Capitolo 27

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Che ci fa lui qui? Con tutti i posti che c'erano, perché qui? Non adesso. Qualcuno lassù ha un pessimo senso dell'umorismo. Erik guarda me e poi l'uomo che mi sorride.

«Dolcezza, non mi saluti?» domanda. Ma anche no. Sei nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Sembra fregarsene di Erik, si avvicina dandomi un bacio sulla guancia. Indietreggio di un passo per mettere un po' di distanza tra noi ma non sembra funzionare.

«Che c'è, fiorellino?» chiede perplesso. C'è che il mio ragazzo ti sta per mangiare vivo. Erik lo guarda in cagnesco. Sto per rispondere ma Erik si mette in mezzo a noi.

«Tu chi sei?» ringhia.

«Il suo ex ragazzo. E tu?» chiede Robert squadrandolo.

«Il suo ragazzo» risponde minaccioso. Ok, le presentazioni sono state fatte. Credo sia meglio levare le tende. Non mi piace per niente come si stanno mettendo le cose.

«Robert, è stato bello rivederti ma adesso dobbiamo proprio andare» dico in tono gentile. Afferro Erik per il braccio e lo conduco verso l'ascensore.

«Ci vediamo in giro, fiorellino» ridacchia il mio ex.

Accidenti a lui, perché deve fare così? So che lo sta facendo apposta. Si è accorto quanto fosse irritato Erik.

«Non credo proprio» borbotto sottovoce. Guardo Clara mentre sorride, non capisco cosa ci sia di divertente. Il mio ragazzo gelosissimo ha appena fatto la conoscenza del mio ex spudorato. Peggio di così si muore. La mano di Erik si stringe decisa sul mio fianco, troppo decisa.

«Io e te dobbiamo parlare, fiorellino» sussurra sui miei capelli. Oh, merda. Non mi piace per niente quando parla così. Sono sicura che mi farà un interrogatorio. Sbuffo all'idea mentre guardo la mia amica. Ridi, stronza, vorrei vedere te al mio posto. La odio quando fa così. Sembra che le piaccia vedere Erik furioso. Peccato che la sua furia si scagli su di me.

Arrivati in camera sbatte con violenza la porta facendomi spaventare. Diamo inizio alle danze.

«Chi diamine è quel coglione?» urla avvicinandosi. Siamo ritornati insieme da meno di 48 ore e già urla. Dovrei consigliargli di partecipare a un corso per il controllo della rabbia. Ne avrebbe bisogno.

«Siamo stati insieme tre mesi» dico sedendomi sul letto.

«Quando?».

«Sei mesi fa» rispondo con lo sguardo fisso su di lui.

«Era importante?» chiede abbassando lo sguardo. Non mi dire che è veramente preoccupato del mio ex.

«Direi di no, visto che sono qui» rispondo.

«Andiamo, cambiamo albergo» dice prendendo il suo zaino.

Non cambierò albergo per questo, stavolta non l'avrà vinta.

«Tu vorresti cambiare albergo perché Robert è qui? Allora io cosa dovrei dire? Dovrei chiederti di cambiare ogni posto dove c'è una donna che ti sei scopato?».

«Porca puttana!» grida tirando un pugno alla porta. Non mi sarei mai aspettata una reazione così. È fuori di sé. Non mi è mai piaciuto questo suo lato. Fa paura. Non sono spaventata ma non ho neanche intenzione di starmene qui, con lui in questo stato.

«Io vado di sotto, al bar. Quando avrai calmato i tuoi bollenti spiriti, sai dove trovarmi». Lo sorpasso senza degnarlo di uno sguardo. So che lo odia ma non dice niente. Meglio così.

Al bar non c'è nessuno, il che non mi dispiace. So che è mattina e non dovrei ma ho proprio bisogno di qualcosa di alcolico, e che sia forte. Perché deve rendere tutto così difficile? Non chiedo tanto, solo amore. Ogni occasione è buona per distruggere dei momenti piacevoli. Lo amo ma, quando si comporta così, mette tutto in dubbio. Più di dargli tutta me stessa, non so cos'altro fare. Capisco che sia geloso, anch'io lo sono. Ma le sue reazioni sono esagerate. Giro il bicchiere tra le mani assorta nei pensieri, quando una mano si posa sulla mia spalla. Finalmente. Speravo che venisse.

BELLO MA DANNATO AttrazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora