Lina, seduta sul divano, stava facendo zapping. Spingeva i tasto del telecomando mossa più dall'inerzia che per reale interesse di trovare un programma da guardare.
Stava tenendo, infatti, un orecchio teso verso la cucina dove Margherita parlava al telefono da più di dieci minuti.
Odiava ammetterlo, ma era gelosa. La ragazza, quando le era squillato il telefono, era corsa nell'altra stanza e Lina adesso si chiedeva perché avesse sentito il bisogno di nascondersi da lei per quella conversazione.
Margherita finalmente ritornò in salotto e, dopo essersi seduta pesantemente sul divano, disse:
"Abbiamo un problema."
Quel plurale, nonostante il tono leggermente allarmato della ragazza, placò la gelosia di Lina, che spinse il tasto muto del telecomando.
"Dimmi tutto, amore."
"Ho parlato con mia madre e arriva dopodomani pomeriggio perché mi vuole vedere."
"E qual è il problema? Le manchi, e sono sicura che manchi anche a te."
Margherita fece una smorfia che aveva fatto intuire a Lina che la ragazza non soffrisse poi così tanto per la lontananza.
"Il fatto è che le ho mentito. Le ho detto tempo fa che non vivevo più qui, ma che mi ero trasferita a casa di Elena."
"Perché lo hai fatto, Margherita?" la biasimò Lina.
"Mamma continuava a ripetermi che ti stavo dando troppo disturbo e che dovevo trovarmi un altro posto. Allora per non sentirla più, le ho detto che a casa di Elena si era liberata una stanza e che sarei andata da lei. E all'epoca non era una bugia, perché avevo sul serio intenzione di dividere casa con Elena. Solo che tra me e te le cose sono cambiate e ho finito per rimanere. Ormai, però, la bugia l'avevo detta."
"E non hai mai pensato che ti si potesse scoprire in qualche modo?"
"Sì, certo che ci ho pensato, ma cosa avrei dovuto fare? Telefonare a mia madre spiegarle che il motivo per cui non me ne sono andata è che ho una relazione con una sua vecchia amica? Se e quando sarà il momento gliene parlerò, ma adesso voglio vivere il presente con te senza che lei metta il becco."
E Lina era certa che il becco Giulia ce l'avrebbe messo di sicuro. Non approvava certo che Margherita avesse mentito riguardo il trasferimento, ma era giusto che avesse delle remore sul dire alla madre come stavano le cose. Lina comprendeva che nessun genitore sarebbe stato entusiasta di apprendere la notizia che la propria figlia aveva iniziato una relazione con una donna più vecchia di vent'anni. Soprattutto se le idee di Giulia riguardo all'omosessualità erano rimaste immutate. Inoltre, non aveva senso far scoppiare una tale bomba, prima di sapere come sarebbe andata a finire la loro storia.
"E poi," continuò Margherita, "contavo sull'aiuto di Elena. Pensavo che se si fosse presentata l'eventualità, mi sarei trasferita da lei per qualche giorno. Ma la mia amica ha smesso di parlarmi e non posso chiederle aiuto."
Lina rifletté qualche secondo e disse:
"Dille la verità!"
Margherita spalancò gli occhi per la sorpresa e la donna, capendo subito l'equivoco, precisò:
"Non riguardo noi due! Riguardo Elena. Dille che avete litigato e che mi hai chiesto gentilmente di ospitarti. È una bugia a metà."
"Mi sa proprio che è l'unica soluzione." disse la ragazza che non sembrava, però, molto convinta.
"Starà qui a casa?
"Oddio no! Ha detto che prende una stanza in albergo e io sono d'accordo."
"Vabbè, tesoro, il posto c'è, non mi sembrava di aver detto un'assurdità."
"Rifletti, se mia mamma sta qui per un paio di giorni, tanto varrebbe dirle che stiamo insieme."
"Perché? A lei avremmo dato la tua camera e tu avresti dormito con lei o qui sul divano."
Margherita prese il volto di Lina tra le mani e con una serietà eccitante, disse:
"Perché non riesco a tenermi lontana da te."
Presto le due donne furono l'una sull'altra, illuminate solo dallo schermo della TV che trasmetteva un programma silenzioso; rimasero sul divano per molto tempo, senza andare oltre i baci e le carezze, godendosi semplicemente il calore del corpo dell'altra, fino a quando Margherita con le labbra premute contro il collo di Lina le disse:
"Amore, sono stanca, portami a letto."
Lina ubbidì e quella sera Margherita si addormentò tra le braccia della donna mentre le accarezzava dolcemente i capelli.
La ragazza aveva seguito il consiglio di Lina e aveva raccontato una semi-balla alla madre.
Come previsto, Giulia arrivò lunedì all'ora di pranzo e Lina, fortunatamente, riuscì ad evitarla. Madre e figlia passarono la giornata insieme fino a sera, quando si erano separate.
La mattina successiva, però, Giulia telefonò personalmente a Lina per invitarla a cena per quella sera stessa e l'avvocato, presa alla sprovvista, non aveva trovato una scusa valida per rifiutare.
Anche se Lina si era mostrata persino disponibile ad ospitarla, l'idea di rivedere Giulia la rendeva nervosa. Innanzitutto, l'ultima volta che aveva visto l'amica di persona le cose non erano andate bene; inoltre, non sapeva come riuscire a guardare negli occhi Giulia, sapendo di doverle tenere nascosto che andava a letto con la figlia. Era sì, innamorata di Margherita, ma sapeva che sarebbe passato in secondo piano di fronte alla parte carnale di quella relazione.
Era a tutto questo che pensava quando se ne stava seduta nel suo ufficio, dove si era trattenuta fino a tardi. A Margherita e Giulia aveva detto che le avrebbe raggiunte al ristorante uscendo da lavoro. Non voleva correre il rischio di imbattersi in Giulia, se Margherita avesse deciso di portarla a casa per qualche motivo. La soluzione quindi era stata rifugiarsi in ufficio per tutto il giorno.
Lo studio lentamente si stava svuotando e alle sette e mezza non era rimasto quasi nessuno. Sapeva però che Giorgio doveva essere ancora in giro , le aveva infatti promesso che sarebbe passato da lei prima di andare via. Visto però che adesso si stava facendo tardi, fu lei stessa ad andare dall'amico.
La porta dell'ufficio di Giorgio era socchiusa e allora Lina la spinse, senza curarsi di bussare, pentendosi, però, mezzo secondo dopo, perché si trovò davanti una scena che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Giorgio stava baciando con trasporto la sua segretaria, la quale aveva le braccia intorno al suo collo, mentre le mani dell'amico erano sul sedere della donna. Lina era riuscita a vedere distintamente che quel tocco era tutt'altro che casto, le mani di Giorgio, infatti, le stavano stringendo le natiche, mentre tenevano premuto il bacino di lei contro il suo .
Appena i due si resero contro dell'intrusione si allontanarono.
"Cazzo" mormorò Lina
"Scusate, avrei dovuto bussare." disse poi prima di scappare via.
Giorgio l'aveva seguita e la fermò per un braccio mentre si dirigeva verso l'ascensore.
"Permettimi di spiegarti." disse.
Lina, però, non riusciva a guardarlo in faccia.
"Non credo che tu mi debba spiegazioni, Giorgio. Sono solo un po' frastornata, mi hai fatto la morale per quello che era successo con Margherita nel mio ufficio, e tu fai la stessa cosa con la tua segretaria, tra l'altro. Ti ricordo è una tua dipendente."
"Togliamoci da qua e andiamo nel tuo ufficio."
Arrivati, Giorgio chiuse la porta alle spalle e disse:
"Innanzitutto non è una mia dipendente, ma una dipendente dello studio."
"Sul serio Giorgio? Ti aggrappi a questo cavillo?"
"Secondo," disse l'uomo ignorando il tono sarcastico dell'amica, "ci siamo fatti cogliere dal momento, ma non stavamo facendo niente nel mio ufficio. Non è mai successo nulla all'interno dello studio."
Lina lo guardò con la fronte aggrottata.
"Non è mai successo niente qui," ripeté "questo vuol dire, che qualcosa è invece successa fuori dall'ufficio. Quindi quello che ho visto oggi non è un caso isolato."
Giorgio mise le mani sui fianchi e sospirò.
"Avevo intenzione di dirtelo in questi giorni. Io e Paola andiamo a letto insieme da tre anni."
"Tre anni?!"
Lina aveva urlato, il suono che era uscito, se ne era resa conto, era stato stranamente acuto. Infatti Giorgio aveva messo le mani avanti e aveva fatto segno di fare piano.
"Sì, tre anni. Tra di noi c'è una relazione fisica e basta. Siamo amici e facciamo sesso, tutto qui. E so che sei arrabbiata perché credi che non sia professionale..."
"No," lo interruppe Lina, "non sono arrabbiata per questo. Ammetto che mi ha spiazzato vedervi stasera e sì, penso che sia poco professionale e anche un po' un cliché, ma non sono arrabbiata perché ti fai la segretaria. Sono arrabbiata perché hai una relazione con qualcuno da tre anni e non ti sei degnato di dirmelo."
"Non stiamo insieme, facciamo solo sesso."
"È comunque una relazione di qualche tipo, e non voglio i dettagli, ma mi sarebbe piaciuto saperlo. Anche perché non posso fare a meno di pensare alle donne che hai frequentato durante questo tempo."
Giorgio stava scuotendo la testa.
"Le donne che ho frequentato sono pochissime e non è durata con nessuno di loro, lo sai. Ti garantisco, però, che quando uscivo con loro non vedevo Paola. L'accordo tra noi due è chiaro, ci vediamo solo quando siamo completamente liberi."
Dovette ammettere a sé stessa che era ragionevole. Solo che odiava il fatto che l'amico glielo avesse tenuto nascosto. Quell'uomo sapeva tutto di lei e, qualunque fossero i termini dell'accordo tra Giorgio e la sua segretaria, non si trattava di una scappatella, la storia andava avanti da anni. E per come la vedeva lei era comunque una cosa degna di essere condivisa con la propria amica.
Tuttavia era consapevole che non si trattava di una situazione ordinaria e che coinvolgeva non solo l'amico ma anche un'altra persona, e comprendeva che se, quello che aveva detto Giorgio era vero, cioè che i due non stavano assieme, raccontarlo a terzi avrebbe potuto ufficializzare qualcosa che ufficiale non era. Una cosa però le premeva di sapere.
"Lo sa qualcuno?"
"Solo tu e credo qualche amica di Paola, ma non credo che intendessi questo."
Sollevata di sapere che adesso era l'unica tra le conoscenze di Giorgio a sapere questo segreto, sorrise all'amico e disse:
"Ok, non mi fa impazzire che tu non me l'abbia detto, ma capisco perché tu non l'abbia fatto."
Giorgio le restituì il sorriso e disse:
"E tutto a posto tra noi?"
Lina annuì e poi disse:
"C'è qualcos'altro che mi tieni nascosto?"
L'uomo fece una pausa insolitamente lunga, prima di rispondere, come se stesse valutando se parlare o meno. Alla fine disse:
"Riguardo la mia vita privata, non c'è altro."
La scelta delle parole fu sospetta, ma Lina che era in ritardo, decise volutamente di non approfondire, almeno per il momento.
Arrivata al ristorante dove aveva appuntamento con l'amica e Margherita, Lina, scoprì che la ragazza non era ancora arrivata. Da fuori poteva vedere Giulia seduta da sola al tavolo, pensò quindi di attendere fuori, ma la donna che l'aveva vista, le aveva fatto un segno di saluto con la mano. Era troppo tardi per nascondersi.
La raggiunse al tavolo con poco entusiasmo e cercò di rimediare sorriso.
Il risultato era stato un po' forzato, Lina era visibilmente impacciata ma l'altra donna non se ne curò e sorprendentemente si lanciò in un caloroso abbraccio.
"Mi fa piacere vederti."
Cercando di risultare più casuale possibile, Lina domandò mentre si sedeva:
"Margherita?"
Giulia sorrise imbarazzata e disse:
"Spero che non ti dispiaccia, le ho chiesto di arrivare un po' più tardi, in modo tale che rimanessimo sole qualche minuto."
Le dispiaceva, eccome. Quella era praticamente un'imboscata.
"Ti chiedo scusa per aver usato questo trucchetto," continuò Giulia "ma temevo che mi avresti detto di no, se ti avessi chiesto di parlare da sola."
Lina la guardò interrogativa e la donna tagliò corto, dicendo:
"Mi dispiace, Lina."
"Per cosa?"
"Lo sai, non credo che dobbiamo fare finta di non vedere l'elefante nella stanza. Sono stata una pessima amica e non avrei dovuto allontanarti. E ancora peggio avrei dovuto avere il coraggio di tornare sui miei passi e chiederti subito scusa. Invece non l'ho fatto; e ti ho trattato come se fossi una persona qualsiasi, facendo finta di niente, come se questo bastasse a cancellare il torto che ti avevo fatto. So che non è così, e vorrei che mi perdonassi."
"Credo di avere qualche colpa anche io. Forse avrei dovuto costringerti a parlarmi, o per lo meno provarci. Vorrei sapere, però, perché hai reagito in quel modo quella sera. Perché ti sei arrabbiata?"
Giulia rise. Era un riso dal retrogusto amaro, però.
"Perché avevi ragione! Provavo veramente qualcosa per te. Tu mi hai schiaffato in faccia la verità quella sera e io ho avuto paura. Però mi sono accorta, con il tempo , che la tua assenza mi pesava. Al di là di quello che provavo per te, che era attrazione o forse qualcosa di più, mi mancava la mia migliore amica. Mi sono spesso domandata che cosa sarebbe successo se mi fossi comportata diversamente; la risposta è che ti avrei avuto accanto nei momenti cruciali della mia vita, e soprattutto che io ti sarei stata accanto a nei i tuoi. Mi sono chiesta come sarebbe stato partecipare una al matrimonio dell'altra, o assistere alla tua laurea. Ma il mio bigottismo prima e il mio stupido orgoglio poi, mi hanno precluso tutto questo."
Lina era senza parole stava cercando di formulare un pensiero coerente. Anche perché la Giulia che ricordava non era mai stata capace di fare discorsi del genere, era evidente che non si trattava di un pensiero estemporaneo, anzi. Doveva averci riflettuto parecchio.
Lina si schiarì la voce e disse:
"Ammetto che mi hai ferita all'epoca, ma Giulia, ti ho capita e perdonata tanto tempo fa."
"Grazie. Dico davvero."
"C'è un'altra cosa che mi incuriosisce. Non fraintendermi, Margherita è ok, ma perché hai chiesto a me di ospitarla?"
Dire che Margherita era ok , era una sottostima talmente esagerata, da risultare sospetta.
Fortunatamente, Giulia non fece caso a quella scarna descrizione della figlia e rispose:
"So che non te l'ho dimostrato spesso, ma ho sempre avuto stima di te. Non conoscevo nessuno qui che potesse aiutare Margherita, so che con te è in buone mani."
Questa ultima affermazione fece sentire Lina come se lei avesse qualcosa di cui scusarsi. Non credeva che Giulia, avrebbe usato quell'espressione se avesse saputo cosa faceva Lina a Margherita con le sue mani.
Sbatté le palpebre per togliersi quel pensiero inappropriato dalla mente, mentre l'amica continuava a parlare ignara.
"A parte Elena, io e Margherita non conosciamo nessuno qui. Quando Margherita si è lasciata convincere a partire, Elena era già qua da qualche mese; all'inizio stava dalla zia, ma a quanto pare era esasperata da questa convivenza, perché ha deciso di barattare le comodità che aveva a casa della zia con un piccolo appartamento che condivide con altre quattro ragazze. Adoro Elena, la conosco da tanto, ma la sua famiglia è piuttosto snob e la zia da cui era andata a stare, di cui non ricordo il nome, ma credo faccia il tuo stesso mestiere, è una donna rigida e intransigente, non mi stupisco perciò che Elena sia scappata da casa sua."
"Conosci Elena da tanto, quindi."
"Sì, lei e Margherita si conoscono da quando erano alle scuole superiori. Non lo sapevi?"
Lina scosse la testa.
"In realtà non mi ha parlato molto di lei. So che frequenta o frequentava lo stesso corso."
"Margherita è stata molto vaga su quello che è successo tra di loro, a te ha detto qualcosa?"
"No, solo che Elena è sparita senza una spiegazione."
"Ho detto a mia figlia di insistere, se tiene alla sua amica."
Era logico pensare che Giulia avesse fatto un parallelismo tra quello che era successo più di vent'anni prima e la situazione della figlia e aveva dato a quest'ultima un consiglio che avrebbe voluto seguire lei stessa.
Il discorso fu interrotto dall'arrivo di Margherita, palesemente infastidita di vedere la madre e Lina che parlavano, sedute al tavolo.
"Che mi sono persa?" disse piuttosto acida.
"Buonasera anche e te." disse Giulia a mo' di rimprovero.
"Mamma, non c'è bisogno che ti saluti, ci siamo viste neanche due ore fa!"
"Non hai salutato Lina, però." la rimproverò Giulia.
Margherita allora si girò verso Lina e, con un ironia chiaramente atta a provocare la madre, disse:
"Buonasera, Lina, come è andata la tua giornata?"
Poi rivolta alla madre:
"Contenta?"
Lina cercò di mediare:
"Io e tua madre stavamo parlando dei vecchi tempi."
"Ah" fu il commento di Margherita.
"E di Elena." aggiunse Giulia in maniera casuale.
Margherita se prima era stizzita ora era irritata, appena sentì il nome di Elena, abbandonò ogni forma di sottile sarcasmo e disse alla madre:
"Credo che tu debba farti gli affari tuo, mamma. E non sparlare sempre di tutto e tutti. Elena è un problema mio."
Giulia alzò le mani in segno di resa e
Lina impaziente di mettere fine a quella faida familiare, attirò l'attenzione della cameriera.
L'arrivo del cibo rese la serata più piacevole, anche perché tutte e tre le donne al tavolo fecero del loro meglio affinché la conversazione si mantenesse su argomenti generici e astratti.
Lina in questo aveva potuto dare un grosso aiuto, perché aveva raccontato un paio di casi che le erano capitati sotto mano, divertendo Giulia e persino Margherita che adesso aveva un'espressione più distesa.
Anche se decisamente meno tesa, Margherita non aveva mancato di lanciare frecciatine alla madre, e, nella fretta di finire la serata, prese la decisione per tutte di saltare il dolce. Uscite dal locale, Giulia e Lina ebbero appena modo di salutarsi con un abbraccio perché Margherita stava praticamente trascinando sua madre sulla sua auto per accompagnarla in albergo.
La ragazza rientrò a casa dopo una mezz'ora buona, e Lina che la vide entrare con una scatola nelle mani, capì perché ci aveva messo così tanto.
"Ti ho preso il dolce, visto che non ti ho permesso di prenderlo al ristorante."
Lina aveva avuto tutte le intenzioni di fare presente a Margherita che era seccata dal suo atteggiamento, ma vedendo che le porgeva la torta con la coda tra le gambe, sorrise intenerita.
Prese il dolce e lo posò in cucina, poi chiese alla ragazza di seguirla in salotto.
"Tesoro, mi spieghi che è successo?"
Chiese appena furono sedute sul divano.
"Lo so che mi sono comportata come un'adolescente viziata, però l'idea di te e mia madre sedute allo stesso tavolo mi rendeva nervosa."
"Credevi che mi sarei lasciata sfuggire qualcosa? So tenere la bocca chiusa."
Margherita aveva preso a giocare nervosamente con l'orlo del vestito che indossava, mentre parlava agitata:
"Tu sì, ma io no. Mentire a mia madre per telefono è una cosa, farlo di presenza, è un'altra. Fare finta che tra me e te non ci sia niente.....non sapevo se ci sarei riuscita, allora ho cominciato a comportarmi da stronza, per paura che mia madre se ne accorgesse."
Lina rise e Margherita la guardò torva.
"Scusa, ma ammetto che fare la stronza per dirottare l'attenzione ha qualcosa di geniale."
Margherita sbuffò e Lina tornò seria.
"Non credere che io mi sia sempre sentita a mio agio stasera." disse "Quando mi ha ringraziato prima di andar via, non ho potuto fare a meno di domandarmi se l'avrebbe fatto comunque, se avesse saputo di noi due. E sì, mi sono sentita una persona orribile quando le ho mentito, però tesoro credo che prima si spiegare questa relazione agli altri, dobbiamo capirla a pieno noi."
Margherita con un gesto troppo repentino che quasi spaventò Lina, le si gettò addosso per abbracciarla. Rimasero abbracciate qualche minuto, fin quando Lina chiese:
"Non mi avevi detto che tu e Elena vi conoscete dai tempi della scuola."
Margherita si staccò e la guardò con aria interrogativa.
"Mi sarà sfuggito. Perché?"
"Giulia mi ha detto che vi conoscete da molto e che siete molto amiche, eppure dai l'impressione che non sia così. Tutte le volte che ti ho chiesto di lei hai liquidato la questione in fretta, come se non fosse importante."
Margherita parve intristirsi.
"Solo perché conosci una persona da molto non è detto che sia una buona amica."
"Quindi non è una buona amica?"
"Non ho detto questo. Solo che pensavo che fosse più comprensiva, ecco tutto."
Lina avrebbe voluto chiedere su che cosa Elena avrebbe dovuto essere più comprensiva, ma temeva che avesse a che fare con la loro relazione, quindi non aggiunse altro. Disse invece:
"Andiamo a letto, sono distrutta."
Lina si alzò dal divano tirandosi dietro Margherita.
Dieci minuti dopo, le due donne erano a letto, ma mentre Margherita dormiva beatamente a pancia in giù con un braccio sul ventre di Lina, quest'ultima, nonostante la stanchezza , fissava il soffitto con gli occhi spalancati.
C'erano un po' di cose a tenerla sveglia: la scoperta che Giorgio aveva omesso di parlarle di un aspetto che lei reputava importante della propria vita, le inaspettate scuse di Giulia fatte con disarmante sincerità, ma soprattutto il comportamento Margherita.
L'ansia che la loro relazione potesse essere scoperta, spiegava solo parte dell'atteggiamento che la ragazza aveva avuto al ristorante. A Lina non era sfuggita la reazione spropositata di Margherita quando Giulia aveva tirato imballo l'amica, e soprattutto continuava ad essere riluttante ed enigmatica quando ne parlava.
Si girò verso Margherita che dormiva con la bocca leggermente schiusa e i capelli sparpagliati sul cuscino; stando attenta a non disturbarla le tolse una ciocca bionda dal viso. Di fronte alla sua bellezza, le sicurezze di Lina crollavano e all'improvviso si rese conto non solo di provare una forte gelosia nei confronti di Elena, una ragazza che non aveva mai incontrato, ma anche che era la prima volta (non era successo neanche con il suo ex marito) che provava un sentimento del genere.
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Il mio giorno luminoso
RomanceLa vita di Lina, quarantasei anni e divorziata dal marito, subirà una scossa grazie a Margherita, una giovane ragazza che Lina ospiterà per qualche tempo a casa sua. La presenza di Margherita permetterà a Lina di realizzare che non si possono metter...