31 - Fisica

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Fabio era emozionato più del dovuto per il compleanno della ragazza che ancora gli piaceva ma che avrebbe dovuto dimenticarsi. 

Così lei gli aveva fatto intendere. Così il cuore di lui si era rifiutato di comprendere.

Perciò Fabio tentava di comportarsi da amico, ma il battito che aumentava quando pensava a lei, rendeva il suo atteggiamento ridicolo.

Almeno in sua presenza riusciva a darsi un contegno, forse. Ma quando era con altre persone e parlava di lei, il suo sguardo lasciava trapanare ogni suo sentimento. Non era colpa sua, era la sua espressività che lo fregava.

Voleva organizzare qualcosa di speciale per Carola, voleva vederla raggiante, voleva sentirla ridere, voleva renderla felice. Ci aveva pensato tutta la sera, ma aveva scoperto che non la conosceva ancora abbastanza bene per sapere cosa desiderava veramente la ragazza.

Perciò quel giorno a scuola, non appena la campanella decretò la fine delle lezioni, afferrò lo zaino dal pavimento e schizzò fuori dalla classe, lasciando Bruno perplesso per quella corsa disperata.

Attraversò i corridoi schivando gli studenti e giunse a destinazione con un leggero affanno. Rimase in attesa appena dietro l'angolo, spiando la classe alla quale aveva puntato. Molti stridenti gli passarono vicino guardandolo confusi, ma lui non fece loro caso, aveva una missione da compiere e, da bravo soldato, non si permetteva distrazioni.

Ancora prima di vedere il viso di Carola, la riconobbe, la sua voce cristallina lo colpì come un proiettile e, improvvisamente, si sentì senza forze. Subito dopo la ragazza apparve oltre la porta dell'aula e iniziò a percorrere il corridoio, diretta verso le scale, esattamente dove si trovava Fabio.

Accanto a lei c'era Cecilia, camminava con la sua solita andatura silenziosa, le spalle leggermente incurvate ma, al contrario della altre volte, il suo sguardo era sollevato, rivolto alle parole di Carola.

Fabio fece un profondo respiro, prese coraggio e uscì dal suo nascondiglio proprio mentre le due stavano per svoltare l'angolo.

Per poco non ci fu una collisione ed  entrambe si spaventarono, sobbalzando sul posto.

"Fabio" esclamò Carola con una mano sul petto "mi hai fatto prendere un colpo"

Il ragazzo sorrise imbarazzato, non era proprio così che aveva pianificato la sua entrata, forse aveva sbagliato i tempi, perciò si passò una mano sulla testa e distolse lo sguardo.

Cecilia si limitò a osservarlo qualche secondo, poi abbassò gli occhi sul pavimento, consapevole di non essere lei l'oggetto dei desideri della persona che avevano di fronte.

"Va tutto bene?" gli domandò Carola, notando che Fabio sembrava in difficoltà.

"Certo" esclamò con troppa convinzione lui, non era capace di agire in maniera naturale quando si stava sforzando per trovare una scusa plausibile.

Era davvero una frana con le missioni.

"Stavamo andando alla fermata" gli spiegò Carola, come per suggerirgli di sposarsi per farle passare "vieni con noi?"

Fabio la guardò confuso, era evidente che il suo cervello stava lavorando più veloce del previsto.

"No" disse in un soffio "non posso. E neanche Cecilia può" continuò, sollevando poi gli occhi verso il cielo alla ricerca di una spiegazione.

Cecilia, sentendo il suo nome, alzò piano la testa e corrugò le sopracciglia, ogni volta che qualcosa si scostava dalla sua solita routine, lei inziava ad agitarsi.

Sapone alla vanigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora