♤ A long war ♤

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L'odore del ferro impregnava l'aria di quella mattina fredda di dicembre, mescolandosi alla leggera nebbia che circondava e offuscava i corpi di chi sconfitto cadeva a terra e chi vincitore, fiero, con le spalle larghe e la testa alta, guardava dall'alto come un falco la proprio preda, la vittima della sua lama giacere ai suoi piedi.

La terra schiacciata alla sua spalle svegliò l'udito della ragazza che per qualche istante era stato sopraffatto dalle grida della morte che la circondavano, facendola girare giusto in tempo per poter parare con il piatto della propria spada la lama nemica che si fermò a solo un centimetro dal suo viso.

I suoi occhi si incontrarono con quelli stranieri dietro la maschera del nemico, rimanendo incatenati nella loro profondità mentre con un giro veloce del polso costrinse verso il basso la lama dell'avversario, forzandolo in una posizione più vulnerabile e riuscendo così a fargli perdere l'equilibrio con solo un calcio laterale.

Quando i suoi occhi di nuovo incontrarono quelli sfortunati del soldato a terra sotto il suo sguardo impassibile, non vide neanche un segno di paura o di pentimento per tutto il dolore che lui, insieme a tutto il resto del suoi compagni di armi ormai giacenti morti intorno a loro due, avevano recato al suo popolo. E mentre affondò lentamente la lama della sua spada nel suo petto vedendo la vita spengersi nel suo sguardo e la sua anima dannata, perché macchiata di crimini che non avrebbe ricevuto nessun perdono se non le pene degli inferi, sentì quel vuoto nel suo petto colmarsi di un altro piccolo e miserabile pezzettino.

Quando lo spettacolo sotto di lei era ormai finito, portò lo sguardo intorno a se e in quel momento, come se fino a quel momento tutto il resto era stato scacciato dai suoi sensi, sentì le grida di gioia dei suoi compagni e vide le lacrime di tutte quella persone che per tutti quei anni erano state rese schiavi dalla malvagità di quelle persone.

<< Abbiamo vinto, Shin. >> E di nuovo quella voce che nel corso dei sette anni passati aveva sentito ripeterle quelle stesse parole, mai si era stancata di sentirla, perché solo quando lo vedeva davanti a se, vivo e sorridente, sapeva che avevano vinto davvero...

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