♧ Chapter six ♧

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Un silenzio fendeva l'aria di quell'immensa sala e l'unico rumore che lo interruppe fu quello del calice di Yeji che riposò sul tavolo.

<< Puoi fare più attenzione, Yeji? >> Era raro che la madre la chiamasse con il proprio nome, era più solita ricoprirla di piccoli nomignoli pieni di affetto; ma in quel momento tutto l'affetto era scomparso senza preavviso, o meglio, la ragazza si sarebbe aspettata un cambiamento nell'atteggiamento della madre, soprattutto dopo quello che era successo giorni prima, ma non si sarebbe di certo aspettata che durasse per così tanto tempo...

<< Madre- >>

<< No, Yeji, ti ho detto che non voglio sentire neanche un fiato da parte tua... >> La interruppe alzando la mano sinistra. << A meno che tu non voglia prima chiedere scusa a quel povero Enrique. >> Le chiese con un sopracciglio alzato, mentre delicatamente si passò un panno sulle labbra per pulirle, come se già conoscesse la risposta della figlia.

"Povero" non era proprio l'aggettivo che Yeji avrebbe usato per descrive Enrique, quel grande pezzo di-

Fermò subito il corso dei suoi pensieri prima di lasciarsi a volgarità del tutto inutili, del resto era sempre una principessa e non solo le sue parole dovevano essere all'altezza di tale ruolo.

<< Assolutamente no, non chiederò scusa a un pervertito. >> Ma decise comunque di mantenere la propria posizione.

<< Ancora con questa storia del "pervertito"? Yeji è il tuo maestro di danza, è normale che ci sia un minimo di contatto fisico- >>

<< Quello per te era "un minimo di contatto fisico" ? >> Chiese incredula, sentendo ancora le mani di quel viscido scorrere lungo la sua pelle mentre volteggiavano per la sala dei balli.

Quelle mani che l'avevano tenuta per i fianchi mentre roteavano su i piedi e il suo viso troppo vicino al suo a tal punto che poteva sentire il suo respiro strofinarsi sul suo volto, costringendola a chiudere gli occhi per non incontrare il suo sguardo che non conteneva nulla di puro e portando la ragazza dai capelli come fili di rame a sbagliare continuamente i passi e a prolungare quella tortura.

Ma sapeva fin troppo bene come tutto quello agli occhi di qualsiasi persona sarebbe sembrato semplicemente una normalissima danza, anche se lei sapeva fin troppo bene che non era così e per questo aveva fatto quello che aveva fatto, anche se ad altri sarebbe sembrata una pazzia, a lei non importava...

<< Yeji, è inutile che cominci con questa storia solo per evitare di andare a lezione di danza, non funzionerà... >> Continuò la madre con la sua ramanzina, interrompendosi solo per tirare un sospiro stanco. << ... e inoltre il tuo atteggiamento l'altro giorno è stato del tutto inaccettabile, per la misera, sei una principessa Yeji, la futura regina di questo regno e devi imparare a saperti controllare e comportarti in modo adeguato. >>

<< Mi comporterò in modo adeguato quando lui comincerà a comportarsi in tale modo. >> Incrociò le braccia, non volendo lasciar cadere il proprio punto nella discussione.

<< Come si deve comportare? Se neanche ti può sfiorare come dovrebbe insegnarti a danzare, eh Yeji? Non pensi di stare esagerando? >> Il riferimento era chiaramente allo schiaffo che aveva dato al proprio insegnante quando, dopo almeno quattro volte che avevano ricominciato perché lei continuava a sbagliare, troppo preoccupata ad allontanarsi dall'alito disgustoso di quell'uomo, aveva sentito il suo respiro avvicinarsi troppo alla suo collo e la sua pelle rabbrividì al solo ricordo.

Chiunque avesse visto quella scena da fuori non avrebbe mai dubitato che ci fosse qualcosa di strano nel modo in cui i due erano troppo vicini, come le mani di lui erano scese lungo la schiena di lei mentre volteggiavano e avevano aggrappato i suoi fianchi con più determinazione del solito, portando il corpo di lei troppo vicino al suo; o come quella voce rivoltante le aveva sussurrato all'orecchio di rilassarsi, prima di lasciare scivolare giù le sue labbra e appoggiarle sul suo collo, per baciarle la pelle.

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