Apro lentamente la porta che ho davanti e mi ritrovo in un immenso prato pieno di fiori: margherite, tulipani, garofani, girasoli e tutte le varietà immaginabili. Davanti a me si estende una scrosciante cascata dall'acqua limpida e verdastra. Dopo la cascata c'è un'estesa foresta e sopra di essa una stella parlante (?) che mi indica la strada che devo percorrere.
Dopo aver ammirato il fantastico panorama decido di seguire la magica stella."Ciao Sonia, per trovare il tesoro che desideri devi camminare per trenta passi in direzione di quella cascata, devi entrarci e, da dentro di essa devi contare cinquantadue passi in direzione sud, non puoi sbagliare."
Dopo aver ascoltato attentamente la stella mi appunto mentalmente di seguire il percorso che mi ha dettato. Solo una cosa non capisco: di quale tesoro si tratta?
Comincio a contare trenta passi guardando la cascata, è molto difficile con tutti i pensieri che mi passano per la testa, perdo il conto due volte ma alla fine riesco nella mia impresa. Arrivo davanti alla cascata e, dopo essermi fatta coraggio, ci entro.
Non ero mai stata dentro ad una cascata. È magnifico, si vede l'acqua che cade dall'alto ma nessun schizzo arriva fino a me.
Ora devo contare cinquantadue passi in direzione sud, ma da quale parte? Girandomi verso il presunto sud vedo appesa alla parete di roccia un cartello, mi avvicino e c'è scritto "Sud" e una freccia dalla parte opposta alla direzione che stavo per prendere io. Si vede che in geografia faccio schifo.Mi incammino nella direzione indicata dal freccia e mi trovo davanti ad un bivio, da una parte c'è un prato fiorito con una casetta in mezzo, dall'altra c'è una parete di roccia in cui bisogna arrampicarsi e alla fine di essa un magnifico fiore sconosciuto ai miei occhi.
Attirata dal fiore decido di prendere la strada che mi porta al magnifico fiore. Comincio ad arrampicarmi quando ad un tratto perdo l'appiglio con una mano. Urlo.
Terrore.
Mi fischiano le orecchie, una morsa mi stringe il cuore al solo pensiero che potrei morire.
Urlo ancora, più forte di prima ma questo strano posto sembra essere deserto.
Nessuno mi sente.
Dall'alto appare la magica stella parlante.
"Sonia, sei arrivata ad un punto di non ritorno. Hai due possibilità: arrenderti, mollare la presa e cadere su un morbido materasso di fiori; oppure prendere in mano la situazione, controllare le emozioni e ritrovare l'appiglio che hai perso."
Ascolto le sue parole bloccata dalla paura, ma poi comprendo veramente il significato di esse. Sono veramente una che si arrende? Oppure sono una che lotta per le cose che vuole?
Senza pensarci due volte alzo la mano e testando la roccia trovo un nuovo appoggio.
Ricomincio la scalata e, quando arrivo alla fine, un bellissimo fiore mi aspetta. Lo osservo per bene, è magnifico. La corolla è di un viola opaco che si schiarisce sempre di più fino ad arrivare al bianco. Lo stelo è sottile e leggero, le foglioline sono graziose e di un verde brillante.
Lo colgo e decido di metterlo fra i capelli.
Quando alzo lo sguardo rimango senza parole.
"Sei bellissima"
Guardo a bocca aperta e con le lacrime che mi scorrono sulle guance la persona che ho davanti.
"Stefano" riesco a dire in un sussurro prima di scoppiare in un pianto frenetico fatto di singhiozzi e parole smorzate.
Mi getto tra le sue braccia continuando a singhiozzare, dicendo parole senza senso.
"Stefano. Stefano, sei davvero tu?" Balbetto toccandogli il viso, le braccia, la pancia.
"Sì Sonia, sono io. Non ti ho abbandonato, Sonia. Non me no sono andato per sempre.
Devo confessarsi una cosa, però. E so che non ti farà piacere..."
Lo guardo con tristezza e un po' di paura incitandolo a continuare.
"Questo... questo è un sogno, Sonia"
Mi crolla il mondo addosso. Lo sapevo che non poteva essere reale. Stefano è morto e i morti non camminano, eppure questo abbraccio mi sembra così reale... sto impazzendo. Sto impazzendo, è vero no?
"Sonia, io sono morto ma continuerò a vivere nel tuo cuore, nei tuoi sogni potrai incontrarmi ogni volta che vorrai basta che mi chiami. E se non mi chiamerai, quando starai male verrò io a cercarti. Io sono morto ma non per te. Continuerò a vivere dentro di te e dentro alle persone che mi hanno amato, dentro ai nostri ricordi felici e dentro alle mie canzoni, dentro al nostro amore."
Mi guarda addolcendo lo sguardo e riprende:
"Sonia, forse tu non te ne sei accorta ma questo sogno ha un significato preciso: indica la mancanza, la tua mancanza di me, la tua mancanza del mio amore, della mia pelle, dei miei baci e delle carezze.
Il prato invece simboleggia la tua casa che consideri come tale e basta.
La stella invece è come se fosse il tuo grillo parlante, il bisogno di confrontarti sempre con gli altri ma di fare comunque di testa tua.
Il bivio si identifica nella tua difficoltà a scegliere e nella paura di cambiare. Nel tuo odio del cambiamento e nella paura di non trovare le stesse emozioni o le stesse cose materiali nel cambiamento. Simboleggia anche l'attaccamento alle cose materiali invece che alle persone.
La casetta e il prato presente in una strada del bivio rappresenta la tranquillità e la pace. Il fatto che la tua scelta non sia ricaduta in quella strada evidenzia il fatto che tu preferisca l'avvenuta al posto della tranquillità.
La roccia e il fiore rappresentano appunto l'avventura e il rischio, ma soprattutto il fatto di scegliere il rischio al posto della tranquillità se comprende un "premio".
Il fiore è appunto la ricompensa che simbolicamente la vita ti dà dopo lo sforzo e la fatica. Nella vita reale la ricompensa è spesso una cosa non materiale, ad esempio l'affetto, l'amore.
Come io e te che abbiamo lottato e siamo riusciti a stare insieme e ad amarci.La 'quasi caduta' simboleggia la tua paura di non farcela. La tua paura di non essere mai abbastanza e di essere sostituita, ma la tua "risalita" evidenzia il fatto che tu debba solo credere di più in te stessa per farcela. Hai tutte le capacità e le potenzialità per riuscire a fare qualsiasi cosa.
Sei fantastica amore mio, non dimenticarlo mai.
Ti amo.Sonia, un ultima cosa: non dimenticare mai che io ci sono. Sono sempre pronto ad aiutarti, ma tu devi dimenticarmi, ricorda tutte le cose passate assieme ma devi ricominciare la tua vita, non vivere nei ricordi. Ricorda ma non viverci dentro. Vai avanti, fallo per me.
Ti amo!"
In questo momento capisco davvero che devo andare avanti. Ha ragione Stefano, devo ricordare ma non vivere nei ricordi, devo lasciarmi andare, non devo lasciarmi prendere dalla paura di perderlo, perché lui ci sarà sempre per me.
"Lo dicevo io, Stefano, che siamo come due rette parallele, destinate a non incontrarci mai. Noi però abbiamo cambiato il nostro destino e abbiamo deciso di congiungerci in un punto per poi riprendere diversi cammini. Il cammino passato assieme non lo dimenticherò mai, sei una parte importante della mia vita, il mio primo amore ed i primi amori non si dimenticano."
Concludo il mio discorso e prima di separarci per sempre ci salutiamo con un ultimo bacio, un bacio che rimarrà impresso nella mia pelle per molto molto tempo.
"Ti amo" dichiariamo all'unisono.
Stefano scompare e ci salutiamo con un enorme sorriso. Ora sono sicura che lui ci sarà per sempre. Al posto di Stefano prende spazio un enorme porta nera che sembra cadere in un buco sconfinato.
Ricompare la stella che mi comunica che se voglio svegliarmi devo entrare nel porta.Prendo un grande respiro e saluto il "posto" con un sospiro e un "Ti amo Stefano, per sempre" prima di incamminarmi verso il buio.
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Come Due Rette Parallele
RomanceSonia e Stefano, due rette parallele, ma il loro corso sarà diverso dal normale, in un punto la loro esistenza incrocerà quella dell'altro, e da li, non si torna più indietro. La loro è una storia incasinata, talmente incasinata che ad un certo punt...