Il sole della domenica mattina illuminò la stanza e si depositò sul viso addormentato del ragazzo che dormiva beatamente nel suo letto. La pelle chiara rifletteva quel bagliore che si spandeva anche sui suoi capelli scuri, adagiati confusamente sul viso e sul cuscino.
Bruno aveva passato la serata a divertirsi con quella ragazza, si erano incontrati, si erano baciati, si erano rotolati tra le lenzuola e poi si erano salutati senza ulteriori promesse. Non si fidava delle persone lui, non voleva mostrare la sua fragilità a nessuno, era stato oggetti di troppe critiche fin da piccolo, quindi aveva costruito un muro di mattoni intorno a sé e e non aveva alcune intenzione di demolirlo.
Niente sentimenti, niente dolore.
Lentamente riemerse dal mondo dei sogni e si stropicciò gli occhi, adorava svegliarsi con la luce naturale, creava l'illusione di non avere orari, obblighi, impegni.
Scostò le lenzuola leggere, rivelando un corpo coperto solamente da un paio di mutande grigie. I muscoli delle cosce si tesero quando fece lo sforzo di alzarsi dal materasso, i dorsali si allungarono quando portò le braccia sopra la testa per stirarsi la schiena, i bicipiti si ingrossarono da una parte e poi dall'altra, quando si inclinò lateralmente per distendersi meglio. Ruotò lentamente il collo, chiudendo gli occhi per ripararli alla luce del giorno e, quando abbassò le braccia, lasciò che le larghe spalle si rilassassero insieme al resto della sua ampia schiena.
Raggiunse il bagno, si lavò, poi tornò in camera e indossò un paio di pantaloncini sportivi larghi, lunghi fino al ginocchio e una canottiera oversize con sopra il logo una squadra di basket a caso. Afferrò il borsone poggiato vicino al suo letto e si diresse in cucina, dove trovò sua sorella e sua madre impegnate a fare colazione.
Prese posto su una delle sedie libere e afferrò un biscotto dalla confezione, masticando in silenzio, ma fu sua madre a rompere la quiete: "Vi siete divertiti alla festa, ieri sera?"
Carola si limitò ad alzare le spalle mentre Bruno decise di proferire le prime parole di quella giornata: "Come al solito"
Istintivamente un sorriso furbo spuntò sulle sue labbra e ciò non sfuggì alla sorella che si affrettò a ribattere: "Questa volta ricordi almeno il nome?"
"Bruno!" esclamò la madre costernata, poggiando la tazzina di caffè sul tavolo, dopo avergli rivolto uno sguardo indignato.
Il ragazzo non si lasciò intimidire e rispose, rivolto alla sorella: "E tu, hai cambiato sponda? Ti ho vista con quel ragazzo"
"Carola!" disse la madre, spostando la sua attenzione su di lei, pensando a chissà qualche azione stesse menzionando il figlio.
"Abbiamo solo parlato" si giustificò Carola, fulminando Bruno con gli occhi.
"Anche noi" scherzò allora lui, provocando nelle due donne un'alzata di occhi al cielo simultanea.
Bruno accennò una lieve risata, addentò un nuovo biscotto e continuò: "Comunque, quel ragazzo, ha un'aria familiare"
Carola sospirò e replicò: "È in classe con te, idiota"
"Paolo?" provò a indovinare il ragazzo, alzandosi dalla sedia.
"Fabio!" lo corresse la sorella, sospirando nuovamente mentre Bruno si chinava per afferrare il borsone che giaceva a terra.
"Questi nomi..." disse poi lui, tornando a raddrizzarsi con la cinghia del borsone che pendeva da una spalla per poi continuare, ma il suo cellulare prese a squillare. Il ragazzo lo sfilò dalla tasca e, non appena vide il nome sullo schermo, la sua espressione divenne di pietra. Chiuse la chiamata senza nemmeno rispondere e uscì della porta d'ingresso mormorando: "vado in palestra"

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Sapone alla vaniglia
RomancePer Fabio è stato un colpo di fulmine, nell'esatto momento in cui ha posato i suoi occhi su Carola. Carola ha iniziato a provare sentimenti confusi quando ha parlato alla sua compagnia di classe Cecilia, durante la sua prima settimana nel nuovo lic...