XV

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Giorgio si sentiva leggermente in colpa per aver nascosto la verità a Lina. Quando, infatti, un paio di giorni prima le aveva detto che Paola non sapeva più dello stretto necessario, aveva mentito. La ragazza sapeva tutto, dalla relazione tra Lina e Margherita al ricatto di Santa e il motivo per cui l'avvocato, una volta essersi offerto di aiutare l'amica, l'aveva informata era perché di lei si fidava. Sarebbe stato troppo complicato, però, spiegare alla sua migliore amica il motivo per cui Paola era così degna di fiducia. In quel caso, infatti, avrebbe dovuto dire a Lina che da tre anni lui e Paola andavano a letto assieme. Quella che doveva essere una sola notte di sesso, dopo una festa di fine anno fornita di troppo alcol, si era trasformata in una relazione fisica duratura dalla quale nessuno dei due si aspettava alcun tipo di impegno da parte dell'altro. Erano semplicemente due adulti consenzienti, che quando non erano coinvolti in un altro tipo di relazione sentimentale, si incontravano per fare sesso, e non solo erano riusciti a non intaccare il loro rapporto professionale, ma avevano persino sviluppato un rapporto di amicizia e stima reciproca.
C'era anche un'altra questione che Giorgio aveva nascosto alla sua amica, ma trattandosi di dubbi aleatori e non confermati, avrebbe aspettato di saperne di più prima di vedere agli allarmismi  perché se la sua sensazione era corretta, l'amica ne sarebbe uscita ferita.
Qualcuno suonò il campanello della porta di ingresso. Si trattava di Paola, la quale come spesso accadeva,  trascorreva il sabato pomeriggio a casa di Giorgio. Quel pomeriggio, però, la sua visita aveva uno scopo duplice. Appena Lina aveva messo al corrente Giorgio del licenziamento di Clara,  l'uomo aveva chiesto alla sua segretaria di rintracciare la ragazza e farle qualche domanda e Paola gli avrebbe adesso rivelato i risultati delle sue investigazioni.
Giorgio aprì la porta e istintivamente gli venne da sorridere. La donna era più attraente del solito. Non era la sua folta chioma riccia dai riflessi dorati, né il suo fisico sinuoso, né tanto meno la vita stretta e i fianchi generosi che insieme formavano una curva che lui riteneva essere una delle cose più sexy al mondo, che gli facevano pensare che fosse bellissima. Paola sembrava irradiasse una luce nuova.
"Ohi, che ti prende?" chiese l'ospite a Giorgio la stava fissando inebetito.
"Scusami," disse, scansandosi per farla entrare "è che oggi sei particolarmente gnocca."
La donna ridacchiò lusingata.
Giorgio, convenientemente, dimenticò l'argomento di cui dovevano parlare, e l' attirò a sé. Strinse le braccia intorno alla sua vita, mentre con le labbra ricercava il suo collo.
"Giorgio, se fai così finisco per non dirti quello che ti devo dire."
"Mmm...me lo dici dopo." mormorò e prese a mordicchiare il lobo dell'orecchio di Paola, mentre infilava una mano sotto la sua gonna.
"Giorgio, dai." protestò Paola appena l'uomo gli strinse una natica.
Poi, afferrò le sue mani e le mise giù.
"OK, agli ordini," disse Giorgio con un leggero sbuffo "solo che dopo ti dovrai fare perdonare."
"Prometto che faccio tutto quello che vuoi."
Paola gli diede un bacio sull'angolo della bocca e si accomodò sul divano.
"Allora cosa hai scoperto." chiese il padrone di casa sedendosi a sua volta.
"Niente di nuovo sull'avvocato Neri, ho continuato ad indagare velatamente, ma nessuno dei ragazzi ha idea che l'avvocato frequenti una donna. Alcuni hanno sentito dei pettegolezzi, ma nessuno ci crede veramente, ma questo lo sapevi anche tu."
"Potrebbero fingere di non sapere niente."
"Se lo fanno lo stanno facendo bene. No, Giorgio credimi, a quei ragazzi non frega niente di chi Lina frequenta, a loro piace. Per quanto riguarda l'avvocato Anselmini, però, c'è una novità. I ragazzi l'hanno sentita litigare con Clara nel suo ufficio. Fin qui, nulla di strano; l'avvocato a detta di tutti urla sempre, ma la cosa insolita era che anche Clara sembrava sconvolta e stranamente poco disposta a prendersi i rimproveri. Le ha tenuto latesta e per questo quando la ragazza è andata via nessuno sembrava sorpreso."
"Qualcuno ha sentito su che cosa stavano discutendo?"
"No, Giorgio, e qua arriviamo alla nota dolente. Ho rintracciato Clara, ma non vuole parlare. Le ho mandato una mail dicendomi dispiaciuta per come sono andate le cose e chiedendole se voleva parlarne, non ho ottenuto risposta. Perciò , ho alzato la posta, e ho recuperato il suo numero. Stavolta sono stata chiara e le ho scritto che avevo bisogno di parlarle di una questione urgente. Ha risposto quasi subito e mi ha detto che non ne voleva sapere."
"Hai insistito?"
"Certo."
"Hai detto che si trattava di Lina."
"No, Giorgio, perché nel caso la ragazza non centrasse nulla, non volevo mettere in mezzo l'avvocato Neri."
"Fallo, invece. Come hai detto, tutti i ragazzi adorano Lina o perlomeno non hanno niente da ridire, magari questo potrebbe invogliarla ad aiutarci; secondo, se lei c'entra con la storia delle foto, sentire che  ha dei problemi potrebbe scatenarle qualche rimorso."
"Potrebbe essere efficace, ma sarò vaga, dirò a Clara che Lina ha problemi di lavoro che risalgono a quando lei lavorava ancora allo studio e che per questo potrebbe saperne qualcosa."
Giorgio annuì e Paola, senza perder tempo scrisse alla ragazza.
Clara fu fredda nel rispondere, ma tempestiva e sorprendentemente accettò di incontrarla, nonostante Paola, per chiarezza, le aveva detto che Giorgio sarebbe stato presente.
La donna si mise a cavalcioni su Giorgio e gli lesse la risposta di Clara.
"Scrive che sta facendo un periodo di prova in un negozio in centro, che chiude alle sette e mezza. Ci può incontrare dopo quell'ora."
Giorgio, che aveva capito perché la donna le era salita addosso, disse vago:
"Sono appena le cinque, toccherà trovare qualcosa da fare fino a quell'ora."
Paola buttò il cellulare da un lato e mise le braccia sulle spalle di Giorgio.
"Cosa vuoi fare?" chiese mentre cominciava a muovere il bacino lentamente.
"Potremmo fare un giro in centro, andare per negozi, per esempio."
La donna scosse la testa mentre aumentava di poco il ritmo del movimento di bacino.
"Guardiamo un film, allora." rilanciò Giorgio.
La risposta di Paola fu di cominciare a sbottonarsi la camicia, rivelando così la sua biancheria. Alla vista del reggiseno di pizzo nero, l'uomo  per poco non perse il controllo.
"Oppure," continuò a fatica "possiamo giocare a carte. Sai giocare a briscola?"
Paola sorrise divertita mentre senza preoccuparsi di levarsi la camicia, si sbottonò il reggiseno che aveva la chiusura sul davanti, dando una perfetta visuale del suo seno tondo e sodo, che l'uomo di solito faticava a contenere nelle mani.
Per Giorgio fu troppo, si fiondò sulle labbra della donna , mentre con le mani le strinse il seno.
"Mi fai uscire fuori di testa." disse.
Dopo di ché, con uno scatto  sollevò la donna per i glutei e la portò in camera da letto, e quello che successe lì dentro diede modo ai vicini di sparlare per qualche tempo.
Giorgio e Paola arrivano davanti al negozio di Clara con qualche minuto di ritardo. Fortunatamente la ragazza non sembrava irritata e se lo era, non lo stava dimostrando, forse per una qualche forma di rispetto, retaggio di quando lavorava in studio con loro.
"Ciao, scusa il ritardo." disse Paola dolcemente.
"No, figurati."
"Grazie per averci incontrato." disse Giorgio stringendo la mano della ragazza.
"Non si preoccupi, avvocato."
"Vuoi andare da qualche parte? Ci sediamo un bar, magari, e ti offro da bere, è il minimo."
Clara scosse energicamente la testa
"Vorrei solo sapere di che si tratta."
La ragazza si era rivolta a Paola; era evidentemente intimorita da Giorgio. Per questo fu Paola a parlare.
"Speravamo potessi spiegarci perché sei andata via, improvvisamente. E se ha che fare con i problemi che Lina sta avendo a lavoro."
Clara abbassò gli occhi, visibilmente a disagio e Giorgio, ne approfittò.
"Non hai chiesto quali problemi, Clara, il che mi fa pensare che  sai qualcosa."
"Non sono sicura che dovrei parlarne con voi due, avvocato Maltese."
"Clara" disse Paola mettendo una mano sul braccio della ragazza "è evidente che sei turbata. Ma credimi, puoi parlare con noi."
La ragazza passò lo sguardo da Paola a Giorgio e viceversa. Era scettica.
L'avvocato, allora, nel tentativo di guadagnarsi la fiducia della giovane, disse:
 "Sei andata via a causa di quella stronza, vero?"
Paola a stento trattenne una risata, mentre Clara, che aveva capito a chi l'uomo si riferiva, lo guardava stranita.
"Devi ammettere che è un aggettivo piuttosto azzeccato." continuò Giorgio  e appena vide che l'espressione della ragazza era più distesa, andò dritto al punto.
"Alcuni tuoi colleghi vi hanno sentito litigare nel suo ufficio. A che proposito litigavate?"
"Diciamo che mi aveva chiesto di fare una qualcosa che andava ben oltre i miei compiti da tirocinante."
La risposta vaga di Clara era segno che era ancora restia a parlare. Allora Paola cercò di tranquillizzarla.
"Clara, non andremo a dirle che hai parlato con noi, se è quello che temi."
Clara emise un sospiro. Sembrava leggermente esasperata dalla loro insistenza. Tuttavia cominciò a parlare.
"Una sera, ero rientrata a casa da poco perché l'Anselmini mi aveva fatto fare tardi, ricevo una chiamata. Era lei e all'inizio non le ho risposto, era venerdì avevo dei piani con i miei amici ed ero certa che quella sarebbe stata una chiamata spiacevole. Poi, però, ho pensato che l'avvocato poteva arrabbiarsi se l'avessi ignorata, così l'ho richiamata per sapere cosa volesse. Mi disse che quella sera avrei dovuto fare una cosa per lei. Io protestai dicendole che era venerdì sera e avevo dei piani con i miei amici, lei arrogante come sempre, rispose che non le importava. Anzi, aggiunse, avrei potuto portare anche loro, a patto che non gli dicessi cosa andavo a fare. Mi diese che non dovevo fare altro che andare in un locale, che lei mi avrebbe indicato, e fotografare l'avvocato Neri mentre era in compagnia di una ragazza. Mi rifiutai, dicendo che non era etico. La stronza, però, mi disse che se non avessi ubbidito mi avrebbe reso la vita un inferno allo studio. Allora, accettai, anche se controvoglia. Mi disse che dovevo fotografare  qualsiasi effusione notassi tra la Neri e la ragazza, si trattasse di baci, carezze o abbracci."
"Solo che le effusioni hanno subito una bella escalation." disse Giorgio in maniera allusiva.
"Senta, avvocato, non ne vado fiera. Il giorno dopo mi sono rifiutata di consegnare le foto, ed è questa la discussione di cui vi hanno parlato gli altri. Ho detto a quella pazza che qualsiasi cosa stesse facendo io non volevo farne parte, e lei mi ha detto che se non le davo le foto mi avrebbe cacciato dallo studio e avrebbe fatto in modo che io non potessi lavorare da nessun'altra parte.  A quel punto ho ceduto, ancora una volta,  e me ne vergogno. I sensi di colpa, infatti,  hanno avuto la meglio, e qualche giorno dopo ho lasciato lo studio."
Giorgio non commentò subito, stava riflettendo su qualcosa e allora, Paola per riempire il silenzio disse:
"Una volta che le hai dato le foto ti ha detto che cosa ne avrebbe fatto?"
"No, ma ho intuito che servissero per una qualche forma di ricatto. Del resto non ci sono molte cose che uno può fare delle foto del genere."
"Giusto."
Dopo qualche secondo Giorgio disse:
"Hai detto che dovevi fotografare l'avvocato Neri con una ragazza. Intendi dire che si trattava di una ragazza specifica?"
"Ha importanza?"
Giorgio e Paola si guardarono.
"Sì." risposero all'unisono.
"Mi ha mandato una foto della ragazza in questione."
"Una foto addirittura?" disse Paola sorpresa. Giorgio da parte suo non era sorpreso affatto.
"Sì," rispose Clara " l'Anselmini era sicura che l'avvocato Neri sarebbe stata in compagnia di questa ragazza."
"La ragazza ti è sembrata familiare?" chiese l'uomo che però non sperava in una risposta affermativa.
"No, non l'avevo mai vista prima di allora."
Ci fu qualche secondo di silenzio, interrotto da Clara:
"Se mi state facendo tutte queste domande vuol dire che l'avvocato Neri le ha viste."
Paola annuì mentre Giorgio non disse nulla.
"Mi dispiace, ma ero con le spalle al muro. Spero possiate capirlo. A me l'avvocato Neri è sempre piaciuta."
"Tranquilla, comprendiamo." disse Giorgio pensieroso.
"C'è altro che volete chiedermi?" 
Clara aveva una gran fretta di andar via.
"No, grazie cara." rispose Paola con un sorriso.
Giorgio e Paola rimasero davanti alla saracinesca chiusa del negozio per qualche minuto.
Era palese per Giorgio che Paola stesse evitando di guardarlo negli occhi. Se l'avesse fatto avrebbe dovuto ammettere che i sospetti di Giorgio erano più che giustificati.
"Non prova nulla,  lo sa bene, avvocato." disse la donna, ma il fatto che avesse usato sarcasticamente il lei, dimostrava che non era del tutto convinta della sua affermazione.
"Clara ha confermato che Santa sapeva della relazione tra Lina e Margherita. Paola, tesoro, non ci sono molte persone da cui l'abbia potuto sapere."
Paola non sapeva cosa ribattere e dopo una pausa lunghissima disse:
"Che farai?"
Giorgio fece spallucce.
"Non lo so. Se quello che sospetto è vero, Lina ne sarà sconvolta."
"Allo stesso tempo, se quello che sospetti è vero, ha il diritto di saperlo, prima che sia emotivamente coinvolta ancora di più."
"Lo so, Paola, anche se purtroppo è già così. Però, prima di spezzarle il cuore,  devo ricordare una cosa."
"Cosa?"
"Quando e dove ho già incontrato Margherita."

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