PRIMO CAPITOLO CARTACEO

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HO PENSATO DI LASCIARVI QUI SOTTO IL PRIMO CAPITOLO DELLA VERSIONE CARTACEO. SICURAMENTE, NOTERETE LE DIFFERENZE. FATEMI SAPERE SE VI PIACE.

Capitolo 1

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Capitolo 1

Corro come ogni mattina in mezzo al bosco, la musica ad alto volume rimbomba nella mia testa. Mi aiuta a non pensare. Questo è il momento per sfuggire alla realtà. La mia realtà.

Da quando i miei genitori sono morti l'anno scorso a causa di un incidente stradale, la mia vita è cambiata. Io sono cambiata. Dove prima c'era la gioia, adesso c'è il vuoto. E pensare che ero così felice! Ma adesso nulla ha più senso per me. Non avrei mai immaginato una cosa del genere, neanche nel peggiore dei miei incubi. La mia vita si è trasformata, da "tutto" a "niente". I miei genitori erano fantastici, non mi hanno mai fatto mancare nulla. Noi tre eravamo una forza della natura. Non avevamo il solito rapporto genitore-figlio, loro erano i miei migliori amici. Tiravano fuori la parte migliore di me. Ma quell'Elisa non esiste più. Avendo 20 anni ho potuto scegliere di vivere da sola, evitando così di finire chi sa dove. Non che io non ami i miei parenti ma non ho mai avuto un vero e proprio legame con loro. Dopo la morte di mamma e papà, ho scoperto che i miei genitori avevano pensato al mio futuro, lasciando un'ingente somma di denaro. Essendo figlia unica ho ereditato tutto: casa, macchina e ciò che ne comporta. Non mi manca niente ma è come se mi mancasse tutto. Un mese fa ho preso la decisione di trovare un lavoro e continuare l'Università di Legge. Credo che mi farà bene avere degli obiettivi; e poi, a dirla tutta, ho uno scopo ben preciso: diventare avvocato. Questa decisione è maturata quando ho scoperto che i miei sono morti a causa di un uomo alla guida in stato di ebbrezza che ha perso il controllo della macchina, finendo nella corsia opposta. Il destino crudele ha voluto che si scontrasse violentemente con il veicolo dei miei genitori. Ma è stata la Giustizia a farlo uscire dal carcere dopo soli 6 mesi. Quando ho ricevuto la notizia, volevo spaccare il mondo. Tutto quello non era giusto. Ecco perché vorrei diventare avvocato, perché certe ingiustizie non accadano più. Almeno nel mio piccolo, ci voglio provare.

Ieri sera sono rimasta seduta per diverse ore davanti al computer. Ho spedito curriculum a ogni azienda che conta in città. Sono scrupolosa, quindi ho letto e riletto il contenuto dei documenti che stavo inviando. È necessario per me trovare un impiego part-time, poiché altrimenti non riuscirei a frequentare l'università, e devo mantenere una media alta per la borsa di studio. Non devo pagare l'affitto di casa ma il costo della vita è troppo oneroso, anche se sono una persona semplice. Non acquisto abiti e scarpe firmate, sono un tipo da t-shirt, jeans e scarpe da ginnastica. Rientrata a casa, dopo la doccia, mi rimetto alla scrivania. Osservo l'ultimo curriculum, quello da inviare alla Truston. "Figuriamoci se mi assumono quelli" penso con il foglio in mano. La Truston è la società più importante della città, anzi del Paese. Per avere un appuntamento con il proprietario bisogna attendere settimane.

«Non gli daranno neppure un'occhiata» borbotto tra me. «Beh» mi dico. «Tentar non nuoce». È meglio tirare fuori le unghie, se voglio davvero diventare avvocato.

BELLO MA DANNATO AttrazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora