♧ Chapter eighteen ♧

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E proprio come il giorno precedente, quelli ancora prima e forse anche come quelli che sarebbero seguiti prima della loro partenza per la Capitale, Yeji si ritrovò un'altra mattina seduta a quel tavolo rotondo, a fare colazione su quella terrazza in compagnia della madre e del Primo Ministro, Edward.

Di quel ragazzo dai capelli bianchi, come le nuvole che viaggiavano serene sopra le loro teste, non ne aveva più visto la minima traccia. Molte volte aveva fatto ritorno alla Serra, nella speranza di poterlo rincontrare, ma ogni volta l'unica cosa che trovava ad accoglierla era il canto dei pappagalli, che cercavano di alleviare la sua delusione.

Avrebbe voluto chiedere di lui alla madre, o meglio ancora al Primo Ministro, ma le poche e rare occasioni che aveva di incontrarlo si riducevano solo a quelle brevi e inutili colazioni.

Inutili perché Yeji ogni volta che si sedeva a quel tavolo sentiva la bocca del suo stomaco chiudersi e ripudiare ogni sorta di cibo, accettando soltanto il calore familiare del tè, perché la sua fame semplicemente volava via da lei, per sua grande invidia, quando i suoi occhi si posavano sulle due figure davanti a sé, mentre si scambiavano sorrisi e parole... troppo dolci.

Brevi come la pazienza della principessa davanti a quel teatrino. I suoi occhi riuscivano solo per poco a sostenere la vista della madre che guardava un altro uomo, che non fosse il padre, con quei occhi così pieni di am- no. E ogni volta che la sua mente formava quei pensieri, Yeji era veloce ad alzarsi da quel tavolo e correre via, dopo aver formato qualche stupida scusa sul perché fosse troppo impegnata quella mattina per continuare a fare colazione con loro, nel tentativo disperato di allontanarsi dai due prima che quei pensieri avessero raggiunto il suo cuore e lo avessero distrutto.

Perciò nonostante quella settimana passata con la disgraziata presenza del Primo Ministro al suo tavolo, mai aveva avuto l'occasione di poter apprendere qualche informazione in più sul suo ritorno alla Capitale, o su quel misterioso ragazzo. Tranne la sua presenza mattutina a colazione e la lunga camminata con la madre per i quattro giardini del castello, Edward per il resto della giornata si ritirava nelle sue stanze, con la scusa di avere troppa corrispondenza a cui rispondere e troppi impegni diplomatici di cui occuparsi.

E Yeji aveva anche pensato di entrare di nascosto nella sua stanza, nella speranza di trovare scritto su qualche lettera le risposte che la sua mente da sola non riuscivano a trovare. Di certo non sarebbe stato difficile né nuovo per lei fare irruzione in una stanza nella quale non avrebbe dovuto trovarsi, ma le due alte e grosse guardie, sempre presenti al di fuori della porta della sua stanza, erano un motivo valido per non provarci.

Forse però quella mattina la principessa era stata più fortunata dei giorni precedenti e di certo non si sarebbe fatta scappare quell'occasione.

Perché quella mattina il Primo Ministro dopo aver camminato per più di un ora a braccetto con la madre per i giardini, una volta che l'ebbe riaccompagnata verso l'entrata del Castello, invece di fare rientro anche lui alla sua camera come consuetudine, diede le spalle a quelle mura di pietra e ricominciò a camminare per i giardini.

Non che Yeji avesse spiato lui e la madre così a lungo, da sapere ormai a memoria la loro routine mattutina e accorgersi se ci fosse stato anche solo un piccolo cambiamento... va bene, forse era leggermente preoccupata e decisamente sorpresa della relazione tra i due e forse aveva sentito il dovere di figlia, ma anche di principessa, di accurare la verità e forse... va bene, aveva passato gli scorsi tre giorni a spiarli, ma questo adesso non era importante, ciò che era importante era che la sua dedizione aveva finalmente portato dei frutti.

Così si mise a seguire il Primo Ministro, cercando di tenersi a una distanza tale da non essere vista né sentita, ma allo stesso tempo che le lasciasse sempre una visuale chiara sull'uomo, per non perderlo mai di vista.

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