Capitolo 7

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Il volo sull'Ikran è stato più veloce di quello che mi aspettassi, ma meglio così.
Sia io che Neteyam scendiamo dal suo Ikran velocemente quando siamo nel rifugio, Jake e Neytiri sono già vicino a noi quando scendiamo.
«Dove diavolo...» sta per iniziare il padre di Neteyam arrabbiato, ma lo fermo subito
«Con tutto il rispetto Jake, signore, è colpa mia. Non riuscivo a dormire e avevo notato che Neteyam era sveglio, dunque gli ho proposto di andare nella foresta a fare una passeggiata, ci siamo addormentati alle cascate» spiego al padre di Jake, che non se l'aspettava per niente. Jake guarda prima me e poi Neteyam, poi ancora me.
«Siete in ritardo per l'addestramento, ci andranno piano solo perché è il primo giorno, ma si aspettano puntualità» spiega il padre di Neteyam, entrambi annuiamo, Jake richiama il suo Ikran.
Poco dopo siamo di nuovo in volo, Jake ci sta portando nel posto in cui avverano gli addestramenti.
Dopo una virata che mi ha fatto quasi cadere dalla groppa dell'Ikran di Neteyam, gli tiro una pacca sul braccio. Sarebbe stata più forte se tentassi di non morire cadendo da metri e metri di altezza.
Normalmente mi piace volare con il mio Ikran e lo amo, ma è perché ho il controllo, Neteyam sembra divertirsi a farmi quasi ammazzare.
Ridacchia dopo che gli ho tirato lo schiaffo e finalmente arriviamo all'addestramento.
Tutti gli Omaticaya sono in semicerchio che ascoltano un uomo parlare, sono tutti molto concentrati e vengono interrotti dal nostro arrivo.
Io e Neteyam scendiamo e ci fondiamo con il resto del gruppo, mentre Jake si avvicina, dicendo due brevi parole al maestro riguardo noi due. L'Omaticaya annuisce alle parole del capo e poi continua a parlare.
Parla di cosa prevederà il nostro addestramento e dice che se qualcuno vuole mollare, ora è il momento opportuno.
«Tutti qui avete delle basi nel combattimento, chi più di altri. Ma mi piacerebbe testarvi prima di iniziare, due alla volta. Cominciamo dai due ritardatari, prego» spiega il maestro per poi indicare me e Neteyam.
Entrambi ci guardiamo negli occhi, mentre tutti gli altri allievi aprono il cerchio e si mettono al bordo dell'estremità circolare della grande roccia fluttuante.
«Ci sono solo due regole. Primo, sono proibite armi in questo combattimento. Secondo, darò io il via e la conclusione al duello» spiega il maestro. Non è un Omaticaya troppo vecchio, avrà qualche anno in meno del padre di Neteyam, è alto e snello.
Tutti gli allievi, sia maschi che femmine sono sulla nostra età, ci sono alcuni più grandi, forse io e Neteyam siamo i più piccoli.
Prendo il pugnale e la sua custodia, staccandomela dalla cinta e la butto verso l'estremità del cerchio, Neteyam fa lo stesso.
Questa roccia avrà approssimatamente 30 metri di diametro, io e Neteyam iniziamo a girarci in tondo aspettando il via
«Prometto di andarci piano» fa un piccolo sorriso Neteyam, ma entrambi sappiamo che io ho quasi battuto lui e suo fratello da sola.
«Non ti aspettare lo stesso da me» lo guardo
negli occhi
«Se avete finito di chiacchierare, potete cominciare» afferma il maestro
Attacco per prima, una delle poche cose che mio padre mi ha insegnato del combattimento è che la migliore difesa è l'attacco.
Neteyam mi schiva prontamente, ma non presta attenzione a dove mette i piedi e infatti gli faccio lo sgambetto e cade.
Molti Omaticaya ridono
«E lui dovrebbe essere il nuovo capo clan? Non riesce neanche a battere una ragazza» dice un ragazzo alla mia sinistra, Neteyam lo ascolta, ma non si gira verso di lui, è arrabbiato ora
«Non ti fare accecare dalla rabbia» dico schivando un pugno e poi un altro «La rabbia distrae dal duello. Devi avere la mente libera» gli consiglio, Neteyam invece si concentra sulla rabbia, questa può essere un grande punto di forza nei duelli, ma anche la più grande debolezza se si riesce ad usarla contro l'avversario. È esattamente ciò che faccio.
I colpi di Neteyam sono aggressivi e sta cercando di provare qualcosa, ma così non otterrà nulla, lo schivo velocemente e gli tiro un pugno dritto sulla guancia.
Neteyam si tocca la bocca sporca di sangue e mi guarda arrabbiato, ora è arrabbiato con me.
«Neteyam, la rabbia...» cerco di parlargli ancora, voglio che vinca questo combattimento, ce la potrebbe fare se non usasse la rabbia, per poco schivo un suo pugno
«Combatti» mi ringhia contro interrompendomi, così lo faccio, tiro fuori il meglio di me, usando solo poca della mia rabbia e sono molto più brava di lui a farlo.
In poco tempo prevalgo e sono in vantaggio su Neteyam, entrambi abbiamo pazziato diversi fendenti, sia in faccia che sul corpo.
Neteyam usa la mia stessa mossa contro di me, mi fa lo sgambetto e per assicurarsi la vittoria, mi stringe il collo tra entrambe le sue braccia bloccandomi.
Guardo verso il maestro che ci sta osservando attentamente, non da lo stop, non ancora, perché non ho ancora perso.
Neteyam fa lo stesso errore, si distrae, guarda il maestro e in pochi secondi ribalto la situazione, gli spingo la guancia contro la roccia, mentre gli giro il braccio dietro alla schiena, mettendomi sopra di lui.
Neteyam geme di dolore, non si libererà, la mia presa è di ferro, ha perso.
«Basta così» alza la mano il maestro, lascio andare immediatamente Neteyam alzandomi e gli porgo una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Neteyam grugnisce di dolore e si alza senza prendere la mia mano
«Ben fatto Zanya, ben fatto Neteyam. I prossimi due» il maestro indica altri due ragazzi, uno dei due è quello che ha preso in giro Neteyam, gli passa di fianco e gli tira una spallata, facendo grugnire di dolore Neteyam.
Mi giro di scatto verso il ragazzo e gli ringhio, lui mi ringhia a sua volta, se dovesse attaccarmi potrei batterlo comunque, con Neteyam ci sono andata piano e lentamente, ma con questo Omaticaya ci andrò pesante se continua così.
«Zanya» mi prende il braccio Neteyam
«Otsail» richiama l'Omaticaya il maestro, Otsail si avvicina di più a me, è molto più alto di me e mi potrebbe sopraffare in pochi attimi, ma non glielo permetterò, non tolgo lo sguardo dai suoi occhi, mi sfidano e a me piacciono un sacco le sfide, soprattutto perché le vinco sempre
Otsail poi indietreggia
«Fai bene a difendere il tuo fidanzato, non sa neanche difendersi da solo» ridacchia Otsail, forse ha un paio di anni in più di me e Neteyam, mentre sto pensando a dove tirargli un pugno, Neteyam mi procede, tira un gancio all'Omaticaya che lo fa finire a terra.
Finalmente il maestro si mette in mezzo tra i due litiganti
«Vuoi un altra prova che mi so difendere?» chiede Neteyam
«Basta così, per voi due la lezione è terminata» il maestro indica me e Neteyam
«Potere andare» dice il maestro, l'Ikran di Neteyam arriva poco dopo e entrambi saliamo sopra allontanandoci.

Avatar: the way of the air || Neteyam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora