Bruno rientrò nel locale e ricominciò a farsi largo tra le persone, aguzzando la vista nonostante il buio che avvolgeva ogni angolo. Tornò al divano dove aveva trovato Carola e girò nella zona, ma di Cecilia non c'era alcuna traccia. Pensò che potesse trovarsi in bagno, chiese ad alcune ragazze nei paraggi di controllare per conto suo, ma non ebbe nessun riscontro positivo.
Dove diavolo si era cacciata? Forse era andata via da sola senza avvisare Carola, forse Bruno stava girando come un cretino alla ricerca di qualcuno che non c'era.
Forse Cecilia non era affatto ubriaca, si era fidato della parola di Carola ma come poteva essere scuro che fossero vere? Quella timida ragazza aveva fatto un grande sforzo per recarsi in quel locale, davvero aveva bevuto come Carola?
Bruno cominciava a dubitarne, pensava che lei non fosse in grado di lasciarsi andare, insomma girava coperta dalla testa ai piedi, non diceva mezza parola e raramente c'erano contatti visivi tra lei e le persone.
Bruno lo capiva, comprendeva le ragioni di questo suo comportamento e, proprio per questo, sapeva anche quanto fosse difficile uscirne.
Sospirò irritato, si passò una mano tra i capelli e si avviò verso l'uscita del locale, considerando conclusa la sua missione. Insomma, ci aveva provato, ma evidentemente Cecilia non c'era.
Si fece largo attraverso la pista da ballo per raggiungere il corridoio che conduceva all'uscita, respingendo un paio di ragazze che tentavano un approccio con lui e, proprio quando ne stava allontanando una terza, la sua attenzione fu catturata da qualcuno davanti a lui.
Poco distante, nel mezzo delle persone che si muovevano a tempo di musica, una massa di capelli ricci fluttuanti, attirò il suo sguardo.
Si era tolta la felpa e l'aveva legata in vita, rivelando un fisico asciutto e un seno abbondante, il collo sottile e le spalle esili. La canottiera che indossava aderiva al suo corpo e le lasciva troppa pelle scoperta, pelle che non aveva mai perso tanta aria prima, pelle che mostrava tutta la sua imperfezione.
Si muoveva agilmente, il suo corpo seguiva il ritmo della musica, i piedi si spostavano avanti e indietro, le braccia salivano sopra di lei per poi scendere lungo i fianchi, la testa dondolava, scuotendo i capelli ribelli. Gli occhi chiusi mostravano quanto fosse persa, aveva abbandonando ogni inibizione, non le importava nulla degli sguardi delle persone su di sé, non badava ai giudizi, non considerava le conseguenze.
Cecilia stava ballando come mai aveva fatto prima. Era libera da ogni catena, neanche nella sua camera si era mai sentita tanto leggera, anche se la testa le girava leggermente e, quello stupido sorriso che le era sputato sulle labbra, non voleva andarsene via.
Bruno non si mosse per qualche secondo, era sorpreso da quella visione, non si aspettava di trovarla così, non l'aveva mai immaginata in quel modo, non l'aveva mai guardata con quegli occhi. Era come se fino a quel momento, avesse avuto davanti una ragazzina imbranata e innocente, ma improvvisamente era diventata una donna.
Lui la vedeva come una donna. E pure attraente.
Non fece in tempo a formulare quel pensiero che un ragazzo si accostò a Cecilia e provò a ballare con lei. Fu allora che Bruno si rese conto che non era l'unico a guardarla in quella maniera.
Le macchie sulla pelle della ragazza, che lei considerava un problema, in quel momento non venivano notate da nessuno. La sicurezza che lei emanava, la rendeva appetibile, bella al di là di qualsiasi imperfezione. Anche se era una sicurezza illusoria dettata dall'alcol nel suo corpo.
Con un movimento rapido, Bruno si mosse verso di lei e la raggiunse veloce, giusto in tempo per notare il braccio del ragazzo spostarsi verso il corpo di Cecilia per attrarla a sé.

STAI LEGGENDO
Sapone alla vaniglia
Storie d'amorePer Fabio è stato un colpo di fulmine, nell'esatto momento in cui ha posato i suoi occhi su Carola. Carola ha iniziato a provare sentimenti confusi quando ha parlato alla sua compagnia di classe Cecilia, durante la sua prima settimana nel nuovo lic...