Non andava decisamente tutto bene.
Le urla strappavano il silenzio della notte in mille pezzettini.
Urla di dolore e di rabbia circondavano come in assedio Ryujin, mentre con la lama parava un colpo dopo l'altro e con gli stivali affondava nella neve mentre cercava di fuggire dagli attacchi.
Quattro contro uno.
Con una corsa si allontanò dagli aggressori, mentre quelli la inseguivano imprecando ad alta voce in quella fredda e nuvolosa notte.
Avvistò un grosso ramo coperto di neve, all'altezza del suo stomaco e prese la rincorsa.
Lo superò con un salto, ma non continuò a correre, anzi si fermò e girandosi afferrò quel ramo con più forza possibile, tirandolo a sé, prima di lasciarlo andare.E questo naturalmente ritornò nella sua posizione originaria, con una forza tale da scaraventare due dei soldati a terra, lasciandoli senza fiato e completamente ricoperti di neve.
Con un ghigno di beffa Ryujin aspettò che anche i due soldati rimasti in piedi l'avessero raggiunta, per potersi godere come la loro espressione mutò prima in confusione e poi in rabbia pura.
<< Che sbadata!.. Colpa mia. >> Si lasciò scappare prima di ricominciare a correre.
Il suo respiro affannato lasciava le sue labbra, arrancando con fatica contro quell'aria fredda, che minaccia di congelare le sue dita, chiuse intorno all'elsa della spada, in ghiaccioli.
Fiocchi di neve cadevano tutto intorno, colorando di bianco quella foresta e ricoprendo i rami di quei alberi di coperte bianche che brillavano sotto lo sguardo della luna.
Piccoli fiocchi cadevano davanti ai suoi occhi, posandosi sulle sue ciglia e sulle sue guance.
Ma quando riportò la sua attenzione al rifuggio sulla sua destra, la neve passò in secondo piano, la sua attenzione si spostò sul generale e il castano... e non si trovavano in un situazione migliore della sua.
Erano circondati da almeno una decina di soldati, da quello che era riuscita a intravedere e li stavano respingendo a fatica.
Felix teneva la spada solo con la mano destra, la sinistra invece era stretta intorno alla spalla, sangue colava giù tra le dita, brillando in quella notte.
Chris invece respingeva contemporaneamente attacchi da destra e da sinistra. La sua spada parava colpi frequenti mentre il respiro stanco alzava il suo petto e lasciava le sue labbra leggermente socchiuse, mentre le sue sopracciglia erano corrugate dalla concentrazione e un singolo filo di sangue scendeva lungo la sua tempia.
La bianca si trovava più in alto rispetto a loro, là dove quella foresta cominciava ad arrampicarsi sulle pendici di una collina.
Si era allontanata dal rifugio nel tentativo di condurre parte dei soldati via da lì, ingannandoli a seguirla in quella rincorsa senza fine.
Aveva cercato di dividerli per indebolirli, ma aveva catturato l'attenzione solo di quattro soldati... ma questo non l'avrebbe scoraggiata a metterli fuori gioco il prima possibile.
Il suo sguardo cominciò a vagare veloce intorno a sé, cercando qualcosa, un idea su cosa fare e su come aiutare gli altri due.
E quando i suoi occhi si fermarono su una piccola sporgenza, che innaturalmente non seguiva il naturale andamento della collina, ma ribelle si era fermata prima di raggiungere la cima e si era voltata dall'altra parte affacciandosi pericolosamente sulla valle alle pendici... un'idea folle cominciò a covarsi nella sua mente.
E così cambiando direzione della sua corsa e cercò di raggiungerla il più in fretta possibile, mentre il suono dei passi dei due soldati continuava a inseguirla minaccioso, accompagnato da altre imprecazioni.
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Ars ensis
Fantasy"Ars ensis" Non sarai tu a scegliere di diventare cavaliere, non sarai tu a scegliere quale lama imbraccerai in battaglia, chi grazie ad essa salverai, o chi con questa punirai... Perché sarà la vita per prima a farti scegliere, ponendoti davanti d...