•8 - Inferno.

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PAPI

Entro nel negozio, facendo suonare la campanella.
«Ehi, RiRi. Hai tempo per me?»
Lei mi guarda, piegando le labbra in un sorriso compiaciuto. «Per te ne ho sempre, Papi.»
Mi avvicino al bancone, appoggiando le braccia. «Non si tratta di un tatuaggio, vero?»
Scuoto la testa, «hai ancora quelle conoscenze con Double J?»

«Double J?! Sei impazzito?»
Tiene i suoi occhi spalancati e subito capisce che non sto scherzando. «Perché hai bisogno di parlare con lui? Lo sai che se ti rifai rivedere nel suo territorio, è la buona volta che ti uccide.»
«Sephora...» sospiro, scuotendo la testa. «Lo so a cosa vado incontro ma penso che Red se la sia presa per la scorsa settimana.»

Sephora sa bene come funzionano le cose, per questo posso sempre fare affidamento su di lei quando devo pensare a risolvere delle faccende pericolose.
«Davvero vuoi metterti con un boss? Papi, Double J ha tutto il South Bronx...non puoi pensare di passarla liscia dopo che gli hai voltate le spalle sul ring.»

Quando parla di boss, non usa una metafora. A New York ci sono molte gang di strada, dei teppisti come me che commettono dei piccoli reati ma ci sono anche loro: i boss che hanno un territorio della città. Brownsville, Harlem, Chinatown, South Bronx. Ce ne sono ovunque.
Potrà sembrare una bella città vista dall'esterno, ma dentro si nasconde l'inferno.

Io "lavoravo" per Double J, il boss del South Bronx ma poi per un piccolo incidente avvenuto sul ring, gli ho fatto perdere un mucchio di soldi e sono scappato.

«Posso recapitargli un messaggio e fargli sapere che vuoi vederlo» spiega, mentre si gratta la fronte, leggermente preoccupata.
«Grazie, RiRi» le dico, con un sorriso. «Non sorridermi così, non voglio vederti morto.»

Sephora era la ragazza di Red, una relazione tossica e violenta. Fortunatamente per Sephora, è finita tempo fa anche se per lui non è proprio così.

«Ti ha più cercata?»
Sospira, «sì, certo...non si arrenderà mai.»
È ancora convinto che ci sia amore tra di loro, ma come potrebbe? Non era altro che violento con lei.
Lei è sempre stata una delle ragazze più belle e cercate del Bronx: la pelle scura color cioccolato e gli occhi chiari, molti la chiamano "RiRi" per questo. Ma per me lei è solo Sephora, la mia migliore amica.

«Ehi, se prova ad avvicinarsi devi solo dirmelo.»
«D'accordo, Hulk» ridacchia.

[...]

Tengo le mani in tasca, mentre cammino lungo la stanza e osservo tutte le cose che ci sono.
Sembra proprio la camera di un ragazzino di Manhattan, con tutti i libri, le cose firmate e il letto alla "regina Elisabetta".

Guardo una foto, incollata al muro con dello scotch.
«Il tuo fratellino è più simpatico di te, Archie-Stronzo» sussurro, mentre lo guardo dalla fotografia.

«Sì, Maddie, ti ringr-»
Sgrana gli occhi, chiudendo subito la porta e appoggiandosi con la schiena contro di essa.
«Che diavolo ci fai qui?» Sibila, a bassa voce per non farsi sentire. «Sono venuto a trovarti. È da un po' che non vieni nel Bronx.»
«E per una buona ragione, ti stavo evitando.»

Allora è vero, credevo di starmi sognando le cose.

«Come sai qual'è la mia stanza?»
Faccio spallucce, «ti ho visto l'altra sera.»
«Rilassati, Ash - sospiro - non sono qui per ucciderti. Voglio chiederti scusa.»
Si lecca le labbra, così deglutisco. «Vuoi chiedermi scusa?»
«Sai bene il motivo, biondino.»

Gli voglio chiedere scusa, non perché mi senta dispiaciuto ma perché ho capito che il metodo "cogliere di sorpesa" non funziona con lui. E soprattutto, lo schiaffo che mi ha dato è stato tutto tranne che una risposta di piacere.
In realtà non ho idea di perché l'ho baciato, forse solo perché mi andava di farlo. Però, lui non è uno stupido. I suoi occhi azzurri mi guardano con disappunto.

DANGEROUS PERFECTION (Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora