VI

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"1!2!3! Attacco! 1!2!3! Attacco!"
Gridava Uriel, mentre passeggiava tra le file di giovani cavalieri presi dall'allenamento. Mentre passava, dava una spinta o una botta al polso che reggeva la spada.
"Più aggressivo Tobias! Devi proteggere il regno, non prendere il tè con i nemici!" Gridò. Jeremy stava assistendo all'allenamento, osservando il suo amico.
"Che ne pensi?" Lo affiancò Jo.
"Siamo diventati vecchi. Eravamo l'armata speciale del re, 'I4Reali'. Imbattibili. Ma ora? Cosa ci è rimasto? Mike se ne è andato, e il re...beh, non è più il sovrano che giurammo di proteggere una volta"
"Li addestriamo. Una volta fatto, quattro di loro prenderanno il nostro posto. Saranno la parte migliore di noi" gli disse Jo, ma Jeremy ancora non sembrava risollevato. Gli mancavano i vecchi tempi, in cui partiva in pericolose missioni o esplorazioni coi suoi 3 gendarmi amici.
"Uriel è ancora giovane. È migliorato a vista d'occhio, ed è entrato nei 4Reali solo a 14 anni. Ciò gli fa onore"
"Merda com'era giovane! Quanti anni ha ora?"
"22, Jeremy, 22. E noi coi nostri 34 siamo dei vecchi ormai, non possiamo stargli al passo. Gli spettano grandi cose. Ne sono sicuro"
Entrambi continuarono ad ammirare il loro giovane amico durante l'addestramento.
"Ok ragazzi, posate le spade e le armature in armeria, ci vediamo domani. E studiate per l'amor del cielo" disse sospirando. Si voltò verso Jo e Jeremy, e si avvicinò a loro.
"Allora? Sono andato bene?"
"I ragazzi ti adorano Garcia. Quando farai la selezione?"
"Tra due lezioni credo. Non sono sicuro. Allenate bene i vostri allievi, o i miei vi supereranno!"
"Zag passerà sicuramente"
"Non contarci, Moa è un talento! Ed è l'unica ragazza, attenti" si vantò Jo della sua piccola squadra. È vero, tra i 20 giovani cavalieri, vi era anche l'unica ragazza, Moa. Uriel la osservò a lungo, ammirandone la spiccata intelligenza e la brillante abilità. Non scherzava Jo, quando parlava delle alte probabilità per lei.
"Bene. Andiamo alla Lisca? Offro io!" Propose Jeremy. Jo esultò di gioia, sempre pronto a mangiare sotto le spese di qualcuno altro.
"Certo, il tempo di cambiarmi e arrivo" disse Uriel, e si avviò verso l'armeria, ora vuota. Iniziò a slegare i laccetti dell'armatura, quando sentì qualcuno avvicinarsi alle sue spalle. Afferrò la spada più vicino a lui, e si girò di scatto puntandola alla gola dell'aguzzino.
"Ehy, Capitano! Non mi uccidete, ve ne prego!"
Uriel abbassò l'arma.
"Non dovreste mai avvicinarvi di soppiatto ad un guerriero, altezza"
"Ti prego Uriel, Martin"
"Si...Martin. Mi dica, cosa la porta qui?" Chiese al principe dai capelli rossi.
"Nulla di che, solo se ti andava di andare da qualche parte a pranzare" rispose lui. Uriel, per quanto lo riguardava, voleva davvero andare, ma aveva promesso a Jo e Jeremy di uscire con loro. Non poteva rimangiarsi l'offerta di Jeremy.
"Mi spiace prin-- Martin, ma dovevo andare alla locanda con i due cavalieri qui fuori" rispose. Alle loro spalle però, comparsero i suoi due amici. "Tranquillo Garcia. Jo basta per 3 persone" disse rivolgendosi all'omone di fianco. Jo in risposta, gli diede una gomitata, più forte del previsto a quanto pare, essendo che Jeremy quasi si piegò in due. Quest'ultimo si risistemò gli occhiali ovali sul volto, e dopo aver salutato Uriel e il principe, si diressero alla Lisca.
"Beh, direi che ora sono libero" annunciò al principe, che rise allegro, e insieme si diressero verso la città.

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"Allora hai già in mente qualcuno per i nuovi 4Reali?" Chiese Martin, mentre entrambi si trovavano al bancone di un'osteria, sorseggiando birra e ingerendo spiedini di cinghiale.
"Forse, voglio ancora vedere che miglioramenti possono raggiungere gli altri in queste ultime due lezioni" rispose, prendendo un sorso dal boccale.
"Beh, 20 giovani cavalieri...non dev'essere una scelta facile" spiegò Martin.
"Si, ma selezionati tra i migliori 100" disse Uriel. Martin sospirò a tale affermazione, perdendo il sorriso e guardando il vuoto davanti a lui.
"Solo il meglio per mio fratello, eh?" Disse fra sé e sé, ma non con tono abbastanza basso, e Uriel sentì perfettamente. Guardò prima Martin poi il boccale.
"È così brutto essere secondi? Non hai le responsabilità che ha lui, guarda il lato positivo" cercò di tirarlo su di morale Uriel, anche se non aveva ancora mai sperimentato cosa volesse dire sentirsi un eterno secondo. Era il maggiore di tre fratelli, fra i tre l'unico riuscito a studiare all'accademia reale, e l'unico riuscito ad accedere ad una posizione di prestigio in così giovane età. Era nato per essere primo. Il caso volle, che non fosse la stessa situazione di Martin.
"Tu non sai com'è avere dei fratelli" lo incolpò Martin in un impeto di frustrazione. Uriel non si fece prendere dalla provocazione infondata, vedendo l'amico stringere più forte il boccale di birra. Poi sospirò, e guardò il soffitto con aria pensierosa.
"Uriel Garcia, Emúl Garcia e Samantha Garcia" disse, e tornò a guardare Martin. "Sono mio fratello e la mia sorellina. Non so cosa voglia dire essere secondo, hai ragione. Mio fratello Emùl ha 18 anni, mia sorella 15. Non so cosa voglia dire essere l'eterno secondo. Ma so cosa vuol dire sentire l'astio dei tuoi fratelli contro di te, nonostante tu sia disposto a dare la vita per loro" si confidò, continuando a reggere lo sguardo di Martin.
"Scusa...è che...non lo so, lo trovo diverso. Devi sapere che ai secondo geniti non è permesso avere una corona, ma solo un mantello in porpora. Se per disgrazia avessi un terzo fratello, questo dovrebbe indossare un mantello blu. Non sembrerà importante, ma...come ti dissi al castello, i fratelli minori non hanno potere rispetto al maggiore. E quando Arthur diventerà re...beh, se non cambierà la legge, io non sarò ufficialmente neanche più principe" disse Martin, e prese un gran sorso dal boccale.
"Aspetta, che intendi dire?" Chiese Uriel.
"Vuol dire che--"
"Che secondo l'editto numero 08, appena il primo genito, erede al trono, diventerà sovrano, il secondo titolo di principe sarà cancellato, dovendo passare agli eredi del Re.
Il secondo genito, o secondo principe come definito dalla nostra legge, serve soltanto prima dell'incoronazione ufficiale, in modo tale da avere la possibilità di sostituire l'erede al trono, in caso di un malcapitato e/o sfortunato evento"
"Rey!" Chiamarono in coro Martin e Uriel. Entrambi si girarono sui loro sgabelli per guardare il raro biondino.
"Hey! Allora, sono stato bravo?" Chiese rivolto a Martin.
"Fin troppo, direi" disse, ritirandosi davanti al bancone.
"Vieni amico, siediti con noi" lo invitò Uriel, avvicinando lo sgabello a fianco a lui e battendoci il palmo della mano due vole.
"Siete molto gentili, ma sono venuto qui a fare una commissione e-- HEY! SIGNOR YU! Ho il pane che ha ordinato, sono 6 Fiocchi" Parlò Rey, avvicinandosi ad un uomo dall'altra parte della stanza. Martin e Uriel attendettero il loro amico, osservando la situazione senza riuscire a sentire per la distanza e il brusio.
Videro i due parlare animatamente, poi qualcosa successe. L'uomo afferrò Rey per il codino. Uriel e Martin non persero tempo e soccorsero la situazione. Uriel sguainò la spada, e puntò la lama sulla gola dell'uomo. Questo girò lentamente il volto. I due si guardarono negli occhi, sfidandosi.
"Lascialo." Ordinò Uriel, ma venne ignorato.
"Signor Yu, non deve ricorrere alla futile violenza per dimostrare la sua ragione. Gli è stato fatto un torto, e io stesso vi proteggerò dalla furia dei gendarmi. Io vi avverto però, che ora come ora dalla ragione state passando al torto" disse Rey, ignorando la presenza della spada di Uriel. L'uomo mollò la presa. "Che devo fare?" chiese.
"Passate domani dalla panetteria, a mezzogiorno in punto. Le terrò conservato l'ordine" disse. Il signor Yu annuì, tirò fuori un sacchetto e contò 100 Fiocchi che consegnò a Rey. Quest'ultimo sorrise, e lo salutò calorosamente. L'arma di Uriel era ormai bassa, e la riposò nel fodero.
"Tutto bene Rey? Cosa voleva quell'uomo?" Si preoccupò Martin.
"Tranquilli, era tutto sotto controllo. Diciamo che, ho ingannato il signor Yu"
"Che intendi-?"
"Beh, solo che il mio capo panettiere non ha voluto darmi la paga per quest'ultimo mese di lavoro. Così ho detto al signor Yu che il mio capo lo ha derubato nelle ultime 10 consegne. Gli ho detto che se mi dava 100 Fiocchi, gli avrei dato in cambio 10 pagnotte fresche gratis, in modo da 'rimediare' al finto torto subito. Così io ho il mio stipendio, il signor Yu ha le sue pagnotte, e il mio capo ciò che si merita" spiegò loro Rey.
"Ma- è una truffa!" Si lamentò Martin.
"Beh, basta avere una buona parlantina, poi il resto viene da sé"
"Si, ma è sbagliato e--"
"Beh, scusate se non tutti veniamo da un castello o una famiglia nobile! Il mondo va così solo per colpa di-- Oh, lasciamo perdere" finì. Il biondo li superò, e uscì di corsa dal locale, a testa bassa.

𑁍 𑁍 𑁍

"Perché non rispondi" disse fra sé e sé, e bussò di nuovo.
"Arrivo!" Si sentì una voce femminile da dietro lo strato di legno. Poi Moira si palesò sull'uscio.
"Rey! Che succede, entra"
"No, vorrei...possiamo andare sotto il castagno? A guardare le stelle, sai...come ai vecchi tempi" le chiese Rey, ricordando la loro gioventù.
"È successo qualcosa, vero?" Chiese. Rey non rispose, continuava a rigirarsi le mani e a guardarsi i piedi.
Moira uscì di casa chiudendo la porta e insieme si diressero al vecchio castagno. Questo si trovava su un colle, nella periferia di Cambee. Dovettero camminare tra i viali per arrivarci, per poi arrivare ad un tappeto erboso che ricopriva i colli e la pianura di Cambee. Si sedettero appoggiando le spalle al tronco e puntarono gli occhi verso il cielo. O almeno Rey lo fece. Moira osservò il suo migliore amico. Notò il turbamento sul suo volto, e come cercasse di nascondere tutto, attraverso quel viso poetico e quasi surreale.
"Rey...che è successo?" Chiese gentile. Lui non smise di fissare il cielo. Sorrideva malinconico, quando alzò un dito e lo puntò sull'immensità sopra di loro. "Lo vedi? Voglio essere come lui..." disse. Moira tentò di capire dove stesse puntando, ma aveva sempre fatto schifo in astronomia, al contrario si Rey.
"Orione" disse lui. "Voglio essere un cacciatore coraggioso come lui. Voglio che qualcuno mi rifugi nel cielo, dove posso confondermi con altre stelle. Dove solo l'occhio più attento può trovarmi, parlarmi e..." Non concluse mai la frase. Abbassò lo sguardo sulle sua ginocchia, che si stava tenendo con le braccia.
"Secondo te sono ingiusto? A rubare, ingannare...mi hanno fatto il dono della parola, che male c'è se lo sfrutto per sopravvivere? Non so combattere come Uriel, e non sono il figlio del re. Io sono..." Si fermò, gli occhi che iniziarono a inondarsi di lacrime. Nascose il volto tra le braccia, Moira che gli accarezzava la schiena.
"Chi sono Moira? Sono il cattivo? Sono solo lo sfondo di qualcosa di molto più grande di me? Io...io non capisco"
"Sei Rey Larou. Il mio migliore amico. Il migliore studente dell'Accademia Reale. Il miglior allievo del maestro Goho. Nulla potrà cambiare ciò che sei, niente e nessuno. Qualcuno ti ha di nuovo detto qualcosa? Devo parlarci io?" Iniziò con tono minaccioso Moira. Rey sapeva bene cosa intendesse Moira per 'parlare'.
Risollevò la testa guardandola, e rise.
"No MoiMoi. Abbiamo 22 anni adesso. Siamo giovani adulti, non più bambini. Posso cavarmela da solo"
Lei gli sorrise, e gli baciò affettuosamente la guancia. Entrambi tornarono a guardare il cielo stellato, chiacchierando della giornata appena passata. Rey parlò del dolce impastatore dai capelli bruni che lavorava con lui, mentre Moira ascoltava e rideva del romanticismo del suo amico.
Rey non poteva fare a meno di elencare ogni singola costellazione presente, Moira si godeva la vista della languida e pallida semi-luna.

Soldier, Poet, KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora