Delle spalle larghe coprivano la sua visuale, nascondendo ciò che stava accadendo davanti a lei, ma non riuscendo a nascondere gli strilli e le voci.
<< No, ti prego- >>
<< Ho detto di stare zitta! >> Il suono dello schiaffo risuonò in quella notte.
Brividi scesero lungo la schiena di Yeji quando sentì quella voce, che già troppe volte in quei anni aveva sentito, mentre ricordi di quando quella stessa voce le sussurrava all'orecchio cose impure, mentre danzavano, immobilizzarono il suo corpo, incapace di reagire.
Ma quando sentì il suono di un altro schiaffo, sussultò e vedendo il corpo di una ragazza dai capelli biondo cenere, con il volto ricoperto di lacrime e di paura, cadere a terra, riuscì a risvegliarsi dalla paralisi che l'aveva intrappolata e resa impotente.
Non sapeva cosa stesse facendo, o cosa stesse succedendo, ma il suo corpo a quel punto riprese vita e agì per conto proprio, senza dare spazio a pensieri o ragionamenti, agì di istinto e dopo aver raccolto un ramo che era caduto da un albero di arance a qualche metro da lei, si avvicinò ai i due e quando vide che lui si stava per fiondare sul corpo della ragazza che a terra si trascinava indietro, avvolta dal terrore, fece cadere quel pezzo di legno sul capo di quella figura che le dava le spalle, con tutta la forza possibile.
E mentre lui era caduto sulle propria ginocchia, reggendosi la testa che sanguinava, rilasciando lamenti di dolore che rimbombavano in quel silenzio, prese la mano della ragazza e aiutandola ad alzarsi, corsero via da lì, senza guardarsi dietro neanche per un secondo.
Solo quando Yeji arrivò nella propria camera, chiudendo la porta alle sue spalle e facendo rigirare la chiave per due giri, solo allora riuscì a tirare un sospiro di sollievo, sapendo che sia lei sia la ragazza erano al sicuro.
Ma quando si girò per controllare come stesse, il suo cuore si strinse alla vista davanti ai suoi occhi.
La poveretta era caduta a terra in un caos di singhiozzi e lacrime, che scendevano come un fiume sul suo viso, mentre il suo corpo tremava, traumatizzato da tutto quello che era successo.
<< Ehi... >> Cercò di avvicinarsi, ma quella cominciò a indietreggiare da lei, con la paura che le impediva persino di alzare il volto.
Ma quando l'altra si ritrovò con le spalle contro il letto, non avendo più una via di fuga, si lasciò ad un pianto rumoroso, nascondendo il volto nelle proprie ginocchia e tra le propria braccia.
<< Sei al sicuro adesso, davvero... Enrique non può venire qui. >> Mettendosi seduta accanto alla ragazza, lasciando giusto un po' di spazio tra le due per non crearle troppo sconforto, notò le spalle di lei sussultare nel sentire quel nome.
E così passarono dei minuti in totale silenzio, o quasi, l'unico rumore era il pianto di lei che con il tempo si ridusse a brevi singhiozzi.
Ma Yeji decise di lasciarle prendere tutto il tempo di cui aveva bisogno e nel mentre, appoggiando il proprio viso sulle proprie ginocchia, lasciò lo sguardo vagare per la stanza e fermarsi a fissare il vuoto...
Quel vuoto che era pieno di quei piccoli momenti che aveva passato con Enrique, quasi insignificanti, momenti in cui si era sentita a disagio con il ragazzo per il suo atteggiamento, per le sue parole; si era sempre ripromessa che quei piccoli momenti non significassero nulla, che nulla le sarebbe potuto succedere in quel castello, che fosse al sicuro, ma più il tempo passava più sembravano ingigantirsi nella mente della rossa e diventare incubi nel suo sonno e dopo quello che era successo quella sera, sapeva che quei momenti non era solo piccoli momenti "insignificanti"...
Perché anche se lei si sentiva al sicuro il quel palazzo, non era l'unica a soffrire per le azioni di quell'uomo... Chissà quante ragazze avevano sofferto quello che lei aveva sofferto, ma senza avere qualcuno a cui rivolgersi o senza un titolo che le rendesse, almeno in un certo senso, intoccabili...senza la sicurezza di avere un intero corpo di guardie che per ogni problema o pericolo sarebbe corso a salvarle... senza la sicurezza che non sarebbero mai state lasciate da sole con quell'uomo, completamente alla sua mercé, senza nessuno...
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Ars ensis
Fantasía"Ars ensis" Non sarai tu a scegliere di diventare cavaliere, non sarai tu a scegliere quale lama imbraccerai in battaglia, chi grazie ad essa salverai, o chi con questa punirai... Perché sarà la vita per prima a farti scegliere, ponendoti davanti d...