XVIII

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Il problema del senso di colpa è che finisci per farci il callo, anche se ti divora dentro. Ed era quello che era successo a Margherita, si era abituata alla sensazione di oppressione allo stomaco che provava ogni volta che mentiva, anche quando mentire era l'unica soluzione.
Non era stata la promessa di un ritorno economico ad attirarla in quel casino con Santa. Suo padre era ormai una figura sempre più aleatoria quasi mitologica, considerate le poche volte che si faceva vivo, e aveva deciso di non aiutare la figlia con il corso, perciò i soldi che Santa le aveva promesso e che lei aveva finito per rifiutare le avrebbero fatto comodo. Tuttavia, Margherita si era lasciata trascinare in quella situazione perché, dopo aver scoperto che quello stronzo del suo ex fidanzato aveva tenuto il piede in due staffe, si sentiva uno schifo. Aveva messo tutta sé stessa in quella relazione ed era stata ricompensata con il tradimento; per questo motivo si era convinta che l'universo le  dovesse qualcosa e che adesso le toccava riscuotere in qualche modo.
Non aveva messo in conto però i suoi di sentimenti, quelli erano stati del tutto inaspettati. Aveva cominciato a nutrire dubbi sul piano di Santa, già dal primo giorno che aveva trascorso a casa di Lina. Si era aspettata di trovarsi davanti una bisbetica acida, alla stregua di Santa. Invece, aveva incontrato una donna fantastica. Lina era gentile, dolce e comprensiva, ma soprattutto, e questo aveva colto Margherita di sorpresa, era sexy. Si era subito invaghita e quando si era accorta che stava provando qualcosa, si era  tirata indietro;  il danno, però, ormai era stato fatto.
La storia delle foto aveva complicato le cose, lei non c'entrava nulla, ma Elena a quanto pareva, era convinta del contrario.
Margherita non poteva sopportare che ce l'avesse con lei, era la sua migliore amica, le mancava, soprattutto adesso che nella sua vita stava succedendo qualcosa di bello.
Elena, però, dopo la telefonata che le aveva fatto qualche mattina prima aveva rifiutato ogni sua richiesta di contatto e Margherita fu costretta a tenderle un'imboscata, davanti la sua nuova casa dove adesso la stava aspettando da mezz'ora.
"Come mi hai trovata?" chiese Elena sulla difensiva appena vide l'amica  seduta sui gradini del palazzo.
"Il tuo fidanzato," rispose Margherita andandole incontro  "è stato lui a darmi il nuovo indirizzo. Mi ha detto che adesso vivete assieme. Non te la prendere con lui, però, sono stata io ad insistere. Credo che si sia intenerito."
"Io però non mi intenerisco."
"Sei arrabbiata e lo capisco, ma non puoi tagliarmi dalla tua vita così. E non c'era bisogno di abbandonare il corso."
Elena fece un riso sardonico.
"Non ho lasciato il corso, stupida! Mia zia ha annullato l'assegno e io da sola non posso coprire la retta. E qualcosa mi dice che ha che fare con la mia  decisione di non entrare a far parte del  vostro folle piano. Ma potrei essere in malafede."
Margherita ignorò il sarcasmo dell'amica e sbottò:
"Il piano è solo suo, Elena! Non ho mai avuto idea di quello che volesse fare tua zia e dopo quello che è successo tra me e Lina, io mi sono tirata indietro. Lo sai, anche se hai deciso di non credermi."
"Se ti sei tirata indietro, come spieghi la storia delle foto?"
"Non ne avevo idea."
Elena aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia.
"Dovrei crederti?!"
'Ti giuro! Pensavo che tua zia avesse lasciato perdere dopo averle detto che non volevo più continuare. Ti pare che mi sarei lasciata scopare addosso a un'auto, se avessi saputo che qualcuno ci spiava? Ti prego Elena! Sei stata la prima e forse l'unica a cui ho confessato quello che provavo per Lina e credimi quando ti dico che non volevo che la cosa degenerasse tanto. Lei non avrebbe neanche dovuto essere con me quella sera, non l'avrei mai e poi mai esposta a una cosa del genere."
Elena continuava ad apparire scettica, ma perlomeno adesso sembrava più calma.
"Mi vuoi dire che non sai chi ha ingaggiato per fare le foto quando io ho rifiutato?"
"No Elena,  te l'ho detto non avevo idea che ci fosse qualcuno che ci spiava...ehi, aspetta? Che vuol dire che hai rifiutato? Lo aveva chiesto a te?"
Elena finalmente sembrava credere alle parole dell'amica.
"Mia zia mi ha detto che eri d'accordo..."
"No, Elena, quindi è grazie a te che quella stronza sapeva dove trovarci?"
Era stato meschino da parte di Margherita rinfacciarle qualcosa di cui, probabilmente non aveva colpa, ma le era uscito di getto, tale era la rabbia per quello che era stato fatto a Lina.
Elena le puntò il dito contro.
"Forse non ti è ancora chiaro che io non sapevo un cazzo di come Lina fosse collegata a mia zia prima di quella sera. Ero andata a casa sua per una fottura cena di famiglia e ingenuamente ho lasciato il telefono incustodito. Ma sai a volte mi dimentico che la mia non è una famiglia normale! Ad ogni modo mia zia ha letto quello che mi hai scritto e ha avuto l'idea geniale di provare a coinvolgermi. Quando mi sono rifiutata, mi ha raccontato tutto riguardo il vostro accordo e credevo che facessi parte della trappola anche tu. Ecco perché non sono uscita con voi quella sera. Perciò Margherita, non prendertela con me per una cosa che hai iniziato tu. Mi hai fatto credere che ti fossi innamorata di una donna e mi hai tenuto all'oscuro del resto."
"Io sono sul serio innamorata di lei."
Margherita era prossima alle lacrime, ma Elena non mostrò alcuna clemenza.
"Ok ti credo e diciamo che credo al fatto che ti dispiace e che forse sei pentita. Ma, andiamo! Conosci la mia famiglia da una vita, sai quanto mia zia possa essere manipolatoria a tal punto da fare cose assurde; faccio, quindi, fatica a credere che tu sia stata così ingenua da  non capire cosa stesse combinando. Al contrario, credo che non te ne sia importato granché,  semplicemente hai colto l'occasione di guadagnare qualcosa infischiandotene delle conseguenze."
Margherita scosse la testa più di una volta.
"Non è così che è andata e, giuro, non ho più preso i suoi soldi."
"Lo sapevi che la vuole fuori dallo studio?" disse Elena inaspettatamente
"No cioè sì. L'ho scoperto di recente, dopo la storia delle foto. Non pensavo che....."
Elena la interruppe bruscamente.
"E sai anche il perché?"
"Gelosia...." rispose Margherita con una certa incertezza nella voce.
"Allora un po' ingenua lo sei!" esclamò l'amica, ironica. Aggiunse poi seria:
"Il fatto che Lina sia andata a letto con suo marito non importa a mia zia. L'importante è che non si sappia in giro che mio zio le mette le corna a destra e manca. Quindi no, non è gelosa. A quanto pare, se Lina va via mia zia ne trarrebbe qualche vantaggio allo studio."
"In che modo?"
Elena fece spallucce.
"Non lo so, non ho fatto in tempo a scoprirlo, e, dopo la lite furiosa che abbiamo avuto l'altra mattina nel suo studio, non credo che mia zia me lo direbbe. A quanto pare ho perso il privilegio di conoscere le macchinazioni diaboliche della mia famiglia, e la cosa bella è che non me ne frega un cazzo, Margherita. Permettimi di darti un ultimo consiglio, però. Racconta tutto  Lina, perché in un modo o in un altro  verrà a sapere che sei una colossale stronza. E se c'è una piccola possibilità che ti perdoni, lo farà solo se sarai tu a dirgli come sono andate le cose.  Se non lo farà, invece, almeno ti sarai comportata da persona matura e ti sarai presa le tue responsabilità."
Elena varcò il portone del palazzo senza dare l'opportunità a Margherita di ribattere. Ad ogni modo non avrebbe saputo che dire. 
La strategia  fino a quel momento era stata di tenere la bocca chiusa con Lina e  resistere fino a quando la quella storia sarebbe stata dimenticata. Tuttavia, le parole di Elena l'avevano scossa a tal punto che la ragazza pensò si seguire il suo consiglio e, finalmente, di confessare tutto. Il coraggio le venne meno, però, quando, rientrando a casa, Lina l'accolse con un caloroso abbraccio.
"Bentornata." le disse la donna e Margherita, incapace di mantenere la ferma la voce, non disse nulla ma si limitò a sorriderle.
"Sto preparando la cena."
"Grazie." mormorò.
"Non è niente di che. L'idea era di fare un secondo con le verdure, ma il frigo è praticamente vuoto, mi sono dovuta arrangiare con quello che avevamo. Anzi, che ne dici se domani andiamo a fare la spesa? Se non puoi, ci vado sola, solo che se andiamo in due ci sbrighiamo prima."
Non era esattamente così, le due donne perdevano molto tempo, quando facevano la spesa assieme. Si punzecchiavano a vicenda, battibeccavano su quale marca fosse la migliore, e Margherita, ogni volta, non resisteva molto prima di cedere alle richieste di Lina di comprare dei cibi poco sani. Tra le due sembrava lei quella più immatura quando si trattava di cibo. A questo pensiero, tenero, di loro due tra i corridoi del supermercato che facevano la spesa come una vecchia coppia sposata, Margherita non ce la fece più e scoppiò in un pianto incontrollato, sotto lo sguardo attonito della donna.
"Margherita, tesoro, che succede?" Anche se avesse voluto parlare, e non voleva, non credeva di esserne capace. Il pianto le avrebbe impedito di formulare frasi che risultassero comprensibili.
Lina prontamente strinse la ragazza tra le sue braccia, e ci vollero cinque minuti buoni affinché i suoi singhiozzi terminassero.
Quando Margherita fu calma, Lina sciolse l'abbraccio.
"Allora?" chiese, scostando dolcemente una ciocca di capelli che per via delle lacrime si era attaccata al viso della ragazza.
Margherita fece spallucce. Il pianto l'aveva fatta sentire peggio in realtà e soprattutto non aveva idea di come giustificare la cosa agli occhi di Lina.
Non osava guardarla negli occhi, ma la donna la pensava altrimenti perché le prese delicatamente il mento e la costrinse a incrociare gli sguardi.
"Tesoro, se non ne vuoi parlare va bene, non ti costringerò. Però di qualsiasi cosa si tratti, sappi che non devi aver paura di parlarne con me."
Margherita si schiarì la voce e disse:
"Credo di aver avuto una piccola crisi dovuta allo stress. Il corso ultimamente è un po' pesante."
Le scuse generiche di solito erano le più sospette, e, infatti, Lina non sembrava essersela bevuta. 
"Farò finta di crederci, ma ricorda se cambi idea sono tutta orecchie."
Margherita non aveva dubbi che sarebbe stato così, perché se avesse vuotato il sacco, la donna avrebbe avuto tutto l'interesse di ascoltare. Solo che credeva che difficilmente la donna in quel caso le avrebbe dato un tenero bacio sulla punta del naso, come aveva appena fatto.
"Che ne dici se mangiamo davanti alla TV, stasera? Mettiamo su un bel film e ci rilassiamo sul divano." propose Lina.
Margherita annuì.
"Allora tu vai di là e scegli cosa vedere, mentre io finisco di occuparmi della cena."
In salotto Margherita  fissò  a vuoto il catalogo dei film per cinque minuti. Elena quella sera l'aveva messa davanti a un gigantesco specchio, e per quanto Margherita si sforzasse, non poteva ignorare quello che ci vedeva riflesso. L'amica aveva ragione, era stata menefreghista, e all'inizio di quella storia aveva pensato che l'universo le dovesse qualcosa; ora, però, vedendo come Lina si mostrava premurosa, si rese conto che era lei stessa, in realtà, ad avere un grosso debito.

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