Capitolo 24

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Sono in attesa di andare dritta all'Inferno. Sono le 18:00 e lui sarà qui a momenti. Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione? Continuo a chiedermelo senza ricevere una risposta. Una Mercedes nera si ferma davanti a casa mia. La portiera si apre e ne esce l'uomo più bello e affascinante che io abbia visto. Erik. Che crudeltà. Poteva almeno imbruttirsi nel tempo. Macché! Più bello e affascinante di prima.

«Buonasera, piccola». Piccola? Da quando abbiamo questa confidenza? Non ci vediamo da mesi e lui si comporta come se niente fosse. Devo ammetterlo, però. Dentro di me sto ballando per aver sentito di nuovo quel nomignolo ma non devo cascarci di nuovo. Sarebbe sempre la stessa situazione.

«Buonasera, Erik» rispondo fredda. Non lo guardo, so che sarei fregata. Tutta colpa dei suoi occhi. Ma che dico? Non sono solo gli occhi. Il problema è il pacchetto completo.

Il tragitto in macchina è silenzioso, ed è così snervante! Potrei fare qualche domanda, già che ci sono.

«Hai manipolato l'asta?» chiedo voltandomi verso di lui. Che domanda stupida. So già che è stato lui.

«Ottengo sempre quello che voglio. Lo sai, no?» risponde. Non è cambiato di una virgola. Non avevo dubbi.

«Hai avuto tutto quello che volevi da me tempo fa. La domanda è: perché adesso? Anzi no, aspetta, provo a indovinare. Ti annoi, così hai pensato di riprenderti un tuo vecchio giocattolo. Poverino» dico sarcastica.

«Lo sai che sei diventata proprio stronza?». Devo aver colpito nel segno, è diventato fin troppo serio.

«Sai com'è. Essendo stata con uno stronzo, lo sono diventata anch'io» rispondo senza distogliere lo sguardo da lui. Forse ho esagerato ma sono ancora troppo arrabbiata per trattenermi...

La macchina frena bruscamente spaventandomi a morte.

«Sono stato uno stronzo, sì, è vero. Adesso le cose sono cambiate. Ho capito ciò che voglio e sto cercando di rimediare» sostiene sbattendo le mani sul volante.

«Fammi capire. Tu ti svegli dopo un anno e decidi di stravolgere di nuovo la mia vita?» chiedo.

«Ho sbagliato a lasciarti andare via ma avevo paura. Non c'è stato giorno che non ho pensato a te». Dovrei credere a questa confessione? No, grazie. Non ha fatto e detto niente per farmi cambiare idea. Non dimenticherò mai quel giorno. Non mi ha rincorsa, non mi ha detto niente. Il suo silenzio valse più di mille parole. Se provava realmente qualcosa, avrebbe fatto di tutto per farmi cambiare idea. Ma, poi, paura di cosa? Mica gli ho chiesto di sposarmi.

«Mi dispiace. Tempo scaduto» rispondo, riprendendo la stessa frase di quando lo lasciai. Ecco che mi richiudo nel mio guscio. Tutta colpa sua. Per colpa sua so che non amerò mai più nessuno. Il mio cuore gli appartiene. Vorrei tanto saltare tra le sue braccia, vorrei baciare le sue labbra. Questo non accadrà più, non lo permetterò.

Ritorniamo al silenzio di tomba, meglio. Che altro potrei dire? Non lo so.

«Siamo arrivati». Guardo fuori dal finestrino e riconosco il posto. Come dimenticarlo?

«Perché siamo qui?» domando confusa.

«Qui è iniziato tutto» risponde.

Vedere di nuovo il club fa rifiorire tanti ricordi. Ha ragione, è cominciato tutto qui. Se non lo avessi provocato, tutto questo non sarebbe successo. Maledetta attrazione.

L'ambiente del club è completamente cambiato. Stile più moderno, ha anche un nome diverso: "Inferno". Ironia della sorte, esattamente come mi sento adesso: all'Inferno.

Lo squillo del cellulare mi distoglie dai miei pensieri. Rispondo senza guardare: «Pronto?». Dall'altra parte, sento una leggera risata.

«Hai sempre una voce sexy» commenta l'interlocutore. Sorrido come una bambina. Sempre il solito.

«Set, come stai?» dico alzando un po' il tono di voce. Sì, voglio che Erik senta bene. Mi volto per guardare la sua reazione, sembra irritato. Oh, sì, ho raggiunto il mio scopo.

«Tutto bene. Ti va di uscire, domani sera?» chiede Set.

«Va benissimo. Ci vediamo da me. Adesso ti lascio, ho una cena di lavoro» affermo calcando l'ultima parte. Sì, mio caro, hai capito bene. Rimetto il telefono in borsa e mi avvicino all'entrata del club. L'interno è fantastico, completamente diverso da allora.

«Ti piace?» domanda indicandomi un tavolo.

«Il proprietario di questo posto ha buon gusto» rispondo guardandomi intorno. Sposta la sedia per farmi sedere a un tavolo per due. Un leggero sorriso appare sul suo viso, sembra contento.

«Perché sorridi?» chiedo curiosa.

«Mi hai appena fatto un complimento» risponde soddisfatto. «Hai comprato questo posto?» domando sporgendomi verso di lui. Non dovrei essere sorpresa, lui è folle.

«Cinque mesi fa era in vendita, non potevo lasciarmelo scappare. Questo posto mi ricordava te» risponde sussurrando l'ultima frase. Ed è proprio quello che mi colpisce.

«Perché il nome Inferno?» chiedo con voce roca. Il mio cuore batte all'impazzata.

«Perché mi sento all'Inferno da 12 mesi». Mentre parla ha uno sguardo cupo. Non l'ho mai visto così. A quanto pare non sono l'unica che sta male. Possibile? Non voglio illudermi ma ho la sensazione di essergli mancata davvero.

«Hai tutto ma ti sembra che manchi qualcosa. Non sai spiegarti cosa ma ti senti incompleto. Cerchi di convincerti che andrà meglio ma invece peggiora di giorno in giorno. Hai un vuoto che non riesci a colmare, in nessun modo. Vorresti assaporare di nuovo quella sensazione di pace e felicità. Tutto sembra perfetto ma dentro ti senti all'Inferno...» ho parlato a raffica. Le parole mi sono uscite senza pensare. Forse non avrei dovuto, adesso sa come mi sento.

Sospiro pesantemente, appoggiando la schiena alla sedia. I suoi occhi tornano fissi su di me e ci guardiamo senza parlare. Non servono parole, i nostri sguardi parlano per noi. Mentre picchietto le dita sul tavolo, la sua mano scivola sulla mia. La accarezza per poi stringerla. Non mi ribello, anzi. Lascio che le sue dita si intreccino alle mie. So che è sbagliato. In fondo non siamo più niente. Tutto questo potrebbe essere solo un suo capriccio. Eppure non riesco a stargli lontana. Sembra che il mio subconscio lo cerchi. Anche il mio cuore lo cerca.

«Ti amo» sussurra avvicinandosi al mio viso. Sto sicuramente sognando oppure ho sentito male, non è possibile. Ho sognato quelle parole per così tanti mesi che adesso ho le allucinazioni. Lo fisso per capire se è tutto reale.

«Hai capito bene. Io ti amo» ripete strofinando il naso sul mio. Credo che il mio cuore abbia smesso di battere. Ha detto che mi ama, due volte. Non ci posso credere. Sono sotto shock. Mi sento così felice! Un momento, qualcosa non quadra.

«Perché adesso?» chiedo togliendo la mia mano dalla sua.

«Ti ho sempre amata ma ero così stupido da non rendermene conto. Quando ti ho vista al matrimonio ho capito. Tu eri quella che aspettavo da una vita, eri l'unica che mi faceva sentire vivo». Sono senza parole. Wow! Lui mi ama. Ci ha messo un anno a capirlo ma l'ha capito. Sarà la verità? Come faccio a fidarmi di lui? Mi ha lasciata andare via, non si è mai fatto vivo in tutti questi mesi. Anche se ha detto di aver sempre saputo cosa facessi, non si è mai fatto vedere.

Vorrei dire qualcosa ma non riesco. Perché mi sto bloccando di nuovo? Forse potrei provare a fidarmi ma ho paura di farmi male più di prima. Lui ha confessato il suo amore per me, non posso starmene qui senza dire nulla. Sono nel panico più totale.

Ho ricevuto diversi messaggi da chi come me ama scrivere. Voglio far conoscere le vostre storie e a ogni capitolo inserirò i link sperando di darvi visibilità. Un bacione e alla prossima.

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