A Lina era successo una sola volta di fare sesso con una persona appena conosciuta nel tentativo di dimenticare qualcun altro, e non era sicura che fosse un'esperienza che voleva ripetere. Non per il sesso in sé, quello era stato intenso. Aveva, però, realizzato che usare una persona come surrogato di quella che realmente vuoi, lascia un vuoto dentro che non si può colmare, specialmente se quella persona è la tua migliore amica e decide di non parlarti più.
All'epoca Lina aveva ventidue anni e passava spesso le nottate fuori casa. C'era sempre qualche festa o qualche serata in discoteca a cui partecipare e ovviamente l'alcol era il protagonista principale. Insieme a lei, c'era sempre Giulia, con la quale ormai viveva talmente in simbiosi che tutti avevano preso a considerarle come un'unica persona.
Lina e Giulia passavano almeno tre sere a settimana in discoteca: ballavano, bevevano, ogni tanto si erano fatte pure qualche canna e flirtavano con i ragazzi. Capitava anche che ci andassero a letto, ma non sempre, perché c'erano stati dei periodi che lei o Giulia avevano avuto delle storie abbastanza serie. A prescindere se avessero o no un ragazzo, però, le due amiche non rinunciavano alle loro serate.
Un giorno, durante una festa organizzata dagli studenti della facoltà di giurisprudenza che entrambe frequentavano, Giulia, all'improvviso , si era avvicinata all'amica e le aveva dato un bacio sulla bocca. Lina era rimasta molto confusa da quel gesto ma Giulia le aveva subito spiegato che se avessero messo su una performance di quel genere, avrebbero attirato i ragazzi, più di quanto già facevano.
Quello che dovevano fare, secondo la ragazza, non era nient'altro che toccarsi l'una con l'altra in maniera sensuale mentre ballavano, e ogni tanto scambiarsi qualche bacio. Lina era riluttante all'inizio, ma poi pensò che poteva essere divertente.
Le ragazze quindi avevano iniziato a mettere su quel teatrino tutte le volte che andavano in discoteca. Ballavano l'una attaccata al corpo dell'altra, muovendosi insieme con movimenti sinuosi, mentre con le mani si accarezzavano.
Lina non aveva avuto alcun dubbio che ai ragazzi sarebbe piaciuto, quello che l'aveva colta di sorpresa era che anche lei aveva cominciato ad apprezzare.
All'inizio, Lina aveva pensato che era il contesto a farla sentire eccitata; la musica, l'alcol e i ragazzi che le guardavano con desiderio, chiunque avrebbe trovato questa situazione eccitante. Tuttavia, serata dopo serata, Giulia la spingeva ad andare sempre più in là con le effusioni, e volta dopo volta, Lina sembrava sempre meno interessata all'effetto che facevano sui ragazzi e più interessata all'effetto che facevano a sé stessa e a Giulia. All'ennesima performance, perciò, Lina prese atto che le cose erano cambiate per lei.
Una sera, come al solito, stavano facendo il loro giochetto in discoteca e Giulia era attaccata di schiena al corpo di Lina, mentre questa aveva le mani sui fianchi dell'amica. A causa dei suoi tumulti interiori era un po' più pudica rispetto ad altre sere, l'amica, al contrario, sembrava si stesse impegnando veramente. Infatti, del tutto inaspettatamente, mentre stava strofinando il sedere contro il suo bacino, Giulia le afferrò le mani di e se le premette sul seno che cominciò a massaggiare.
Seduto su uno dei divanetti a qualche metro da loro, Lina notò che c'era un tipo che le stava osservando. Era abituata alle reazioni rumorose che suscitavano nei ragazzi, che quando le vedevano fischiavano e le incitavano, questo ragazzo, al contrario, non stava facendo nulla, semplicemente le stava guardando. O meglio, se ne rese conto quasi subito, stava guardando maliziosamente Giulia.
Le attenzioni del ragazzo stavano infastidendo Lina, ma non l'amica la quale la trascino vicino ai divanetti. Una volta che furono vicine, il ragazzo si alzò e cominciò a ballare avanzando verso di loro, fino a quando Giulia fu chiusa tra lo sconosciuto e Lina.
Lina si allontanò di un passo, Giulia invece, si buttò addosso al ragazzo. Lo sconosciuto avvicinò la bocca al suo collo e mise le mani sul suo sedere. Poi, le disse qualcosa all'orecchio che la fece ridere. Una delle sue risate false, quelle civettuole, che Lina, che conosceva l'amica molto bene, sapeva riconoscere.
Qualunque cosa il ragazzo avesse detto, doveva aver fatto centro, perché adesso Giulia si stava facendo portare via, e Lina non la rivede per un bel pezzo.
Le ragazze si incontrarono di nuovo all'uscita della discoteca.
Lina si stava dirigendo verso il parcheggio in cerca dell'amica, quando Giulia le arrivò alle spalle facendole prendere un colpo.
"Ma dov'eri finita?" chiese.
"Il nostro spettacolino ha portato i suoi frutti."
"Cioè?"
Temeva di sapere già la risposta.
"Diciamo che c'è stata un po' di azione nella sua auto."
"In auto, che classe!"
Giulia ignorò il sarcasmo dell'amica e continuò divertita:
"Anzi che siamo riusciti ad arrivarsi all'auto. Già nel parcheggio aveva le mani sotto il mio vestito."
Lina, irritata dal tono fiero con cui l'amica stava parlando, sbroccò:
"A questo punto non c'era bisogno di uscire fuori, ti potevi fare scopare su uno dei divanetti!"
"Ehi! Mi spieghi perché sei arrabbiata?" domandò Giulia stupita.
"Non sono arrabbiata è che ultimamente mi sembra che tu ti faccia chiunque"
"Non è vero" ribatté Giulia offesa. "E anche se fosse, che ci sarebbe di male?"
"C'è di male che ti comporti da troia."
Lina si morse il labbro, pentendosi subito di quelle parole.
L'amica rimase di stucco e da come la guardava, si accorse che l'aveva ferita.
"Qual è il tuo cazzo di problema, Lina?"
"Non ho nessun problema."
"Non sembra, ti stai comportando come una pazza. E fattelo dire, mi sembri anche un po' gelosa."
Giulia parlò come se la stesse deridendo.
"Magari sì sono gelosa!" disse Lina in tono di sfida.
"Non è colpa mia se rimorchio più ragazzi di te!"
"Non sono gelosa di loro. Sono gelosa di te!" urlò, prima che fosse in grado di fermarsi.
L'amica si zittì e la guardava con un espressione stupita. Presto, però, la sorpresa fu sostituita da una di rabbia.
"Cosa?!" domandò stizzita.
Lina abbassò lo sguardo e la voce.
" Quello che facciamo davanti ai ragazzi....."
"....è per divertimento, Lina." la interruppe Giulia.
"Ma io non mi diverto. Cioè, mi piace, ma sta cominciando a confondermi. Sto cominciando a sentire delle cose....e ad essere onesta mi è sembrato le sentissi anche tu."
"Di che cazzo stai parlando, Lina?"
Giulia la guardava con le braccia conserte e Lina scoraggiata batté in ritirata.
"Niente....lasciamo perdere."
"Ecco, brava, lasciamo perdere. Non c'è bisogno che mi porti a casa, prenderò un taxi. Tu torna a casa e fatti una doccia fredda."
Giulia si girò di spalle fece un paio di passi e poi si girò di nuovo e fredda come il ghiaccio, disse:
"Ti avrò anche strofinato il culo addosso, Lina, ma non sono una leccaciuffi."
Lina rimase interdetta per qualche minuto. Era stato avventato confessare i suoi dubbi, lo riconosceva, e se non fosse stato per l'alcol probabilmente non avrebbe aperto bocca, tuttavia non credeva di essersi meritata quella reazione.
I giorni successivi Giulia non si fece viva. Passarono un paio di settimane prima che Lina ebbe l'opportunità di rivederla, ed era il periodo più lungo che erano state separate.
Accadde un venerdì e Lina, dopo giorni di clausura a causa di Giulia, decise di accettare l'invito ad andare a ballare di alcune compagne di corso.
Sarebbe stato strano uscire senza Giulia, ma non poteva stare barricata a casa per sempre, in attesa che l'amica sbollisse l'incazzatura, che tra l'altro era ingiustificata. Perciò, si mise in tiro e uscì di casa, come aveva fatto mille altre volte
La prima cosa che Lina fece appena entrata nel locale quella sera, fu precipitarsi al bancone del bar. Aveva bisogno di alcol; non era arrivata lì con la sua auto, perciò, poteva bere. E tanto. Mentre aspettava il suo cocktail, si poggio di spalle al bancone e guardava ragazzi e ragazze dimenarsi a ritmo di musica.
Tra la folla, scorse un volto familiare. Era il ragazzo biondino che aveva rimorchiato Giulia due settimane prima. Addosso a lui, c'era una ragazza, ma sebbene fosse di spalle, Lina non aveva bisogno che si girasse per sapere che si trattava della sua amica. Dopo aver dato al ragazzo un bacio appassionato, Giulia gli diede le spalle, incrociando così lo sguardo dell'amica.
Sulle prime, la ragazza rimase attonita, si riprese subito, però , e con un sorriso malizioso ricominciò a strusciarsi contro il ragazzo. Prese le sue mani e se le fece passare lungo il corpo fino a raggiungere il suo seno, come aveva fatto con le mani di Lina l'ultima volta. Tutto questo senza mai staccare gli occhi da quelli della sua migliore amica.
Era chiaro che il suo l'intento era quello provocatorio; non era chiaro a Lina, però, se dietro ci fosse lo scopo di ingelosirla o di sottolineare il fatto che lei era irreversibilmente eterosessuale.
Quello scambio di sguardi andò avanti per qualche minuto, finché una voce interruppe i suoi pensieri.
"Non c'è che dire, è uno spettacolo interessante."
Lina si girò verso la voce. Vicino a lei c'era adesso una ragazza. Era piuttosto carina, i lineamenti erano delicati e i capelli lunghi erano legati in una coda di cavallo, sembravano scuri, ma era difficile esserne sicuri a causa delle luci. Adesso, anche lei si era appoggiata con i gomiti sul bancone ed era girata verso la pista da ballo.
"Interessante ma piuttosto banale. E' pieno di ragazze che si strusciano." ribatté Lina cercando di risultare indifferente.
"Si ma non tutte le ragazze che strusciano il sedere contro il proprio ragazzo, fissano la ragazza più carina del locale che sta al bancone."
Lina, che sembrava non aver sentito il complimento, rispose secca:
"Non è il suo ragazzo."
"La conosci, quindi. Questo spiega molte cose."
"Cosa spiega?"
"Per esempio il fatto che lei ti stia guardando come se ti volesse fare incazzare e che tu la stia guardando come se ci stesse riuscendo."
Quella estranea aveva centrato il punto, lei comunque negò:
"Non sono incazzata."
"Sicura? Perché possiamo fare in modo di ribaltare la situazione."
La sconosciuta le si avvicinò e le spostò i capelli dietro l'orecchio. Era innegabilmente attraente. Alta e con il fisico atletico, la ragazza indossava una canotta bianca e un paio di jeans scoloriti a vita bassa che le stavano piuttosto lenti. Di solito a Lina non piacevano quel tipo di jeans, ma a quella ragazza stavano divinamente.
"Che avresti in mente?" chiese ,stando al gioco.
"Innanzitutto, chiederti il nome."
"Mi chiamo Lina."
"Erica, piacere."
Lina sorrise imbarazzata. Erica la stava guardando in un modo che le aveva fatto abbassare lo sguardo.
"Poi," continuò Erica avvicinandosi di più "potremmo andare a ballare e fare vedere alla tua amica com'è che si fa. Che ne pensi?"
Lina accettò e si lasciò guidare verso il centro della pista. E ben presto, nonostante avesse cominciato a ballare con Erica per ripicca, ci prese gusto.
I loro bacini erano ora attaccati e Erica aveva spinto la sua gamba in mezzo a quelle di Lina che aveva la coscia della sconosciuta sul pube e viceversa. Solo che Lina indossava la gonna che a ogni oscillazione dei fianchi e con la gamba dell'altra in mezzo alle sue, aveva cominciato a sollevarsi nella parte davanti, fin quando la coscia della ragazza stava toccando ormai le sue mutandine sempre più umide.
Questo era di per sé molto eccitante, ma Lina perse completamente il controllo, quando Erica cominciò a baciarle il collo. Fu in quel momento che si dimenticò completamente di Giulia e le sussurrò all'orecchio con voce supplichevole:
"Ti prego, andiamo via da qui."
Con Erica che la teneva per mano, Lina attraversò la pista da ballo. Arrivate ai bagni, Erica passò oltre e guidò Lina verso una porta che sopra aveva la scritta STAFF.
"Sei sicura che possiamo....?"
"Sì, tranquilla, ho un amico che lavora qui e credimi, Lina, non siamo le prime ad appartarci qui dentro."
Questa affermazione non rendeva la situazione romantica, ma Lina era impaziente e si lasciò portare dentro quello che era una specie di ripostiglio. Una volta dentro, le ragazze cominciarono a baciarsi fameliche.
Erica spinse Lina contro la parete libera da scaffali e mise le mani sotto la gonna, mentre Lina si era fatta strada sotto la canotta della ragazza e aveva raggiunto il suo seno piccolo e sodo.
Erica afferrò gli slip di Lina nel tentativo di abbassarli, operazione complicata dal fatto che le due sembravano non aver intenzione di staccarsi. Lina, perciò, le venne in aiuto, si abbassò l'indumento fino quasi alle ginocchia e dopo di che la forza di gravità fece il resto.
Libera da barriere di stoffa, Erica poté adesso insinuare la propria mano in messo alle sue cosce.
"Mmm sei già bagnata." le sussurrò all'orecchio.
"Sei tu che mi fai bagnare!" ansimò Lina.
Erica fece girare Lina e le mise le mani contro il muro, dopo tiro il sedere della ragazza contro si sé.
Si inginocchiò, le sfilò definitivamente gli slip che erano rimasti intorno alle caviglie e le fece allargare leggermente le gambe.
Appena Lina sentì le mani sulle sue natiche, emise un gemito di trepidazione.
"Non ho ancora fatto niente." ridacchiò Erica.
"Lo so, scusa." rispose leggermente in imbarazzo.
"Non scusarti," disse Erica dandole un bacio sul suo gluteo destro "lo prendo come un complimento."
Erica si tuffò finalmente in mezzo alle coscie di Lina e questa volta le diede un motivo valido per gemere.
Consapevole del fatto che erano in un locale affollato, si permise di non controllare i volumi dei suoi gemiti.
Quello che stava facendo Erica la stava facendo uscire fuori di testa e quando arrivò all'apice temette sul serio che le gambe non le avrebbero retto.
Se non lo avessero fatto, però, ci sarebbe stata Erica a tenerla su. La ragazza, infatti, non diede tempo a Lina di riprendere fiato che, alzatasi di nuovo in piedi, le fu di nuovo addosso e stavolta in mezzo alle gambe di Lina aveva infilato la mano.
"Va bene se faccio così?" le sussurrò all'orecchio.
"Sì...." rispose prima di ricominciare ad ansimare.
Lina, che si stava godendo a pieno tutte le sensazioni che stava provando, ne voleva provare anche un'altra. Costrinse, perciò, Erica a staccarsi e si girò in modo che fossero di nuovo l'una di fronte all'altra e mentre la ragazza le infilava di nuovo la mano in mezzo alle gambe, Lina, dopo averle sbottonato il jeans, fece altrettanto cercando di replicare i movimenti della mano di Erica.
Erano entrambe in preda alle scosse di piacere quando la porta dello stanzino si spalancò, e Lina, che era con gli occhi chiusi con le labbra di Erica premute sul collo, riconobbe la persona che era entrata dalla voce.
"Lina, che cazzo fai?"
Giulia era lì adesso sull'uscio a guardare le due ragazze con occhi spalancati, palesemente irritata.
"La tua ragazza ci ha trovate." sussurrò Erica divertita alle orecchio di Lina, mentre si abbottonava i jeans.
Lina si abbassò la gonna senza essere in grado di sostenere lo sguardo dell'amica.
Giulia non aspettò risposta, ma girò i tacchi e si allontanò di corsa e Lina, solo per quel gesto, si sentì inspiegabilmente in colpa.
Dopo essersi sistemata abbandonò Erica con una scusa e corse dietro all'amica, che trovò fuori dalla discoteca.
Appena la raggiunse, l'afferrò per il braccio.
"Aspetta, non correre."
"Non mi toccare!"
Giulia si sottrasse alla presa di Lina, ma smise di scappare.
"Che ti prende?" domandò Lina
"Mi prende che prima mi dai della troia e poi fai la stessa cosa. E addirittura nello stanzino dello staff, dove chiunque poteva entrare."
"Che ti importa?! Non ti fai sentire da almeno quindici giorni, mi vedi ma non mi saluti e poi ti incazzi perché mi scopo qualcuno!"
"Non qualcuno. Una ragazza, Lina, una ragazza!"
"E con questo?"
"Come sarebbe a dire e con questo? Era una donna! Se qualcuno a parte me vi avesse visto? E poi che cazzo le hai detto? Che vuol dire la tua ragazza ci ha trovate?!"
Lina aveva creduto di di essere stata l'unica a sentire quella frase.
"Era una battuta, Giulia. E poi non mi importa se qualcuno ci avesse visto. Non mi importa se la gente viene a sapere che ho fatto sesso con una ragazza."
"A me sì, però."
Lina scrutò attentamente l'espressione dell'amica.
"Hai paura che se la gente pensasse che io sia lesbica, lo penserebbe anche di te di riflesso?" chiese abbassando i toni "Considerato anche come ballavamo assieme fino a pochi giorni fa, sarebbe possibile."
"Beh, sì." rispose Giulia un po' troppo frettolosamente, come se non avesse preso in considerazione quell'idea fin quando l'amica non gliel'aveva proposta.
"Cazzate!"
"Cosa?"
"Sono cazzate, le tue. Non ti è mai importato niente di quello che pensano 'sti quattro stronzi che incontriamo in discoteca. Non è questo il motivo per cui sei arrabbiata."
"E quale sarebbe, sentiamo!" disse Giulia cercando di risultare più spavalda di quanto fosse.
"Ti ha dato fastidio vedermi con qualcun altro, ammettilo!"
La ragazza stava scuotendo la testa.
Lina non sapeva da dove veniva tutto questo coraggio, forse era stata la scopata con Erica a infonderle sicurezza. Comunque, continuò:
"E' stata un'idea tua cominciare a baciarci e toccarci davanti ai ragazzi, e magari all'inizio era solo per provocarli, ma dopo ci hai preso gusto. E il fatto che ogni volta mi chiedevi di fare di più ne è la prova!"
"Era solo un gioco..." stava dicendo Giulia senza molta convinzione.
"Le tue reazioni dell'altra volta e di questa sera mi fanno pensare altrimenti."
Ci fu una pausa insolitamente lunga, in cui Lina per un attimo fu convinta che Giulia stesse cedendo. Non fu così, però, e l'amica, cambiando espressione, seria le disse:
"Sai una cosa? Hai ragione, Lina. Non dovrebbe importarmi con chi vai, quindi, continua pure a farti scopare da dei maschi mancati. Non è affar mio. Per quanto mi riguarda io sono normale!"
E esattamente come era accaduto l'ultima volta, Giulia volto le spalle lasciandosi una Lina dietro di sasso.
Quella fu l'ultima volta che si parlarono di persona. Giulia contattò Lina tempo dopo, quando si stava per sposare e Lina fece altrettanto quando toccò a lei. Le conversazioni però rimasero sempre molto formali e nessuna delle due fece riferimento a quello che era successo. Da qualche anno a quella parte Giulia aveva preso a seguirla sui social media, qualche messaggio ogni tanto, gli auguri di compleanno, qualche like, cose così. Ogni tanto qualcuno postava qualche foto dei vecchi tempi e allora Lina e Giulia si erano ritrovate a scambiarsi qualche ricordo o qualche aneddoto. E il loro rapporto si era mantenuto così fino a quando Giulia non l'aveva contattata dicendo che aveva qualcosa di serio da dirle. Le aveva allora raccontato di Margherita, che stava attraversando un periodo difficile e che lei da madre era preoccupata. Poi, con una sfacciataggine di cui solo Giulia poteva essere capace, le aveva chiesto di ospitare la figlia e Lina aveva risposto di sì, perché avere a che fare con lei era una chiamata alle armi. Non potevi dire di no.
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Il mio giorno luminoso
RomanceLa vita di Lina, quarantasei anni e divorziata dal marito, subirà una scossa grazie a Margherita, una giovane ragazza che Lina ospiterà per qualche tempo a casa sua. La presenza di Margherita permetterà a Lina di realizzare che non si possono metter...