Capitolo 13

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«Sorpresa!» urla venendomi incontro. Sono veramente confusa. Che ci fa qui Clara? Non ci capisco più niente. Guardo Erik, e lui mi regala un sorriso.

«Che succede, Erik? Perché la mia migliore amica si trova sul tuo jet?» chiedo.

«Volevo passare del tempo con te, e poi ho scoperto che Clara si frequenta con il mio amico Logan; così ho pensato...». Si blocca indicandomi altre persone già sedute, riconosco Jason, l'altro presumo essere Logan.

«Elisa, lui è Logan, il mio ragazzo». Wow! Ne sono cambiate di cose! Clara non ha mai avuto un ragazzo, ha sempre detto che erano tutti dei passatempi. Qualcosa mi dice che stavolta è tutto diverso, lei è diversa. Osservo il giovane dai capelli ramati. Non è male. Ma che dico? È un gran bel pezzo di ragazzo.

«È un piacere conoscerti, Elisa. Clara mi ha parlato molto di te, e non è l'unica. Vero, Erik?». Anche simpatico, già mi piace.

«Il piacere è mio. Se volete scusarmi, dovrei parlare con Erik di una questione». Afferro il suo braccio trascinandolo in un'altra stanza. Adesso mi deve proprio spiegare cos'è tutto questo. Sembra un viaggio tra amici. Crede che basti così poco per farmi dimenticare ciò che ho visto? Si sbaglia di grosso.

«Adesso tu mi spieghi che cosa sta succedendo». Punto il dito sul suo petto guardandolo in modo minaccioso.

«Pensavo che ti avrebbe fatto piacere». Certo, nella sua mente bacata funziona così.

«Hai la minima idea di come mi senta? Non gira tutto intorno a te, Erik, non puoi fare così. Diventi freddo improvvisamente e senza motivo, poi questo. Perché?».

La mia domanda deve averlo messo a disagio, si passa la mano sui capelli sospirando: «Perché voglio stare con te».

Non ci casco. Non dopo ciò che ho visto.

«Mi stai prendendo in giro per caso? Ti sei rivelato per quello che sei. Hai avuto ciò che volevi, poi sei diventato freddo e sabato sera ti ho visto spassartela con la barbie». Solo il pensiero di lui con un'altra mi fa rabbrividire.

«Pensi veramente quello che hai detto su di me?». Perché mi fa questa domanda? Forse sono troppo arrabbiata per ragionare. Lui è l'unica persona che sa come farmi innervosire. Vorrei saltargli addosso e riempirlo di schiaffi.

«In base alle tue azioni direi proprio di sì».

I suoi occhi mi guardano increduli. Ho forse ferito il suo orgoglio? Ho solo detto la verità. Cosa si aspettava? Devo andarmene subito. Più lui mi sta vicino e più io sto male. Non dovrebbe essere così. Corro fuori dalla camera in preda alla rabbia, non lo sopporto più. Lo conosco da poco ma mi sembra di conoscerlo da sempre.

«Fermati subito!» urla attirando l'attenzione di tutti i presenti. Eccolo l'uomo che ho conosciuto, l'unica cosa che sa fare è dare ordini. Appoggio le mani in vita e lo guardo accigliata.

«Se no cosa? Non permetto a nessuno di comandarmi. Sai che c'è, Erik? Fottiti!» esclamo alzando il dito medio. Chi si crede di essere? Il mio comportamento non sarà dei migliori ma non ci ho visto più. «Primo: non ti permettere mai più di andartene nel bel mezzo di un discorso; secondo: modera il linguaggio; e terzo: cambia atteggiamento con me» ringhia avvicinandosi a passi decisi.

«Che paura. Ascoltami bene Mr. "so tutto io e posso fare quello che voglio", lasciami in pace. Ti voglio fuori dalla mia vita». Rimane basito dalle mie parole, e sento qualcuno ridacchiare. Non ho ancora finito con lui.

«Uno psicologo ti risolverebbe tanti problemi» borbotto. Questa la potevo evitare. Forse ho esagerato un po'.

«Oh, oh, sei nei guai!» esclama Jason. Non capisco di cosa parla. Erik scatta come una furia prendendomi in braccio come un sacco di patate; pianto un urlo dallo spavento.

«Mettimi giù, subito!» grido sbattendo le mani sulla sua schiena; la cosa non sembra disturbarlo. Mi porta in camera, mi lancia sul letto come se fossi una piuma, esce in fretta e mi chiude a chiave. Stiamo scherzando? Lui mi ha veramente chiusa a chiave? Giro la maniglia, niente da fare.

«Non puoi tenermi qui dentro contro la mia volontà!» urlo sbattendo i pugni sulla porta.

«Sì, che posso» risponde dall'altra parte.

Sento muoversi il jet, sta per partire. Non sono mai salita su un aereo. Panico, mi manca il respiro. Devo farmi forza, faccio lunghi respiri regolari e cerco di pensare a qualcosa di bello, devo farcela. Improvvisamente la porta si spalanca rivelando la figura di Erik.

«Adesso puoi uscire» mi informa. Certo, così è facile ottenere le cose.

«Tu sei un uomo morto, appena scendo te la faccio pagare» affermo uscendo dalla camera furiosa.

Mi siedo su una delle poltrone vicino al finestrino per guardare fuori. Siamo in altro, accidenti. Il lato positivo è che c'è un'ottima vista. Da questa prospettiva gli edifici sembrano piccoli.

«Ehi, tesoro?» mi richiama Clara.

«Traditrice, questa me la paghi» borbotto tra i denti. «Fidati, è per il tuo bene». Ma che succede? Erik apre bocca e tutti fanno quello che vuole?

«Tu dovresti essere mia amica, invece di reggergli il gioco». Sono molto delusa da lei, non me lo sarei mai aspettato.

«E se ti dicessi che mi sbagliavo? La sera che sei scappata dal club ho visto Logan, era lì con degli amici e tra loro c'era Erik. Sembrava sconvolto, continuava a bere e non parlava. Ho chiesto a Logan cosa fosse successo. Dopo avermi spiegato tutto, mi sono resa conto che a lui importa molto di te. Fin troppo. Vuoi ridere? Il signorino non è mai stato geloso di nessuna donna. Quando ha visto te e Jason che ve la ridevate nel tuo ufficio, è diventato geloso e si è spaventato di questo strano sentimento a lui sconosciuto» dice alzando gli occhi al cielo. Ecco perché era così freddo, aveva paura di quello che provava per me. Ma non è comunque una giustificazione.

«E la bionda al club?» chiedo a bassa voce.

«Mia cara, non è colpa sua se le donne gli saltano addosso. Se avessi guardato un po' di più, avresti anche visto come la rifiutava».

Adesso è tutto chiaro, sempre che sia la verità. Non lo perdonerò tanto facilmente, prima deve provare almeno un po' del dolore che ho provato io.

«Voglio vendetta. Chiamami Jason» le ordino. «Elisa, non fare sciocchezze».

«Tranquilla, voglio solo che soffra un pochino» cerco di rassicurarla. Non perde tempo e parte in missione. Adesso ci sarà da divertirsi. Però voglio informare anche Jason del mio piano, non si sa mai, meglio evitare equivoci.

«Jason, devo chiederti un grosso favore. Voglio far impazzire quello stronzo del tuo amico. Ti andrebbe di stare al gioco?».

«Cosa avevi in mente?» domanda accigliato.

«Devi solo far finta che flirtiamo e cose del genere».

La mia proposta lo fa piegare dalle risate.

«Sarà divertente. Sei proprio forte, lasciatelo dire». Mi accarezza il viso mentre ridiamo con gusto. Sono convinta che Erik ci stia guardando, ma meglio controllare. Avevo ragione, nei suoi occhi posso leggere la rabbia. Sì, devi soffrire.

«Lo sai che te la farà pagare quando scoprirà che lo hai preso in giro?» chiede Jason.

«Sì, sì, va bene» dico distratta. Che la vendetta abbia inizio.


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