♧ Chapter seven ♧

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Quando la notte era calata sul castello e l'unico suono che accompagnava quel silenzio era il fischiettio dei gufi tra i pini e le querce, un altro leggero rumore cominciò a fare irruzione in quella sinfonia ed era il rumore del metallo che si scontrova con altro metallo.

O per essere più precisi, il rumore di un fermaglio in argento che faceva il lavoro sporco di tentare di aprire la serratura di una porta ben chiusa.

E mentre le mani della ragazza, dai capelli come il rame, maneggiavano quell'oggetto così prezioso tanto per il suo materiale quanto per chi glielo avesse regalato, con lo sguardo di tempo in tempo squadrava quell'ala del palazzo per intravedere anche il minimo cenno di vita.

Se una guardia, o peggio la madre, si fossero diretti verso il talamo della regina consorte, proprio in quel momento, sarebbe stata la fine per la giovane principessa.

Ma dopo alcuni movimenti con il polso che provocarono dei suoni invitanti, la ragazza con la lingua intrappolata tra i denti per la concentrazione, riuscì ad aprire quella porta con un perfetto click.

Con un sorriso vincente entrò nella stanza della madre, ringraziando nei propri pensieri il padre per avergli regalato quel fermaglio e averle insegnato quel vecchio trucchetto, che poteva tornare sempre utile.

Facendo scivolare lo sguardo lungo la stanza, con pochi secondi intravide il motivo per cui aveva fatto irruzione lì e si affrettò a recuperarlo, il bagno serale della madre sarebbe finito a momenti.

Ma mentre frugava tra le lettere della madre, una catturò la sua attenzione. Firmata "Edward", il Primo Ministro.

E anche se sapeva che non aveva il diritto di leggerla, la sua curiosità ebbe la meglio e l'aprì.

" Mia cara Elisabeth,

qua a Palazzo le cose stanno andando molto meglio, qualche settimana fa ho ricevuto la lettera che stavamo tanto aspettando, tutto procede come d'accordo... E se non ci saranno ulteriori imprevisti, o rinvii, in breve tempo potrete fare finalmente ritorno alla Capitale... e sono sicuro che le altre casate nobiliari saranno più che liete di sentire una notizia così positiva in tempi così oscuri quando l'annunceremo... "

E leggendo quella frase Yeji non riuscì a trattenere un sussulto, sarebbero davvero potute tornare alla Capitale, presto?

" Non vedo l'ora di poterti rivedere. "

Ma le sopracciglia di Yeji si corrugarono a quelle parole, confuse per quel tono troppo... troppo familiare.

" E molto probabilmente potremmo vederci prima del previsto, perché c'è stato un piccolo cambio di programma e ho preferito venire io stesso al Castello per scortare voi con il nostro nuovo ospite... "

Ma gli occhi di Yeji, impazienti di scoprire di più sul loro ritorno, scivolarono lungo le linee seguenti di quella lettera e un ulteriore interrogativo sorse nella sua mente a quelle parole. "Il nostro nuovo ospite"? Quale ospite? La madre non le aveva parlato di nessun ospite. E soprattutto, chi era?

" I preparativi per il grande evento sono già iniziati e sono veramente lieto che dopo tutto tu abbia capito l'importanza di tale evento, sono felice che tu abbia riposto la tua fiducia in me per questa decisione e ti assicuro, non ti deluderò mia cara... "

"Il grande evento"? Che cosa voleva dire? Perchè c'erano così tante cose che la madre le aveva tenuto nascoste?

" Una volta che tutto questo sarà finito e finalmente non dovremmo più preoccuparci di niente, finalmente potremmo stare liberamente- "

Ma prima che potesse leggere l'ultima frase della lettera un rumore di passi e voci distanti la fece sobbalzare sulla sedia e subito rimettere la lettera al suo posto.

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