<< Lasciatemi andare! Lasciatemi!
Sta mentendo!
Io non ho fatto assolutamente nulla!
Non potete farlo! >>
E nonostante c'erano metri di distanza tra i due, cinque guardie del corpo reale e delle manette alle mani di Enrique, che avrebbe dovuto far sentire Yeji al sicuro, non riusciva dal trattenersi dal rabbrividire nel sentire quella voce o quando i suoi occhi, iniettati di rabbia, si fermarono su di lei.
<< Tu! ... Sei solo un ragazzina viziata! Una brutta bugiarda! >> E così gli insulti continuavano a uscire, intrisi di odio, dalla bocca del ballerino, mentre veniva trascinato fuori dalla sua camera.
<< Guardie, voglio questa razza di rifiuto fuori da questo palazzo assolutamente adesso! >> Con autorità la madre di Yeji ordinò alle guardie, mentre avvolse un braccio attorno alle spalle della figlia, avendo notato di come aveva cominciato a tremare.
<< Vostra maestà, il signor Enrique sarà condotto nelle segrete del castello e la prossima settimana partirà con una scorta per la Capitale, dove sarà rinchiuso nel carcere reale. >>
<< Fate quello che dovete, basta che questo insignificante essere stia il più lontano da mia figlia. >> E così Enrique fu trascinato via, lasciando soltanto un silenzio sconfortevole.
Quando Yeji si era liberata dalla presa della madre e stava per ritornarsene nelle proprie stanze, la voce della madre la fermò.
<< Yeji... ti volevo chiedere scusa. >> La madre si avvicinò a lei e fece per prendere le sue mani nelle sue. << Sono stata una stolta a non ascoltarti, a non capire quanto la situazione fosse grave... sono lieta che tutte quelle ragazze abbiano voluto dire la verità. >> Yeji aveva passato giornate interne a parlare con la propria servitù, tra le sale del palazzo, le cucine, la lavanderia, le stalle... ed era riuscita a convincere alcune di loro a parlare con la regina consorte, per poter dare validità alla causa che da tempo portava avanti alla madre, ma che era sempre stata da lei ignorata. << ... se quelle ragazze non avessero mai parlato... chissà cosa ti sarebbe potuto succedere e tutto per una mia impunità, che razza di madre posso essere mai! >>
Ma a quelle parole Yeji arricciò le sopracciglia e fece scivolare via le proprie mani da quelle della madre.
Senza dire una parola si allontanò via, ignorando i continui richiami della madre.
Per lei era tutta una questione della sua sicurezza, ma tutte quelle altre ragazze che come lei avevano sofferto per le azioni di quell'uomo, forse per azioni anche peggiori, non importavano? Se non ci fosse stata di mezzo Yeji, la madre si sarebbe così preoccupata per loro, avrebbe preso dei provvedimenti, o avrebbe fatto finta di niente?
Purtroppo anche se la ragazza non voleva conoscere la risposta, sapeva già quale sarebbe stata.
Quella era la triste verità. Vivevano in una realtà lacerata dalle classi di prestigio e dalla ricchezza, che dividevano la popolazione e allontanavano le persone, e mentre alcune le alzavano su un piedistallo, altre le facevano sprofondare nel fango.
Nel tardi di quella sera...
Al chiaro di luna faceva scivolare le dita tra quelle pagine, rileggendo ancora per la centesima volta quel libro sulla magia.
Era uno dei suoi preferiti. Era stato un regalo per il suo decimo compleanno ed era stata proprio la nonna a regalarglielo, proprio poco prima della sua morte, dell'incidente... se così si poteva chiamare.
Era un libro che ripercorreva la storia della magia fin dall'albore dei tempi, riportava la sua storia e la sua ramificazione nell'essere umano, la sua diversificazione per ogni tribù del continente.
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Ars ensis
Fantasy"Ars ensis" Non sarai tu a scegliere di diventare cavaliere, non sarai tu a scegliere quale lama imbraccerai in battaglia, chi grazie ad essa salverai, o chi con questa punirai... Perché sarà la vita per prima a farti scegliere, ponendoti davanti d...