49 - Tris

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"Quindi il risultato di questa formula è 7" disse Fabio con aria seria, scrivendo a matita su un foglio il numero.

"No" lo corresse subito Carola, sporgendosi verso di lui per osservare i passaggi che aveva compiuto "è 10"

Fabio non prestò più attenzione al calcolo matematico, troppo concentrato ad ammirare la vicinanza della ragazza, il suo profumo fruttato, i suoi lunghi capelli lucenti, le sue dita affusolate che indicavano qualcosa sul quaderno.

"Come fai a non saperlo, sei più avanti di me come classe" stava scherzando Carola con una nota divertita nella voce.

Fabio si sentì punto sul vivo con quell'affermazione, si riprese e tentò di giustificarsi: "Insomma, perché devono usare delle lettere tra tutti quei numeri? È matematica non italiano!"

Carola si raddrizzò sulla sua sedia e scosse la testa mentre si lasciava andare a una lieve risata. Fabio la osservò come rapito, poi si rese conto di sembrare patetico e si affrettò a distogliere lo sguardo dal viso della ragazza e lo portò sul quaderno aperto davanti a lei.

Si rese conto che Carola aveva scritto sbagliata una formula di chimica e trovò la sua occasione per avere la rivincita. Indicò con il dito il punto errato e glielo fece notare: "Qua non è giusto"

Carola sollevò gli occhi su di lui con fare dubbioso ma lui non si lasciò intimorire e le prese la matita dalla mano, tornando poi in quel punto per correggere l'errore. Carola lo osservò con attenzione, non troppo convinta, ma dovette ricredersi quando lui le fornì una spiegazione convincente, aggiungendo poi: "Come fai a non saperlo?"

Carola colse l'ironia in quella domanda e gli diede una leggera spallata, scuotendolo un poco ma facendo affiorare un grande sorriso sulle sue labbra.

Fabio posò il suo sguardo ancora sul quaderno di Carola, indicò nuovamente con il dito e disse: "Anche qua è sbagliato"

Carola spalancò gli occhi per la sorpresa e tentò di nascondere ciò che aveva scritto, per evitare che lui trovasse altri sbagli. Fabio provò a tenere aperta la pagina e quella breve lotta provocò un certo divertimento nella coppia di amici.

Fabio avrebbe voluto passare ogni pomeriggio in quella maniera: a ridere con lei.

Ad un tratto alcune pagine del quaderno si girarono e rimasero aperte sopra dei fogli con degli scarabocchi. Erano firme a caso, frasi stupide e disegni per passare il tempo. Ma tra essi c'era un nome che non doveva comparire in quel momento: Cecilia.

L'espressione di Carola si rabbuiò lentamente e Fabio iniziò ad agitarsi, doveva fare qualcosa per evitare che lei si rattristasse nuovamente.

Nell'ultimo periodo aveva cercato di distrarla, di non farle pensare Cecilia. L'aveva deviata nei corridoi quando vedeva la ragazza in lontananza, aveva cambiato discorso quando qualcuno l'aveva nominata, aveva sgridato Bruno ogni volta che alludeva a lei.

Ma sapeva che l'unica cura davvero efficace alla sofferenza di Carola era il tempo. Lui poteva solamente tamponare il dolore, non poteva farlo sparire.

Velocemente prese la matita che giaceva vicino a loro e voltò il foglio, comprendo quel nome. Disegnò una griglia tre per tre e al centro fece un cerchio. Poi passò la matita a Carola e le disse: "Tocca te"

Lei, che sembrava persa nei suoi tristi pensieri, guardò la matita con confusione, poi notò la griglia disegnata e capì cosa intendeva Fabio. Con poco entusiasmo tracciò una X nell'angolo in alto a destra.

Fabio le prese la matita, sfiorando leggermente la sua pelle e creò un cerchio vicino a quello precedente.

"Chi perde, finisce i compiti dell'altro" sentenziò lui con un sorriso furbo sul volto.

Sapone alla vanigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora