Capitolo 15

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ALESSANDRO

Ciao, sono Alessandro, sono molto alto, ho gli occhi color marrone chiaro e sono abbastanza muscoloso.
Non mi ritengo un figo o il Dio di tutti ma mi piace essere rispettato e se non lo fai mi incazzo.

Mi piace una mia compagna di classe che si chiama Sonia, lei è bellissima: occhi grigio-verde, capelli ondulati, lungi e di un biondo scuro che affascina, gli altri dicono che è grassa, ma io la trovo perfetta; ha le curve giuste al posto giusto.

La mia passione è il calcio e adoro passare le giornate con la mia compagnia di amici.

Oggi ho avuto un risveglio burrascoso.
Mi sono svegliato per colpa di mia mamma che mi scuoteva come un ossessa.

Dopo essermi svegliato mi sistemo e partiamo per andare a scuola.

Oggi, dopo essere sceso dall'auto di mia mamma nel parcheggio della scuola, vado verso il panificio perchè devo prendere la merenda che ho dimenticato.

Svolto l'angolo e continuo a camminare, ad un certo punto, non so come, mi ritrovo a terra.

Apro gli occhi che avevo chiuso per lo spavento e vedo una bellezza divina sopra di me: Sonia.

Ma sta piangendo! Chi ha osato farle del male per ridurla così lo spacco di botte.

Apre anche lei gli occhi e io mi ci perdo dentro, dopo essersi accorta di come eravamo messi: uno sopra l'altro con le intimità che si sfioravano, si alza chiedendo scusa.

Io, non facendocela più, con voce dolce chiedo:

"Sonia, cosa è successo?"

Lei scuote la testa ma io non mi arrendo e vedendo che sta trattenendo le lacrime riprendo dicendo:

"Vuoi parlarne?"

Lei risponde:

"Non c'è niente da dire"

Ma, quando le lacrime cominciano a rigarle le guance di nuovo, si getta su di me e io la accolgo volentieri.

Dopo un po' che ci abbracciamo, lei continua a piangere e io la tengo sempre stretta a me mentre le accarezzo la schiena, vedo Stefano correre verso di noi tutto preoccupato.

Ma io, avendo capito che è stata colpa sua, gli faccio due occhi che vogliono dire che se ne deve andare e che parliamo dopo: lui afflitto se ne va fortunatamente subito.

Povera Sonia, fortuna che nessuno sa che io la amo, se no non immagino cosa penserebbero ora.

Quando ha finito di piangere io ho la maglietta tutta bagnata, quindi...

"Sonia, ti senti un po meglio adesso?"
Le chiedo

"Sì, grazie."

"Figurati. Ehm, io non posso andare a scuola così, ho la maglietta tutta bagnata.." Evidenzio

Lei guarda meglio la mia maglia e spalanca gli occhi vedendo che è fradicia.

"Oddio. Scu-scusa, scusami tanto." Dice con voce tremante

"Tranquilla, ho la maglia di motoria, vieni."

La prendo per mano e... ossignore. La sua mano è così calda e piccolina. Io amo tutto di lei.

La porto con me fino a un posto appartato vicino al parcheggio della scuola, lì mi tolgo la maglietta bagnata e cerco nello zaino quella di motoria.

Mentre sono a petto nudo, vendo Sonia che arrossisce e distoglie lo sguardo. Ok, calmo forse le piaci un po'...un pochino?

Mi metto la maglia di motoria e vedo che Sonia guarda l'orologio.

Spalanca gli occhi e grida : "OH CAZZO! ALE, SONO LE 8.35!!!"

Come adoro il mio nome abbreviato quando esce dalle sue labbra.
Sorrido come un ebete e mi imbambolo a guardarla.

Ad un certo punto Sonia mi prende per mano e si mette a correre verso la scuola.

Solo ora capisco che mi ha detto anche che sono le 8.35. Siamo in tremendo ritardo.

Arriviamo a scuola ed entriamo, alla prima ora abbiamo motoria, quindi ci fiondiamo in palestra e ognuno si dirige al proprio spogliatoio, ma, quando sto per aprire il mio, sento la sua mano sul mio braccio, mi giro e vedo il suo volto illuminato da uno di quei sorrisi che sei fortunato se non muori.

"Grazie, senza di te mi sarei buttata sotto la prima macchina che passava, era quella l'intenzione" dice ridendo

"Figurati. Se vuoi un'amico io ci sono, sempre" rispondo

Poi, senza neanche che me ne accorga mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va sorridendo mentre io mi imbambolo a fissarle il fondo schiena... Dio, è perfetta!

Senza saperlo abbasso per sbaglio la maniglia dello spogliatoio maschile e sto per cadere con la faccia a terra, ma mi reggo al muro.

Poi, mi ritrovo sommerso da 3 paia di scarpe lanciate dai miei compagni perchè credevano fossi una femmina che gli apriva la porta di rimando al loro scherzetto

"Ma se era una di loro la uccidavate" dico ridendo con il petto dolente dalla scarpata!

Ci cambiamo e Stefano vuole parlare di prima, ma io mi rifiuto, nulla rovinerà questa giornata con Sonia.

In palestra quello stronzo del prof ci fa allenare per i tornei ed io non ne sono per niente felice, non ho voglia di faticare ora.

I tornei sono delle partire a pallavolo e a basket fra le classi, terze contro terze, seconde contro seconde e prime contro prime.

Io partecipo, quindi mi metto a giocare a pallavolo contro le femmine. Ad un certo punto vedo Sonia seduta sul quadro svedese che si dondola, ha una faccia così triste e confusa mentre mi guarda, le sorrido e lei ricambia con un sorriso triste.
Scende dal quadro svedese e va dalle amiche. Dio come le stanno bene quei leggins neri.

Mentre penso (e guardo) i leggins di Sonia mi ritrovo con la palla stampata in faccia e i miei compagni incazzati neri. Oops
Oggi non è un giorno fortunato per la mia faccia.

Dopo questo inconveniente, la lezione continua senza troppi problemi, e alla fine non siamo neanche tanto distrutti, ma non siamo comunque pronti per altre 4 ore.

Dopo esserci cambiati andiamo in classe per fare l'ora di inglese che è sempre noiosa, quindi mi preparo al peggio.

***

Finalmente è merenda, dopo il suono della campanella usciamo dall'aula e Stefano mi si para davanti e mi trascina in un angolo per parlare

"Parla" dice

"Sei uno stronzo! Cosa hai fatto adesso per farla piangere? Quando mi è caduta addosso stava piangendo a dirotto e voleva buttarsi sotto una macchina!
Mi dici cosa ti è successo???!
La ferisci in continuazione.
Anche io la amo, ma non le faccio del male ogni 24 ore!" Rispondo incazzato

"Oh cazzo!" Quasi sussurro per quello che ho detto

Vedo Stefano con una faccia allibita!

"La-la ami?" Chiede sconcertato

"Sì, ma lei ama te! Mi devo accontentare di essere suo amico." 

"E ora per favore lasciami andare, devo vedere come sta...." dico mentre un sorriso enorme gli si apre sul viso

Lo supero e me ne vado verso Sonia e le sue amiche.

***

Finalmente anche questa settimana di scuola è finita

Vado a casa e ho tutta l'intenzione di scrivere a Sonia per farmi raccontare quello che è successo, e per incontrarla. Voglio cercare di esserle il più vicino possibile e, magari, anche diventare il suo migliore amico.

Mangiamo e le scrivo un messaggio dove le chiedo...

Come Due Rette Parallele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora