XVII

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Erano passati 3 giorni da quando la nave era salpata da Baco. Erano passati due giorni dalla scomparsa di Uriel. Era successo una mattina, semplicemente nessuno lo aveva più visto. Martin pensava fosse rimasto nascosto all'interno del loro spazio segreto della nave, ma più volte controllava, più volte quello spazio rimaneva vuoto. Non capiva cosa fosse successo, e Rey ancor meno di lui. Forse è stato ciò che gli aveva detto ? Ma Uriel non è il tipo di persona che scappa dai problemi. Piuttosto li affronta di faccia. Letteralmente.
Martin passò gli ultimi due giorni a rassicurare Rey, che si preoccupava più del dovuto. "E se fosse caduto in mare? Sai quanto è idiota, potrebbe essere scivolato e Ploof!" Continuava a ripetere. E Martin davvero non ne poteva più. "Rey, ascolta. Anche se non lo abbiamo trovato ieri, anche se non lo abbiamo trovato oggi, anche se non lo troveremo domani o dopodomani...lui deve scendere da questa nave prima o poi. E lì lo picchieremo entrambi, e molto forte anche" gli disse Martin prendendolo per le spalle. Rey annuì, con un'espressione fin troppo seria in volto. 'Questa volta l'hai combinata grossa, Uriel' pensò il principe tra sé e sé. "Vado a riposare. Ieri non ho chiuso occhio" disse il biondino.
"Aspetta, non hai mangiato" tentò di fermarlo, ma Rey pareva non averlo ascoltato, procedendo per la sua strada. Una volta da solo, Martin decise di perlustrare di nuovo ogni centimetro della nave. Ci mise ore, ma non trovò nulla. O meglio, nessuno.
Quella sera era previsto un banchetto, per festeggiare la vecchiaia di un marinaio. Non era presente del cibo, solo Alcool. Era stato allestito una specie di tavolo, al centro del Ponte, poggiando una larga asse su alcuni barili. Erano state attaccate delle lanterne su delle corde, in modo da illuminare lo spazio intorno a loro. In pochissimo tempo tutti su quella nave erano andati. Alcuni vomitavano in mare per poi addormentarsi sul posto, altri ondeggiavano cantando con una bottiglia in mano.
"Ehilà, Altezza. Allora, tu e la checca bionda avete trovato il vostro amico?!" Chiese il capitano avvicinandosi a Martin. Il suo alito puzzava di vino e Rum.
"In realtà no. Spunterà fuori quando vorrà" finì. Il capitano stava probabilmente per dire qualcosa, ma venne richiamato dalla sua ciurma per bere un'altra bottiglia, e si dileguò subito verso il tavolo con gli altri. Martin afferrò l'opportunità per fuggire via da quella spiacevole situazione, e andò a stendersi sull'amaca. Se ci fosse stato Uriel non avrebbe esitato a bere una o due bottiglie anche lui.
"Dove diavolo sei, Uriel" si disse fra sé e sé, mentre cadeva nel mondo dei sogni.

Anche il quarto giorno Uriel non si fece vivo. Rey rimase sdraiato tutto il giorno sulla sua amaca, non volendo vedere nessuno. Continuava a insinuare che fosse colpa sua, anche se Martin non ne capiva il motivo.
Visto che i suoi due amici avevano deciso di sparire, lui decise di passare diversamente la giornata, anziché cercare insistentemente qualcuno che non voleva farsi trovare. Andò dal capitano, e gli chiese di insegnargli a navigare.
"Cosa? Sei pazzo, giovanotto?" insinuò il capitano alla sua richiesta.
"Non ti sei ancora abituato del tutto al mare. Non puoi sperare di cavalcarlo se sei tu il primo a cadere" gli disse. Martin non capì totalmente cosa centravano i cavalli con il mare, decise di insistere: "Sono il principe di Cambee. Saper navigare dovrebbe essere la base per un futuro sovrano" si impose. Il capitano lo squadrò. Costui non era troppo alto, e portava una lunga barba grigia sporca. I vestiti erano fradici, e si limitavano ad una semplice camicia bianca con pantaloni in lino neri. Era sempre scalzo, e portava un lungo cappotto nero senza maniche - a quanto pare erano state staccate tempo fa, a giudicare dagli strappi - che solo il capitano portava.
"Non sei pronto. Sei solo un bambino viziato. E ora fila via" ordinò, girandosi verso il timone. Martin non accettò tuttavia un No come risposta, e si buttò d'impulso sul capitano, che scivolando girò vertiginosamente il timone, perdendo la rotta. Il vento tirò dal lato opposto le vele, che improvvisamente fecero ripiegare la nave. "CAPITANO KRAK! LA ROTTA!" Gridò un marinaio dall'albero maestro. "Bene moccioso. Volevi imparare? Allora prendi il timone e torna sulla giusta rotta!" Ordinò il capitano Krak. Senza esitare Martin prese il comando al timone e lo girò. "Di quanto?" Chiese poi il principe.
"Quanto lo indica il sole di mezzogiorno e l'albero Maestro" gli disse il capitano. Martin si voltò verso l'albero Maestro. "CHE ROTTA?" Gridò.
"5 meridiani ad Ovest!" Gli rispose il marinaio. Martin si voltò verso il capitano. "Che significa?" Chiese. Questo tirò fuori dalla tasca una bussola:"questa bussola è divisa in 10 meridiani, queste stanghette qui. Noi siamo spostati di 5" gli disse, affidandogli poi la bussola. Martin prese il controllo del timone, girando verso la rotta giusta.
"Bravo ragazzo. Ti mancano però ancora troppe nozioni per fare di te un vero marinaio" disse il capitano con le mani nella tasca.
"Ho ancora un po' di tempo"

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