Bruno salì sull'autobus all'ultimo secondo, proprio quando le porte si stavano per chiudere. Riprese un attimo il fiato, si sistemò i capelli passando una mano tra essi e diede una rapida occhiata alle file di sedie davanti a sè. Addocchiò subito un posto vuoto sul fondo e si mise a camminare per raggiungerlo. Mentre percorreva il corridoio, il suo sguardo cadde sulla sorella seduta poco distante. Accanto a lei Cecilia che si assicurava di mantenere lo sguardo fuori dal finestrino, per evitare qualsiasi occhiata imbarazzante.
Un sorriso confuso nacque sul volto del ragazzo. Quelle due avevano fatto pace? E quando era successo?
Senza chiedere spiegazioni, arrivò a destinazione, poggiò lo zaino per terra e si sedette stancamente.
Non aveva dormito bene quella notte, non dormiva mai bene nell'ultimo periodo. Si era comportato da stupido, si era lasciato trasportare dei suoi impulsi, perciò il suo cuore era in tumulto. Perciò non dormiva bene.
Istintivamente i suoi occhi cercarono quella massa di capelli ricci che si trovava qualche passo avanti a lui.
Doveva ristabilire ordine dentro di sé. Doveva ritrovare sicurezza, controllo e freddezza.
Soprattutto freddezza. Non esisteva che quel caldo sentimento che stava nascendo dentro di lui venisse alimentato. Velocemente distolse gli occhi dalla ragazza e affarò il cellulare, nel tentativo di distrarsi.
Un messaggio da una certa Anna apparve sul suo schermo, Bruno lo aprì e un ghigno divertito si dipinse sulle sue labbra. Dentro sé non provò nulla.
Ecco, cosi doveva essere. Questo era il Bruno che sapeva gestire. Questo era il Bruno che doveva essere.
Varcò la porta della sua classe con tranquillità, le mani nelle tasche e lo zaino che penzolava mollemente dalla sua spalla. Sotto lo sguardo attento delle ragazze della classe e qualche timido saluto rivolto alla sua direzione, Bruno raggiunse il suo banco e si mise comodo allungando le gambe sotto esso.
Stava per afferrare il quaderno che gli sarebbe servito per la lezione, quando apparve davanti a lui il viso lentigginoso di Fabio.
"Ciao" disse con un'espressione entusiasta, ma con un tono deluso.
"Ciao" rispose perplesso Bruno "tutto bene?"
"Sì" borbottò Fabio, per poi aggiungere sottovoce: "No"
Bruno inarcò un sopracciglio, poggiò il quaderno sul banco e decise di approfondire: "Sì o no?"
"Sì e no" ribatte subito l'amico, causando una lieve risata dalla gola di Bruno.
"Sei strano" commentò quest'ultimo, afferrando anche l'astuccio mezzo rotto.
Fabio si sedette, al contrario, sulla sedia davanti al banco di Bruno, appoggiandosi con le braccia sullo schienale e abbandonando su esse la testa, come se la sua anima fosse dilatata da qualcosa.
Effettivamente, così era.
"Forse ho rivinato tutto." commentò con un sospiro.
"Tutto cosa?" cercò di indagare Bruno, con quel ragazzo non riusciva mai a capire quale fosse l'argomento di conversazione, ma temeva di poterlo immaginare vista l'aria affranta che aveva.
"Con tua sorella... io...." Fabio si portò entrambe le mani sugli occhi e aggiunse "L'ho baciata"
Bruno, improvvisamente puntò gli occhi su Fabio e con voce tuonante replicò: "L'hai baciata?"
Fabio lo guardò timidamente e fece un breve cenno con il capo.
"Sei un cretino" sentenziò Bruno. Sbuffò pensando a quanto si fosse incasinata la situazione ma, riflettendoci con attenzione, era più probabile che sarebbe stato Fabio a soffrire di questa situazione, piuttosto che sua sorella.
"Però..." aggiunse Fabio, richiamando l'attenzione dell'amico, "lei è scappata subito dopo. Secondo te cosa significa?"
Bruno assunse un'espressione pensierosa. Carola non sapeva come affrontare la situazione ed era scappata, ma non era compito suo chiarire la questione con Fabio al posto suo. Era lei che doveva rifiutarlo con chiarezza ma senza distruggerlo.
Bruno lanciò un'occhiata a Fabio che alternava sospiri e sbuffi e realizzò che forse era già irreparabile la quesitone: sicuramente a Fabio si sarebbe spezzato il cuore.
"Non saprei, amico" Bruno ci ragionò qualche secondo, osservò Fabio che attendeva speranzoso la sua risposta e, si rese conto che ci teneva a lui e non voleva ci restasse troppo male. Perciò decise di preparalo al calcio al cuore che lo aspettava.
"Fabio, lo dico per il tuo bene, non crearti illusioni, finirai per soffrire e nient'altro" concluse, tornando poi a occuparsi del suo zaino.
Fabio assunse un'aria afflitta e Bruno fu quasi sul punto di pensare che si sarebbe messo a piangere proprio lì, nel bel mezzo della classe, tra due banchi di scuola.
Stava già cercando un modo per risollevargli il morale, quando Fabio si lamentò: "Avrò rovinato pure la nostra amicizia in questo modo"
Improvvisamente una lampadina si accese nella testa di Bruno e, quasi senza rendersene conto, esclamò a voce alta: "!Ecco perché hanno fatto pace quelle due! Carola le avrà parlato di te"
Fabio lo guardò perplesso e chiese: "Chi ha fatto pace?"
"Carola e Cecilia" rispose veloce Bruno.
Il viso di Fabio, dapprima triste, si fece man mano sempre più radioso finché un sorriso apparve sulle sue labbra. Parlò davanti a Bruno ma, in realtà, stava ragionando con sé stesso: "Hanno fatto pace! Hanno fatto pace grazie a me! Quindi Carola ha parlato a Cecilia di me!"
Bruno si accorse di aver detto la cosa sbagliata davanti al ragazzo sbagliato. Il ragazzo più testardo e autolesionista che lui avesse mai conosciuto in vita sua.
"Fabio..." tentò di calmarlo Bruno "qualsisia cosa tu stia pensando, non credo sia una buona idea"
"Ho un'idea" esclamò Fabio proprio in quel momento, senza aver ascoltato minimamente l'amico.
"Ecco, appunto" mormorò tra sé Bruno, abbandonando la testa su una mano. Era fiato sprecato tentare di far ragionare Fabio.
"Forse dovresti sederti dritto e prepararti per la lezione" gli consigliò Bruno, nel tentativo di deviare i suoi pensieri.
"Devo parlare con Cecilia" disse invece Fabio, alzandosi in piedi con un certo impeto.
"Ma cosa...?" sbuffò Bruno, scuotendo la testa.
Fabio fece per movere qualche passo verso la porta dell'aula ma, fortunatamente Bruno lo bloccò, afferrandolo per la maglietta.
"Scrivile un messaggio, genio" sentenziò Bruno, abbandonando la sua missione di far desistere Fabio.
Era davvero fiato sprecato.
Eccoci, sono tornata! Mi scuso in anticipo per eventuali errori nel testo, non ho avuto tantissimo tempo per ricontrollare tutto, perciò lo farò con calma. Però ci tenevo a pubblicare il capitolo perché sono stata assente troppo tempo.
Ho deciso che dopo questo, pubblicherò tutti i capitoli insieme, fino a quello conclusivo.Ne ho già scritti parecchi, mi mancano quelli finali, quindi conto di pubblicare presto tutto quanto. Presto intendo dire a distanza di qualche giorno!
Voglio prendermi questo spazio per ringraziare tutti colori che, anche dopo un anno di attesa, sono qua a leggere queste righe. Quelli che mi hanno aspettato e hanno continuato a sperare in un finale per questa storia.
Baci baci
ZiaYetta

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Sapone alla vaniglia
RomantikPer Fabio è stato un colpo di fulmine, nell'esatto momento in cui ha posato i suoi occhi su Carola. Carola ha iniziato a provare sentimenti confusi quando ha parlato alla sua compagnia di classe Cecilia, durante la sua prima settimana nel nuovo lic...