Capitolo 5

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SONIA

È sera

Sono molto stanca oggi, sono stata tutto il giorno a deprimermi, ma appunto per questo devo scrivere sul mio diario.

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14/5/15 giovedì

Caro diario,

Oggi è stata proprio una giornata orribile.

Stamattina Stefano non la smetteva più di parlare con Amanda e DI Amanda. Le paralva, la fissava, la abbracciava... Ha perfino detto "Michele è molto fortunato a stare con Amanda."

Ok, allora, a Sefano piace Amanda. E qui non ci posso fare nulla perché Stefano è sempre molto determinato in fatto di amore.

Mi continuo a ripetere che glielo devo dire e continuo a farmi film mentali su come glielo posso dire, per esempio mentre ci stiamo cambiando per fare motoria:

- Lo porto fuori dallo spogliatoio e gli dico:"Stefano, lo so che tu non ricambierai mai, ma io ti amo, da quando ci hanno messi in banco vicini, io ti amo. Non preoccuparti di ferire i miei sentimenti tanto lo so che non mi ami" mentre scoppio a piangere. Lui...ci sono due opzioni per lui:

1) Mi abbraccia e commosso mi dice:"Anche io ti amo Sonia" e poi mi bacia e abbraccia.

2) Mi abbraccia fortissimo mentre io piango sul suo petto muscoloso e mi dice:"Mi dispiace, mi dispiace tanto."

Oppure...
3) [inventata al momento...] Dove lui dopo aver "eseguito" la seconda possibilità mi lascia andare in spogliatoio dove le mie compagne mi consolano, dopo un po' sento una mano che mi prende il braccio e mi trascina fuori, è Stefano che mi abbraccia e mi dice "Ti amo anche io, Sonia " con tanto di lacrime o no.

Oppure glielo posso dire davanti alla classe sempre con le due possibilità di prima, ma ci sta meglio la prima...infatti dopo la prima tutta la classe che è stata a guardare applaude e si congratula!

Ma tutte queste seghe mentali non servono a nulla perché tanto so che non ce la farò mai a dirglielo, e di sicuro non glielo dirò in uno di questi modi.

Ed è per questo che mi sento triste, terribilmente triste.
Ed è triste ancora di più il fatto che io non riesco a piangere... infatti niente è paragonabile al sentirsi vuoti. Niente fa più male del non sentire alcun dolore.

Non so cosa aggiungere, solo che non mi piace chiamarti Diario, con te parlo come con una persona e quindi ho deciso che ti darò un nome.
Visto che non ho mai avuto un migliore amico, sarai tu.
Da oggi in poi sarai Federico. E se non ti sta bene, caro Fede, fammi sapere e io cercherò di non fare nulla perché a me Federico piace e quindi piace anche a te.


Notte, a domani.

Sonia

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Ripongo il diario nel cassetto dopo averlo chiuso a chiave e mi distendo a letto pensando a millemila cose.

Mi sveglio di soprassalto urlando, sono disorientata, ho sognato che un ladro uccideva la mia famiglia e mi sfruttava. Da quando è morto il nonno faccio spesso sogni di questo genere.

Tasto il letto in cerca del comodino ma sono completamente disorientata e mi assale il panico che non fosse solo un sogno.

Trovo il comodino, esco dal letto senza accendere la luce per non svegliare mia sorella ma sono molto spaventata per cui accendo la luce del corridoio. Vado in bagno e mi sciacquo la faccia, scendo le scale e mi faccio una doccia calda cambiandomi.

Sento dei rumori, sono sempre più spaventata ma poi scopro essere solo dei rami secchi.

Torno a letto e prendo il mio pupazzo preferito per sentirmi meno sola, in meno di due minuti collasso sul cuscino in un sonno agitato.

Come Due Rette Parallele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora