XXXI

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Lina seguì Giulia fuori dal locale riluttante ma, allo stesso tempo, un po' impaziente di affrontare una conversazione ormai inevitabile.
Via il dente via il dolore, si disse.
Anche Giulia doveva trovarsi in uno stato di impazienza, perché non aveva varcato completamente la soglia dell'ingresso principale che già aveva cominciato ad inveire contro l'amica.
"Come ti è saltato in mente di farti mia figlia? E non provare a negare, ho visto come vi guardavate là dentro. Dio, Lina, è una ragazzina!"
Sia il tono di voce che il contenuto della frase, avevano attirato l'attenzione delle persone che bazzicavano là intorno, e adesso le due donne avevano molti sguardi puntati su di loro.
La cosa, però, non sembrava disturbare Giulia, la quale era troppo concentrata a fissare Lina come se avesse voluto prenderla a schiaffi. E forse era proprio per tutti quegli sguardi puntati addosso che ancora non lo aveva fatto.
La sua accusa, però, conteneva degli errori. Innanzitutto, Margherita era una donna adulta e non una ragazzina, e Lina non se l'era semplicemente fatta, ma provava dei sentimenti profondi per la ragazza.
Tuttavia, Lina non se la sentiva di biasimarla. Lei non era diventata madre, i figli non erano una cosa che né lei né Giacomo avevano mai preso in considerazione, ma immaginava che se ne avesse avuti, in qualche modo, la loro vita sentimentale sarebbe stata oggetto di preoccupazione per lei. Nessuno vuole vedere i propri figli fare scelte azzardate in amore, e Giulia non era da meno. Era indubbio che quello che c'era stato tra lei e Margherita era stato poco prudente e non era così ingenua da pensare che la sua relazione con una ragazza così giovane non facesse storcere il naso a molte persone.
Quindi, nonostante Giulia non avesse colto la profondità dei suoi sentimenti, Lina poteva capirla, ma si scusò solo per l'unica colpa che credeva di avere.
"Mi dispiace averti mentito, Giulia."
"Il mondo è pieno di donne e tu decidi di scoparti mia figlia per soddisfare il tuo ego?!"
Ancora una volta Giulia era in errore. Era stata Margherita a iniziare un gioco che le era sfuggito di mano, ma ne era palesemente all'oscuro. Tuttavia, Lina non avrebbe  usato le azioni di Margherita per giustificare le proprie, non sarebbe stato giusto nei confronti della ragazza e avrebbe sminuito i propri sentimenti perché, a prescindere da tutto, era finita a letto con lei perché lo aveva fortemente voluto.
"Giulia, so come può sembrare dal di fuori, ma non si è trattato di una scappatella per me. Tengo molto a Margherita."
"Ha ventitré anni, potrebbe essere tua figlia!"
Stavolta Giulia non aveva urlato, e Lina gliene fu grata.
"Ma non lo è, Giulia. Non è mia figlia. E comprendo che per te sia difficile da metabolizzare, ma provo qualcosa per lei e credimi se ti dico che ho sofferto per come è finita tra di noi."
A questa frase l'espressione di Giulia si addolcì, anche se non di molto.
"Senti non so come siano andate le cose tra di voi e non sono così ingenua da pensare che mia figlia  abbia avuto un ruolo passivo in questa storia. Ma ti prego, Lina, ragiona. Che futuro potreste avere tu e lei? Non sarebbe una relazione facile, lo sai. Se stesse insieme vi scontrereste contro l'ostracismo delle persone e a lungo andare i sentimenti non basterebbero più. Margherita ne soffrirebbe, e anche tu. Che vita sociale può avere una coppia formata da due donne con una notevole differenza di età?"
"Ed ecco il vero problema," disse Lina allargando le braccia "non sono un uomo."
"No, Lina. Ero già a conoscenza delle inclinazioni di Margherita."
"Vederlo con i propri occhi, però, è un'altra storia. Esattamente come venti anni fa: un conto era strusciarsi in discoteca, un altro era ammettere che stava succedendo qualcosa tra di noi."
"Ti ho chiesto scusa per quello e tu avevi detto di avermi perdonata."
"E ti ho perdonata, Giulia. Ma per tua stessa ammissione hai avuto paura. E pretendi che tua figlia abbia le stesse tue remore. Credimi, però, quando ti dico che a Margherita il coraggio non manca per affrontare gli altri. Sottovaluti tua figlia se credi che si lasci influenzare dal giudizio della gente."
Come ti sei lasciata influenzare tu venti anni fa, pensò Lina, ma lo tenne per sé.
"Non confondere il coraggio con l'incoscienza, Lina. La situazione è diversa da quella di vent'anni fa. Non si tratta di due universitarie che vogliono sperimentare. Si tratta di una donna in piena crisi di mezza età e di una ragazza che crede che la vita sia una commedia romantica."
Questa fu una pugnalata al cuore, perché  nella stessa frase, Giulia era riuscita a minimizzare sia quello che provava adesso per Margherita, sia quello che aveva provato vent'anni prima per lei.
Lina, però, con l'impulsività di cui era stata accusata, ribatté:
"Credi che non mi sia posta alcun tipo di problema, Giulia? Credi che abbia visto tua figlia e abbia detto sai che c'è, quasi quasi me la scopo? Ho provato a combattere quello che provavo, ma non ci sono riuscita. Era troppo forte e quando ho scoperto di essere ricambiata, e non mi è sembrato reale per molto tempo. Ma è reale, Giulia, non è una crisi di mezz'età, perché se fosse stato solo questo me la sarei già dimenticata; invece, ho mandato all'aria una relazione che poteva funzionare perché non riesco a smettere di pensare a Margherita. E capisco la tua preoccupazione, ma se lei prova qualcosa per me, come ha  detto, io non sono disposta a lasciarla andare."
Aveva appena realizzato di aver detto a voce alta quello che non era riuscita ad ammettere per giorni, ossia era lì per riprendersi Margherita.
"Credevo che la più stupida fra le due, fosse mia figlia, sai? Invece, sei tu quella che ha visto troppi film  d'amore."
Quel cinismo stonava un po' in bocca a una donna che si stava per sposare per amore per la seconda volta.
"Tu puoi fare quello che vuoi, Lina," continuò "puoi schiantarti ad alta velocità contro un muro, ma non starò a guardare mentre mia figlia fa lo stesso. Non posso costringerla, certo, ma ti giuro che proverò a convincerla a mollare. E comincerò adesso: non sei più la ben venuta al mio matrimonio, mi dispiace averti fatto venire fino a qua, ma non credo sia più il caso che partecipi. E, ovviamente, credo che per te anche questa serata debba finire qui."
Lina annuì. Se lo aspettava, e inoltre, sapeva che, nonostante l'entusiasmo di Elena, era stata una pessima idea partecipare a quell'addio al nubilato.
"La mia borsa è rimasta dentro, la prendo e andrò via."
Se si fosse trovata all'interno commedia romantica, del tipo che l'amica aveva nominato già due volte,  Lina avrebbe detto una frase ad effetto,  del genere: lotterò per il mio amore, ma oltre ad essere terribilmente smielata, sarebbe stata controproducente. Giulia non si sarebbe intenerita, anzi, l'avrebbe presa come una sfida. Perciò, era meglio accontentarla in maniera diplomatica.
Lina rientrò al locale. Il gruppetto si era dato alle danze, fatta eccezione per Elena e Margherita che erano rimaste al tavolo. A differenza di prima, le ragazze erano sedute vicine e appena Margherita vide che Lina prendeva la borsa, le chiese allarmata.
"Dove vai?"
Fu Giulia a rispondere.
"Sta andando via."
Margherita rivolse alla madre un'occhiata  torva e poi si rivolse di nuovo a Lina.
"Come? La tua auto è rimasta sotto casa nostra."
Giulia, imperterrita, disse ancora:
"Prenderà un taxi."
"Ci sentiamo, Margherita." disse Lina rivolgendole un sorriso.
Fu tentata di allungare la mano e darle una carezza sulla guancia prima di andare via, ma la presenza di Giulia le fece cambiare idea.
Era a qualche metro dalla porta principale con il cellulare nelle mani quando si accorse che la ragazza l'aveva seguita.
"Aspetta, Lina."
La ragazza camminò fino a quando non fu a pochi centimetri da lei.
"Mi dispiace per mia madre, la mia fuga al bagno deve avermi tradita." disse.
Lina le posò la mano sulla guancia, per darle quella carezza che non le aveva potuto dare prima.
"Non è interamente colpa tua, io ti ho seguita. E poi non è la prima volta che discuto con tua madre."
Margherita sorrise e prese la mano di Lina, quella sulla sua guancia e se la portò alle labbra per darle un piccolo bacio.
"Portami con te." disse poi.
Lina scosse la testa.
"No, tesoro, è la festa di tua madre ed è giusto che tu rimanga."
Margherita mise le sue mani sui fianchi di Lina.
"Ma non voglio rimanere se tu non ci sei."
Lina posò la fronte su quella della ragazza e chiuse gli occhi.
"Avermo tempo per noi due, te lo prometto."
"Vorrei baciarti, posso farlo?" chiese Margherita timidamente.
Lina aprì gli occhi, staccò la fronte da quella della ragazza e disse:
"Ti ricordi cosa mi dicesti poco prima di fare l'amore per la prima volta?"
"No."
 "Mi hai detto che non avrei avuto mai bisogno di chiedere il permesso per toccarti. Beh, adesso lo dico io a te, non devi chiedere il permesso per baciar...."
Margherita non diede tempo a Lina di finire la frase che era già sulle sue labbra e fu come tornare a respirare dopo essere stata sott'acqua per molto tempo.
Stettero strette per qualche minuto non curandosi degli sguardi indiscreti che quel bacio, lento ma dalla carica erotica potente, avrebbe potuto attirare.
Fu Lina a staccarsi per prima. Allentò la presa ma non lasciò andare completamente Margherita.
"È meglio che vada, prima che tua madre esca dal locale e chieda un secondo round."
"Non ti preoccupare, Elena la sta tenendo occupata."
Lina rise al ricordo di come si erano incontrate al supermercato.
"Santa Elena." aggiunse la ragazza "Se non fosse stato per lei, non saresti qui."
"Credo ci sia un'altra persona a cui va il merito per la mia presenza qui."
"Giorgio?"
"È stato lui a trovare la tua lettera e,  nonostante io gli avessi detto di buttarla all'epoca, lui non lo fece; invece, la nascose a casa mia, in un posto dove credeva l'avrei trovata casualmente. Solo che ha fatto male i conti e non l'ho trovata fino a un mese fa, quando mi ha detto dove cercarla. Giorgio mi aveva fatto venire qualche dubbio, ma sono state le tue parole a convincermi a venire."
"Penso tutto quello che ho scritto, Lina, te lo giuro."
"Lo so, adesso, lo so."
Lina le posò un piccolo bacio sulla punta del naso.
"Vai, adesso."
"Ma se sei tu che non stai mollando la presa."
"Giusto."
Lasciò Margherita, ma questa non accennava ad allontanarsi.
"Adesso qual è la tua scusa?" disse sorridendo.
La ragazza rimase seria, però.
"È che l'ultima volta che ti ho vista andare via, non ti ho rivista per mesi."
Lina appoggiò di nuovo la fronte su quella della ragazza, stavolta però tenne gli occhi aperti e guardandola dritta nei suoi, disse:
"Amore, non vado da nessuna parte, promesso."

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