Capitolo 4

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Zanya pov's
Si crea una confusione assurda, caos allo stato puro.
Tutti i membri del clan iniziano a parlare intorno a me, parlano tra di loro, parlano a me, parlano al loro capo clan.
Dopo diversi lunghi secondi Jake riporta il silenzio.
Molti sono favorevoli, molti altri non esattamente, da quanto ho capito
«Chloe Sanders era una delle mie più care amiche quando ero sulla Terra. Forse l'unica che avevo. Sono quasi in obbligo ad aiutare il suo compagno e sua figlia, ma non obbligo nessuno. Come capo clan vi do una scelta, come è giusto che sia. Chi vuole combattere con me è il benvenuto, chi non vuole rischiare non preoccupatevi, preoccupatevi delle vostra famiglia e di difendere il nostro avamposto durante la nostra assenza» Jake comunica
«Presto penseremo a qualcosa e escogiteremo un piano di attacco. Fino ad allora, grazie per l'attenzione, siete liberi di andare e decidere cosa volete fare a proposito di questa faccenda» conclude Jake, molti se ne vanno, molti indugiano, altri mi osservano e se ne vanno.
Tutta la famiglia di Jake Sully e lui compreso scendono dalla roccia rialzata e vengono verso di me.
La prima cosa che Jake fa è abbracciarmi, così fa anche Neytiri e da lei proprio non me l'aspettavo.
«Ci dispiace molto. Ti aiuteremo di sicuro con il tuo clan» è Neytiri ha parlare, quando ci stacchiamo dall'abbraccio. È da mesi che non sentivo il calore di un abbraccio e della famiglia.
Devo sforzarmi per trattenere le lacrime, non voglio piangere davanti a loro. Devo essere forte.
«Ti aiuteremo anche noi sicuramente» parla Neteyam per se stesso e per i suoi fratelli, il suo sguardo si è addolcito, come quello di tutti
«Assolutamente no, è troppo pericoloso» dice Jake
«Ma...» inizia a dire Lo'ak
«Ne riparleremo» dice solamente suo padre, non vuole insistere, ma lo capisco, cerca di tenere la sua famiglia al sicuro, anche mio padre li faceva sempre con me.
«Io ho ancora una domanda» dice Lo'ak spezzando il silenzio che si era creato. Tutti lo guardiamo
«Tua madre era la migliore amica di nostro padre sulla terra e lo sapevi. Dunque perché non sei venuta subito qui? Perché ci hai seguito nella foresta per giorni e perché hai quasi cercato di uccidere Neteyam?» chiede Lo'ak, suo fratello maggiore gli tira una gomitata e fa per riprendere suo fratello, ma io rispondo prima che qualcun altro parli
«Perché non mi fido facilmente delle persone. Quando mia madre mi ha detto che il suo migliore amico della terra era Toruk Makto non pensavo fosse vero, poi mi sono ricreduta, ma avevo così tanto da rischiare che volevo esserne sicura» spiego guardando Lo'ak.
Lui abbassa gli occhi e si scusa
«Capisco. Tutti noi capiamo e ti aiuteremo, sul serio. Salveremo tuo padre, te lo prometto» mi mette una mano sulla spalla Jake, io faccio un piccolo sorriso
«E ora a letto, il vostro coprifuoco è già passato da un pezzo» dice Neytiri subito dopo a tutti i suoi figli
«Anche per te» mi indica l'Omaticaya «È da giorni che non dormi in una tenda decente, vieni, starai con noi» mi prende per mano Neytiri mentre tutta la famiglia si avvia, entrambe le seguiamo.

Il letto che mi ha preparato Neytiri è molto comodo, poco distante c'è lei, al mio fianco c'è Kiri.
Per quanto sia comodo tuttavia, non riesco a dormire. Ogni volta che chiudo gli occhi faccio lo stesso incubo. Mia madre che muore mettendomi in salvo e mio padre che muore a sua volta dopo che ho tentato vanamente di salvarlo.
Provo a rigirarmi nel letto e a cercare di dormire, ma nulla, non ci riesco.
Di solito nella foresta riuscivo a dormire un paio d'ore solo perché mi muovevo tutto il giorno, ma ultimamente non riesco più a dormire.
Sbuffo. Non riuscirò a dormire neanche oggi.
Così mi alzo silenziosamente e esco dalla tenda, nel rifugio tutto tace, è notte fonda e tutti stanno dormendo.
Quando arrivo all'uscita, tuttavia sento dei passi dietro di me
«Cosa stai facendo? Te ne vuoi andare?» sussurra Neteyam
«No. Non riesco a dormire. Torna a dormire» procedo per la mia strada, inizio a calarmi verso la foresta.
Neteyam mi segue più silenzioso del solito.
Solo quando tocchiamo terra parla
«Allora, dove andiamo?» chiede seguendomi, non gli rispondo e continuo a camminare. La foresta di Pandora è stupenda di notte, molti penserebbero che non ci sia luce e che sia tutto buio, ma è il totale opposto. Le piante si illuminano di colori diversi e gli animali emettono degli scintillii, è tutto fantastico, ne io ne Neteyam parliamo
«Zanya?» mi chiede dopo poco
«Perché mi hai seguita?» chiedo sospirando, passo sotto un ramo che poi Neteyam prende in faccia, mi trattengo dalle risate continuando a camminare
«Perché la foresta è pericolosa di notte per te» trova una scusa qualunque, mi fermo e mi giro verso di lui, fa un sorriso strano, non sono sicura che sappia sorridere spontaneamente senza sembrare un imbecille
«Per me?» chiedo, lui annuisce
«D'accordo ragazzino, vediamo che sai fare» gli dico, lui alza gli occhi al cielo
«Abbiamo la stessa età, non chiamarmi ragazzino» non lo lascio finire che inizio a correre nella foresta, Neteyam non perde tempo e mi segue, iniziando a correre.
Per ben 10 minuti Neteyam mi segue correndo, ma è diversi metri dietro a me, poi finalmente mi fermo in una piccola radura, Neteyam si ferma anche a lui e si piega in due cercando di respirare, io ho appena il fiato corto, alzo le sopracciglia sorridendo e inizio ad arrampicarmi sull'albero che c'è poco distante.
«Oh porca miseria» borbotta l'Omaticaya seguendomi.
Arriviamo alla cima dell'albero e c'è una vista stupenda, ogni notte venivo qui a godermi la foresta di Pandora.
«Abbiamo finito di correre?» chiese Neteyam, ancora cercando di riprendere fiato, io lo guardo e inizio a ridere.
In un primo momento lui sembra confuso, poi si unisce a me alla risata.
«Per essere un Omaticaya, non sei per niente bravo nella foresta» lo prendo in giro, lui mi lancia un'occhiataccia ma sorride sotto i baffi.
Entrambi poi guardiamo la foresta e cade il silenzio, ma non un silenzio imbarazzante, un silenzio pacifico e tranquillo
«Dimmi di più quel tuo popolo. Quali sono le vostre tradizioni? Cavalcate gli Ikran?» domanda curioso Neteyam
«Si, cavalchiamo gli Ikran, abbiamo la stessa vostra tradizione. Quando si diventa guerrieri ognuno ha la possibilità di scegliere un Ikran. Inoltre ognuno di noi ha già da quando compiamo 7 o 8 anni uno Stingbat. Sono dei predatori dotati di quattro ali, una formidabile navigazione e visione prolungata» spiego «Sono più piccoli e veloci degli Ikran, eppure alcuni di loro hanno dei caratteri molto temperati. Ad alcuni Stingbat non piacciono i bambini, altri non si fanno cavalcare da Na'vi troppo massicci, altri ancora fingono di non volere essere cavalcati, quando invece vogliono qualcuno che li sfidi» continuo a raccontare, Neteyam sembra incantato da me e dal mio racconto
«Tuttavia gli Stingbat si trovano solo a determinare attitudini, vicino alle Montagne Paradiso, dove l'aria è più rarefatta»
«Voglio vederli una volta» afferma subito Neteyam
«Forse»
«Non sto scherzando. Voglio che vedere il tuo popolo. Voglio vedere dove vivevi. Voglio aiutare te e il tuo clan» mi guarda negli occhi Neteyam, non è mai stato così serio.
«Va bene. Ti ci porterò» annuisco
«Dovremmo ritornare ora, prima che mamma e papà si sveglino durante la notte e notino la nostra assenza» mi porge una mano per aiutarmi a scendere dall'albero, anche se non mi servirebbe la accetto comunque e ritorniamo verso i monti Hallelujah.

Avatar: the way of the air || Neteyam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora