55 - Bene

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Il natale e il capodanno erano passati lasciando dietro di sé grandi emozioni nel cuore di Cecilia, ma anche una certa amarezza.

Era riuscita a cancellare alcuni punti dalla lista di sua madre, tra cui ballare in mezzo ad una folla. Tuttavia la situazione con Carola non era cambiata rispetto a quando avevano parlato a casa sua e, nemmeno con Bruno c'erano stati grandi progressi. Era vero che aveva ballato con lei in quella piazza, le aveva sorriso e le aveva preso la mano.

Era stato come vivere un momento tutto loro, in un mondo tutto loro. Ma, una volta finita la musica, Cecilia aveva avuto l'impressione che quella piccola bolla nella quale erano racchiusi, scoppiasse. L'aveva capito da come era cambiata l'espressione sul volto di Bruno. Un attimo prima la guardava quasi con dolcezza e subito dopo, sul suo volto si era impressa la solita arroganza che nulla lasciava trasparire.

Non lo capiva. Non capiva il suo comportamento, si aspettava che fosse distaccato e disinteressato come accadeva la maggior parte delle volte che si incontravano per caso. Tuttavia, in diverse occasioni, si era mostrato premuroso, curioso e quasi dolce.

Era davvero così oppure Cecilia stava solamente alimentando il sogno nel suo cuore?

Bruno non sapeva come era capitato, un attimo prima era in quella piazza a parlare con alcuni amici e, il secondo dopo, stava ballando con Cecilia sotto gli occhi sorpresi dei presenti e con sua stessa sorpresa. Perché l'aveva fatto?

Non sapeva darsi una spiegazione razionale, il suo corpo si era mosso in autonomia quando aveva notato l'espressione serena sul volto della ragazza, i suoi movimenti aggraziati, i suoi ricci al vento, il sorriso sulle labbra.

Stradato sul letto di camera sua, la mente ricordò quelle labbra carnose che si poggiavano sulle sue, il sussulto che aveva provato, ma mascherato. Cos'era quella sensazione?

Ne aveva basciate tante di ragazza nella vita, alcuni baci erano stati intesi, altri frivoli, alcuni piacevoli, altri pure spiacevoli, ma non aveva mai provato qualcosa per un semplice contatto a stampo.

E soprattutto, non riusciva a spiegarsi perché proprio con lei. Che aveva questa ragazza da attratto tanto da agire sempre distinto in sua presenza?

Era perché si sentiva in dovere di proteggerla. Doveva essere questa la spiegazione. Con un sospiro, portò un braccio sopra il viso e si coprì gli occhi.

Ma perché si sentiva in dovere di proteggerla? Cosa gli importava a lui, di Cecilia?

Niente.

Dalla sua bocca uscì un verso di frustrazione e il suo braccio si spostò ricadendo sul materasso al suo fianco. Bruno si ritrovò a fissare il soffitto della sua stanza con più domande di quante risposte avesse trovato da quella riflessione.

Una cosa però, l'aveva capita.

Era una bugia. Quel niente, era una bugia.

Gli importava di Cecilia. Dannazione, gli importava.

E non voleva.

"Buon compleanno, tesoro" la svegliò Sergio quella mattina, entrando in camera sua con un muffin ricoperto di glassa e una candelini sopra esso.

Cecilia si sollevò dal cuscino stropicciando gli occhi ma non riuscì a trattenere il sorriso che apparve sulle sue labbra. Era metà gennaio, era il suo compleanno e sapeva che suo padre sarebbe stato l'unico a farle gli auguri.

Ma era abituata, era tutto normale, come gli altri anni.

Si mise a sedere sul bordo del letto e prese il muffin che lui le porgeva. Mentre Sergio intonava una stonata canzone di compleanno, Cecilia spense la candelini e fu grata di avere quell'uomo nella sua vita.

Sapone alla vanigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora