bambino, cercava sempre di strapparle un sorriso e ci riusciva benissimo.
<<Ma che bella notizia! Ti sei proprio meritato una caramella!>>, esclamò porgendogliela.
<<Grazie Julie! Sei la migliore>>, subito dopo le stampò un bacino sulla guancia. Quanta dolcezza in una creaturina così piccola e innocente!
<<Sei un tesoro, piccolino. Resterei con te tutto il giorno ma ho altre persone da visitare>>, gli disse Julie intenta a posarlo giù.
<<Allora buon lavoro e non ti stancare troppo, eh!>>, lo disse come se fosse un rimprovero.
<<Ti prometto che non mi stancherò!>>.
Si salutarono e Julie riprese a lavorare.Dopo due ore intense, finì il suo turno e ritornò a casa. Aveva dimenticato le chiavi dentro quindi sperava ci fosse Tony pronto ad aprirle. Suonò al campanello.
Nulla.
Suonò ancora e finalmente il moro venne ad aprirle, indossando soltanto una tovaglia alla vita. Julie restò bloccata ad ammirarlo per un istante e poi entrò salutandolo.
<<Ciao amore>>, dandogli un dolce bacio.
<<Ciao baby. Com'è andata oggi? Tutto bene?>>
<<Si, ho salvato la vita ad un uomo e un bambino bellissimo mi ha dato un bacino sulla guancia. Quanto amo il mio lavoro!>>
<<Chi è questo giovanotto? Lo sa che sei fidanzata?>>, chiese Tony ridendo.
<<Si chiama Bryan ed è stato un'pò di giorni in ospedale per fare degli accertamenti. È di una dolcezza unica!>>
<<Capisco... Ti piacciono tanto i bambini, vero?>>, chiese Tony guardandola negli occhi.
<<Assolutamente si. I bambini sono le persone più belle del mondo. Amo la loro innocenza, il loro modo di comprendere, di aiutare, di parlare... Li amo follemente!>>
<<Quindi ti piacerebbe averne uno un giorno?>>
<<Ma certo! Mi piacerebbe avere tre bambini in futuro...>>. Tony fece una faccia strana.
<<Che c'è? Sono troppi?>>, chiese divertita Julie.
<<No dai, tre è il numero perfetto>>
<<Non importa quanti ne avrò, so solo che li amerò follemente e farò di tutto per renderli felici e in piena salute!>>.
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Souls
RomanceFin da piccola Julie Bateman mostrava un interesse per gli uomini più grandi. Desiderava un uomo che la capisse, che la amasse per quello che era e che la rispettasse, come ogni donna merita. Un uomo intelligente, simpatico, divertente e capace di r...