Ci arrampichiamo e ci arrampichiamo, ora siamo fuori pericolo dagli animali della foresta, ma c'è sempre il rischio di cadere.
Neteyam si arrampica al mio fianco, Lo'ak è poco sotto di noi, con la coda dell'occhio vedo che il piede dell'Omaticaya scivola e non riesce ad avere una presa salda con la mano.
Scatto velocemente e afferro il suo braccio impedendogli di cadere. Queste cose capitano di tanto in tanto, a loro non dovrebbe capitare mai.
Resta con i piedi sospesi per alcuni secondi, poi mi guarda e lo aiuto a riprendere posizione, mi fa un piccolo cenno con la testa.
Poi continuiamo ad arrampicarci.
Quando cala la notte siamo nel rifugio degli Omaticaya.
Una donna viene verso di noi con il suo compagno e scrutano il nostro gruppo.
«Santo cielo bambini. Quante volte di dobbiamo dirvelo che dovete ritornare prima?» dice l'Omaticaya femmina, penso sia la loro madre. Sta per continuare, ma il maschio mette una mano sul braccio della compagna e guarda di nuovo verso di me.
Lui se n'era già accorto.
Lui mi ha notata per prima. Mi ha guardata e ora mi sta cercando di studiare.
«Chi è lei?» chiede l'Omaticaya maschio a Neteyam, guardandolo per qualche secondo, per poi spostare di nuovo lo sguardo su di me, come se non mi volesse perdere d'occhio.
Penso che lui sia il capo del clan e penso proprio che Neteyam, Lo'ak, Kiri e Tuk siano suoi figli. E io ho tentato di ucciderne uno, forse due di loro.
«Lo'ak dice da giorni che qualcuno di stava seguendo, oggi ho sentito anch'io qualcosa per la prima volta, così abbiamo teso una trappola. Mi stava per uccidere, prima con il suo arco, poi con il pugnale, ma alla fine abbiamo prevalso e l'abbiamo portata qui. Sembra capire la nostra lingua ma non ha detto una parola, signore» spiega brevemente il fratello maggiore, dando a suo padre il mio pugnale e il mio arco. Quando li prende in mano e sia lui che la sua compagna li studiano, ringhio. Diversi altri membri del clan si avvicinando con degli archi e ringhiano, la femmina Omaticaya adulta ringhia a sua volta fronteggiandomi e mettendosi davanti ai suoi figli.
«Stiamo tranquilli» si intromette il capo mettendosi tra noi due e cercando di calmare la situazione.
Ringhio anche a lui, l'Omaticaya mi guarda male
«Non voglio problemi. Dicci solamente chi sei e perché sei qui» propone il capo, lo guardo dall'alto al basso.
Lui non è Toruk Makto. Lui è solamente un padre, in questo momento cerca di proteggere la sua famiglia da me.
Ma non sono io quella da cui deve proteggere la sua famiglia.
«Riesci a capirmi? Parla la nostra lingua?» si volta Jake Sully verso i suoi figli
«Capisce ma non sappiamo se parla la nostra lingua» risponde subito Lo'ak «Evidentemente ha una lingua ma non la usa» lancio uno sguardo gelido al fratello minore di Neteyam
«Abbiamo anche notato che ha cinque dita e non quattro» afferma Neteyam, è quello più vicino a me, infatti mi prende la mano e la alza, io subito mi scanso e gli ringhio.
«Dateci un taglio. La fate solo innervosire» sibila Jake ai suoi figli, Neytiri intanto mi sta studiando, è quello il nome della compagna del capo clan, mi osserva dall'alto in basso e poi i suoi occhi si fermano nei miei.
Cerco di fare un passo indietro, ma sono circondata e gli altri membri del clan mi puntano archi e lance contro.
Ringhio ad un Omaticaya che mi si è avvicinato troppo, lui ringhia in risposta e muove la lancia vicino al mio stomaco, procurandomi un taglio, non profondo, superficiale e lungo pochi centimetri.
Ad ogni modo non lo accetto ringhio e lo attacco, disarmandolo e usando la lancia in mio favore, procurandogli un taglio sulla guancia, Neytiri si fa subito avanti togliendomi la lancia dalle mani, mentre Lo'ak e Neteyam mi immobilizzano e mi prendono le braccia, impedendomi di fare altro, ringhio ad entrambi, ma il capo clan sembra essere molto calmo.
«Parlerà quando sarà pronta. Per ora datele qualcosa da mangiare e fatela riposare in una tenda libera» dice Jake ai suoi figli e ad alcuni guerrieri.
Tuttavia pianto i piedi e cerco l'attenzione di Jake, lui alza una mano facendo fermare tutti.
Lo guardo negli occhi, inclino leggermente la testa e gli sputo ai piedi
«Tu. Non. Sei. Toruk. Makto» affermo scandendo ogni singola parola in modo che tutti capiscano.
Neytiri e molti altri Omaticaya dopo un primo momento di silenzio ringhiano, Lo'ak e Neteyam mi portano via dopo un ordine di loro padre.La tenda non è comoda. È solo una tenda e il pavimento è duro, è roccia.
Neteyam e Lo'ak rimango nella tenda a guardarmi, loro padre ha chiesto di controllarmi? Come una prigioniera? Vorrei chiederlo, ma diverse voci provengono dall'esterno. Non capisco però cosa stiano dicendo e di cosa il clan stia discutendo, perché parlano in Na'vi.
Poi la sorella maggiore entra nella tenda
«Allora?» domanda il fratello maggiore, poi entra pure la più piccola dei figli del capo clan e della sua compagna
«Non vogliono che ascoltiamo. Stanno parlando di lei e papà verrà a dirle cosa hanno deciso. Non è da tutti i giorni che una straniera sputi e insulti un capo clan. Papà non se l'è presa, ma mamma si è sentita offesa e insultata» riferisce Kiri, io le ringhio in risposta
«Consiglio di non farla arrabbiare» squittisce la piccola Tuk
«Anche perché ci ha fatto il culo» ammette Neteyam guardandomi sott'occhio e cercando una mia reazione o espressione.
Tuttavia mi siedo e appoggio la schiena al lato della tenda, tutti i fratelli osservano ogni mio movimento
«Anche voi sapreste farlo se non vi comportaste come dei bambini ma come guerrieri» dico nella mia lingua Na'vi che è molto diversa dalla loro guardando i due fratelli.
«Cosa hai detto?» chiede Kiri
«Perché mi è sembrato un insulto?» domanda Neteyam a suo fratello che ridacchia in tutta risposta
«Perché lo era» replico ancora
«Perché mi è sembrato che abbia appena confermato che era effettivamente un insulto?» domanda ancora retoricamente Neteyam, ora gli concedo un sorriso, ma molto piccolo, lui sembra ricambiare.
Il silenzio cala nella tenda, ed è spezzato solo dai passi di Tuk che si mette a sedere poco distante da me.
Kiri sospira e si siede tra me e Tuk. I due fratelli si guardano, sembra che abbiano ancora paura di me, anzi tolgo il sembra.
«Non mangio quelli della mia stessa specie» affermo lentamente nella lingua delle persone del cielo, la lingua di Jake Sully, la loro lingua.
Tutti mi guardano come se fossi un alieno. Eppure mi hanno già sentito parlare la loro lingua.
Lo'ak e Neteyam si guardano confusi, poi Neteyam inizia a ridere, non a sorridere o a ridacchiare, ride di pancia e quasi gli vengono le lacrime.
Lo'ak invece pare ancora impaurito da me, ma infine si siede abbastanza distante da me.
L'ultimo a sedersi è Neteyam che si siede vicino a me.
«Ci sarà da divertirsi» borbotta Lo'ak, suo fratello sta per replicare, quando Jake e Neytiri entrano nella tenda.
«Dobbiamo parlare in privato con lei» afferma il capo clan
«Buona fortuna» dice Neteyam, si alzano tutti dando ascolto a loro padre. È proprio il fratello maggiore che indugia all'uscita
«Non sappiamo nemmeno il suo nome. Ha parlato in Na'vi penso, ma è molto diverso dal nostro, ha anche fatto una battuta nella nostra lingua» riferisce, Jake annuisce
«Grazie Neteyam» dice il capo clan facendo intendere a suo figlio di andarsene, Neteyam indugia ancora all'uscita della tenda, mi guarda facendo un piccolo sorriso e se ne va.
«Ora che abbiamo la conferma che effettivamente parli la nostra lingua, gradirei delle spiegazioni» dice Jake
«Perché hai cercato di uccidere nostro figlio?» mi attacca subito Neytiri, Jake deve trattenerla dal ringhiarmi di nuovo contro.
Entrambi aspettano per alcuni minuti, ma io non parlo, non ancora. Devo capire ancora alcune cose
«D'accordo. Non so a che gioco tu stia giocando, ma te lo lasceremo fare per ora» si alza Jake, visto che prima si era accasciato davanti a me «Quando sarai pronta potremo parlare» se ne vanno entrambi. Jake è quasi costretto a spingere Neytiri fuori dalla tenda.*******
Heyyy, vi sta piacendo la storia?
Spero di sì anche se siamo ancora all'inizio.
Fatemi sapere cosa ne pensate commentando e votando <3
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Avatar: the way of the air || Neteyam
FanfictionPandora non è mai stata sicura da quando le persone del cielo sono arrivate sul pianeta. Devastazione, incendi e uccisioni hanno marcato il loro arrivo anni addietro. Ma ora sono tornati, sono tornati e hanno provato un altro approccio, la schiavitù...