XXIV

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Per tutto il tempo che Margherita fu costretta ad aspettare, la ragazza aveva oscillato tra l'impazienza e un'opprimente senso di impotenza, e, in più di un'occasione, era stata, addirittura, tentata di chiamare Giorgio e urlargli al telefono di darsi una mossa. Non era, però, esattamente nella posizione di avanzare richieste, perciò, suo malgrado aveva aspettato cercando di tenersi occupata il più possibile per non pensare.
Margherita era sul punto di perdere la speranza, quando finalmente  Giorgio, a una settimana dal loro incontro, chiamò: Lina aveva accettato di incontrarla il giorno dopo.
Le emozioni che quella notizia suscitò cozzavano tra di loro a tal punto che Margherita non riusciva bene a distinguere cosa provava, una cosa però era chiara: non vedeva l'ora di vedere Lina ma aveva paura.
Lo stato di incertezza nel quale si trovava, infatti, le garantiva comunque una certa protezione dalla delusione di non vedere le sue scuse accolte.
E fu così, impaurita, che Margherita stava guidando verso la tavola calda fuori città, dove le era stato dato appuntamento.
Quel giorno, era uscita dal corso prima per non correre il rischio di arrivare tardi e aveva rifiutato l'offerta di Elena di accompagnarla; aveva il sospetto che la sua amica avesse fatto un cambio turno per essere disponibile nel caso ce ne fosse stato bisogno.
La premura di Elena era gradita,però, quella era una cosa che Margherita doveva fare da sola. Il lato positivo era che comunque sarebbe andata, avrebbe trovato Elena a casa ad aspettarla.
Arrivò all'appuntamento con largo anticipo, convincendosi con enorme sollievo di essere la prima ad essere arrivata.  Quando entrò nel locale, però, scoprì che non era così: Lina era seduta in uno dei tavoli in fondo al locale con le braccia conserte e lo sguardo basso.
"Ciao." disse Margherita timidamente appena la raggiunse.
La donna non ricambiò il saluto, ma le fece segno di sedersi. Non era un buon inizio, tuttavia la ragazza sfoggiò il suo sorriso migliore e disse:
"Grazie di essere venuta."
"Non devi ringraziare me, " rispose Lina freddamente "ma Giorgio, mi ha convinta lui ad accettare."
A Margherita passò la voglia di sorridere, Lina sembrava fare di tutto per non ricambiare il suo sguardo.
"Sei qui, però, e conta molto per me."disse.
Non ottenne risposta e perciò, chiese:
"Hai letto la mia lettera?"
La donna scosse il capo.
Margherita chiuse gli occhi ed emise un piccolo sospiro. Non sapeva dove trovare forza per ripetere a voce tutto quello che aveva scritto in quella lettera, soprattutto con Lina che sembrava poco disposta ad ascoltare.
"Mi dispiace," disse mesta " avrei dovuto dirti da subito cosa stava succedendo, ma mi vergognavo e avevo paura di perderti.  Sono stata una vigliacca e mi pento, e adesso che  sei qui davanti a me l'unica cosa che vorrei è che tu riuscissi a guardare nei miei occhi perché allora vedresti quello che sui miei sentimenti per te non ho mai mentito, sono reali."
Lina finalmente alzò lo sguardo, ma non parlò subito. Fissava Margherita, la quale nel frattempo aveva preso a tormentarsi le labbra per il nervoso, e dopo un momento interminabile disse:
"Sai, non ho fatto altro in questi giorni che passare al setaccio tutti i momenti passati insieme, il primo bacio, la prima volta che siamo andate a letto assieme, quando ti ho portato fuori città, e, devo riconoscere che sei stata brava, la tua parte l'hai recitata proprio bene. Avrei fatto a meno delle tue spiegazioni, perché non credo che possano cambiare le cose; tuttavia Giorgio ha insistito affinché ti ascoltassi, e dato che sono qui, voglio sapere com'è cominciata questa storia. E stavolta, Margherita, fammi il favore di non mentire."
Margherita fece un lungo respiro e cominciò a parlare.
"Ti ho detto del mio ex e di quello che ho fatto alla sua auto, giusto?"
"Sì, tua madre ha detto che i danni sono stati tanti."
"Avevo scoperto che Danilo per tutto il tempo che era stato con me aveva avuto un'altra relazione. Un giorno, mentre ero in centro, l'ho visto passeggiare tranquillamente mano per la mano con quell'altra ragazza, e lui appena mi ha visto, mi ha salutato, facendo finta di niente, come se nulla tra noi fosse successo, nessun rimorso, nessun tentennamento. Mi ha salutata come se fossimo vecchi amici. Non ci ho visto più, sono andata sotto casa sua quella notte e con una mazza ho cominciato a sfogare tutta la mia frustrazione sulla sua auto. Non ci ha impiegato moto a capire chi era stato a conciare l'auto in quella maniera, e Elena allora mi ha detto che secondo lei sua zia poteva darmi una mano. Santa, casualmente, si trovava a casa di Elena per far visita alla sorella. Sapevo che era un avvocato e ho pensato che mi avrebbe sostenuta legalmente nel momento in cui Danilo mi avrebbe denunciata."
"Invece Santa ha trovato un accordo."
La ragazza si rese conto in quel momento che sua madre  aveva detto molto più di quello che credeva.
"Sì. L'ha convito a non denunciarmi, in cambio si è offerta di pagare le riparazioni dell'auto. Ma se avessi immaginato come aveva intenzione di convincerlo, mi sarei rassegnata a prendermi la denuncia."
"Che ha fatto?"
"Danilo lavora insieme al padre nell'attività di famiglia e Santa ha insinuato che Danilo facesse  delle cose illecite alle spalle del padre."
"E come lo aveva scoperto?"
"Ha bluffato, Lina.  Le sue accuse erano state velate e mai specifiche, ma evidentemente Danilo, che non è mai stato un santo e Santa lo sapeva, non aveva la coscienza pulita e il bluff ha tenuto."
Margherita vide Lina accennare un sorriso. Non so illuse però di aver guadagnato punti.
"Quando Santa si è offerta di risarcire Danilo, io le ho detto che non avrei saputo come ripagarla; ma lei mi ha tranquillizzato dicendomi che avrebbe trovato un modo."
"E il modo ero io, giusto?"
"È successo per caso. Un giorno scherzando le dissi che avrei potuto saldare il debito uccidendo qualcuno per lei, e lei mi disse che effettivamente c'era una collega che le dava fastidio. Appena mi disse il  nome  capì che si trattava di te, la vecchia amica di mamma e feci l'errore di dirglielo. Santa a questo punto, seria, disse che visto che ti conoscevo forse potevo aiutarla a rimetterti a posto, parole sue."
"E come diamine le è venuto in mente di dirti di provare a venire a letto con me?"
"Mia madre" disse, sapendo che non rispondeva alla domanda in maniera esaustiva;  la ragazza stava, però, cercando di prendere tempo per trovare la cosa giusta da dire.
"Tua madre?"
"Tempo prima si era lasciata sfuggire che quando era all'università una sua amica si era presa una cotta per lei, ricambiata tra l'altro, solo che non era successo niente tra lei e questa amica. Non ci è voluto molto per capire che si trattava di te, anche perché non sono molte le amiche di vecchia data di mamma; tu eri stata all'università con lei, e siete passate dall'essere inseparabili all'essere due estranee, e ho fatto due più due. E, ancora una volta, lo dissi a Santa."
"Aspetta, è stata una tua idea?"
"No, le ho semplicemente detto che poteva usare questa informazione a suo vantaggio. Pensavo che avrebbe messo delle voci in giro, cose così. Santa, però, aveva altri piani e mi ha detto che se volevo ripagarla, avrei dovuto sedurti. Sapeva delle mie intenzioni di frequentare il corso e prendere casa con Elena; già che c'ero, mi ha detto, avrei potuto convincere mia madre a chiederti di ospitarmi temporaneamente, e in quei giorni avrei dovuto provarci fin quando non avresti ceduto, a quel punto avrei dovuto fornirle le prove."
"L'accappatoio allacciato male, quella scenetta nella mia auto quando siamo andate a mangiare fuori la prima volta.... era tutta una messa in scena per provocarmi."
"Sì, ma non mi aspettavo che avrei provato attrazione per te e che quella attrazione presto si sarebbe trasformata in qualcos'altro."
Margherita allungò le braccia sul tavolo, per raggiungere le mani di Lina. La donna però le ritirò a sé e le mise sotto il tavolo.
"Lina ascoltami, ho cominciato ad avere dei ripensamenti fin da subito. Mi sono resa conto che mi piaceva come mi guardavi e, dopo aver fatto l'amore la prima volta mi sono resa conto che non volevo più continuare con la farsa. Quel giorno è stato speciale per me. Da quel momento in poi ho capito che non volevo farti del male."
"E quella volta nel mio ufficio? È stata speciale anche quella?" chiese Lina severa.
"Quella è stata un'idea di Santa io ero contraria, perciò ho cercato di sabotarla."
La donna la guardò con espressione scettica ma, allo stesso tempo, curiosa.
"Il piano prevedeva che io mi presentassi in studio quella mattina e  che provassi a fare sesso con te nel tuo ufficio.  Io avrei dovuto fare finta di chiudere la porta a chiave, in modo tale che Santa, che sapeva quello che sarebbe successo in quella stanza, avrebbe potuto aprire la porta e coglierci in atteggiamenti intimi. Solo che non volevo farlo, ma non sapevo come tirarmi indietro. Perciò, ho cercato di limitare i danni, invece di venire di mattina sono venuta durante la pausa pranzo, quando sapevo che lo studio sarebbe stato piuttosto vuoto, e la porta l'ho chiusa a chiave per davvero."
Lina si portò la mano al petto e disse sarcastica:
"Oddio, grazie Margherita per essere stata così premurosa; è stato veramente gentile da parte tua chiudere la porta a chiave mentre mi scopavi sulla scrivania del mio ufficio perché qualcuno ti aveva detto di farlo, non è una cosa da tutti."
Gli occhi di Margherita si riempirono di lacrime, che ricacciò indietro a fatica. Aveva di fronte un muro.
"Cerca di capire, mi sono trovata in mezzo tra le pressanti richieste di Santa e la mia attrazione per te, e credimi se avessi saputo che con il tempo mi sarei innamorata, l'avrei mandata a quel paese fin da subito, anziché tergiversare, come ho fatto. Quando mi sono resa conto di quello che provavo, però, l'ho fatto,  mi sono chiamata fuori. E credimi,  con la storia delle foto non c'entro niente. Non avevo idea che sarebbe arrivata a mandare qualcuno per fotografarci."
"Vuoi farmi credere che non sei stata tu a dirle dov'eravamo?"
"Pensaci Lina, che motivo avrei di mentirti dopo che ho ammesso tutto il resto. E poi non avevo idea di quello che sarebbe successo nel parcheggio."
"Vuoi dire che è colpa mia?"
"No, ma ammetti che è stato inaspettato."
La fronte di Lina si distese, ma durò solo un attimo.
"E allora Santa come faceva a sapere dove ci trovavamo?"
"Elena. È stata lei, ma non l'ha fatto di proposito. Si è lasciata sfuggire che ti avevo invitato in discoteca e sua zia ha provato a coinvolgerla. Le ha chiesto di fotografarci, ma lei ha rifiutato e credendo che io fossi d'accordo, non si è fatta più sentire."
Lina sembrava aver creduto a quelle parole, ma la sua espressione rimase comunque dura.
"Hai detto che dalla prima volta che sei venuta a letto con me hai cominciato ad avere dei ripensamenti. Vedi, se avessi vuotato il sacco allora, spiegandomi tutta la situazione, allora avrei potuto prendere in considerazione l'idea di perdonarti, e non saremmo qui oggi. Ma hai deciso di continuare con la recita, e addirittura di venire nel mio ufficio per mettermi nei guai, e quello è stato il punto di non ritorno, quando hai oltrepassato il limite. Ora potrei anche credere che provi qualcosa per me...."
"È così, Lina, tutto quello che è successo dopo il nostro incontro nel tuo ufficio, è perché l'ho voluto io, ogni bacio, ogni carezza, persino la mia gelosia. Quella ero io, non Santa."
"Questo, però, non ti redime, Margherita. Continuando con le bugie, hai dato prova di vigliaccheria e immaturità, e questo mi ha fatto riflettere. Se sei stata troppo ingenua da credere che l'avresti fatta franca, come faccio a credere che tu non sia altrettanto ingenua quando dici di esserti innamorata di me? Magari tu pensi di esserlo, e io sono stata una stupida da credere la stessa cosa. Hai ventitré anni, Margherita, e quello che c'è stato tra noi è stato un errore, non sarebbe dovuto accadere. Perciò, anche se ti perdonassi, e non ci riesco per il momento perché mi hai ferita, la nostra relazione, se così si può chiamare, non può andare avanti."
"Lina....dammi una possibilità....anzi diamoci una possibilità. Ricominciamo da capo,  permettimi di corteggiarti come si deve, iniziamo con l'essere amiche magari , ma ti prego non tagliarmi fuori dalla tua vita."
Lina stava scuotendo il capo.
"Margherita, fai un favore a me e a te e rassegnati. È finita."
Poi, si alzò dal tavolo e indossò la giacca.
Margherita,  le afferrò il polso senza stringerlo troppo. La donna si fermò, ma non rivolse lo sguardo verso di lei.
"Ti prego..." disse in un sussurro, e per un attimo, mentre aveva lo sguardo fisso su Lina, credette di averla vista vacillare.
"Addio, Margherita." disse però la donna e la ragazza si rese conto che il tentennamento che aveva visto era stata solo un'illusione.
La guardò lasciare il locale e dirigersi verso la sua auto. No, non poteva rassegnarsi così, doveva fare un ultimo tentativo. Perciò, sotto lo sguardo attonito dei clienti seduti negli altri tavoli, Margherita corse dietro Lina e mentre questa era in procinto di salire in auto, mise la mano sulla portiera e la fermò.
"Mi hai detto ti amo due giorni prima di separarci." disse.
"Sì, l'ho detto."
"E non conta più niente per te?"
"Margherita......"
"Hai detto che non credi che io sia  sul serio innamorata di te, ma non hai detto una parola su quello che provi tu, perché credo che tu non voglia ammettere che sei ancora innamorata di me...."
"Basta."
"Ti lascio in pace, a patto che tu riesca a dire che non provi più niente per me. Se ci riesci, guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più."
Lina che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo sulla portiera, si girò verso la ragazza e l'accontentò.
"No, Margherita," disse con gli occhi fissi nei suoi  "non ti amo più."
Nessun tentennamento nel tono di voce;  Lina aveva sostenuto il suo sguardo e glaciale ed era riuscita a dirle che non l'amava, e Margherita non aveva altra scelta che crederle.
Appena rientrata a casa, fu accolta  da Elena, che facendo capolino dalla cucina, impiegò pochi secondi per capire che le cose non erano andate come l'amica sperava. Non disse nulla, però, se non:
"Aspettami in salotto."
Margherita ubbidì e pochi secondi dopo vide l'amica varcare la soglia con quattro bottiglie, due per mano di alcol.
"Abbiamo due tipi di vodka e della tequila, a te la scelta."
"Sapevi che sarebbe andata male?"
"No, l'alcol può servire anche per festeggiare. Ma in quel caso avrei portato dei bicchieri. Siccome non stiamo festeggiando, direi che è d'obbligo bere direttamente dalla bottiglia. Allora che cosa scegli?"
L'alcol, molto probabilmente, l'avrebbe fatta stare peggio il giorno dopo, ma non le importava granché; ne sarebbe valsa la pena se almeno per poche ore fosse riuscita a dimenticare Lina.
"Vodka." disse Margherita.
Elena porgendo la bottiglia all'amica disse:
"E vodka sia." 

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