XIX

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"Io esco!" Gridò Martin.
"Dove vai?" Chiese Uriel.
"In paese. Ci sono le danze, voglio vedere di che si tratta ed esplorare un po' in giro" disse, e corse fuori. Uriel nel mentre decise di dirigersi verso la camera di Rey. La porta era aperta, e trovo il suo amico impegnato a leggere qualcosa.
"Che cos'è?" Chiese avvicinandosi. Rey stropicciò velocemente il foglio, rimettendoselo in tasca. "Nulla di importante, cartaccia che devo buttare" gli disse.
"Ti devo parlare" Iniziò poi Uriel dopo qualche minuto di silenzio. Rey sapeva perfettamente di cosa volesse parlargli l'amico, ma non si sentiva ancora pronto per riprendere l'argomento. Fortunatamente per lui, venne salvato da Martin che li chiamò entrambi dal piano di sotto. Dall'esterno proveniva un gran rumore, tamburi e trombe.
"Ragazzi! Venite presto, stanno iniziando!" Gridò Martin dall'uscio della porta d'ingresso. Uriel dalla curiosità parse quasi dimenticarsi quel che voleva dire, e corse fuori dalla stanza. Rey guardò sulla scrivania e raccattò quella pallina di carta che aveva stropicciato, mettendosela nella tasca dei pantaloni. Corse anche lui di sotto, raggiungendo i suoi amici in strada.
C'era un gran frastuono, una 30ina di trombe passavano in file di 6 e dietro di loro una trentina di tamburi. Nel mezzo di questi potevano vedersi giocolieri, mangiafuoco e sbandieratori, che mostravano i loro numerevoli intrattenimenti. A chiudere le file si vedevano dei contorsionisti, che camminavano sulle mani o a quattro zampe col busto all'aria. Le persone seguivano con gioia la parata, spostandosi per le strade in massa. Potevano vedersi serie di bambini sulle spalle dei genitori, e ragazzini che si facevano strada tra la folla per vedere meglio.
La città era invasa di un clima d'allegria, ma non lo stesso che si respirava a Cambee durante il grande mercato, in cui quella falsa gioia era nascosta sotto strati di povertà e ipocrisia. La parata passò, e le persone la seguivano da dietro e dai lati.
"Scusi!" Fermò Martin una signora. "Dove vanno tutti?"
"Alla Piazza delle Allegorie, sono allestiti giochi, bancarelle e un circo" disse, e poi andò anche lei a seguire la folla. Uriel e Martin non persero tempo, avviandosi anche loro tra le persone.
"Rey, tu non vieni?" Chiese Uriel vedendolo distratto in disparte.
"Vi raggiungo dopo. Voi andate pure" disse, e vide i due amici scomparire tra la folla.

Il giovane, rimasto solo, si avviò invece dalla parte opposta della strada ormai vuota e deserta; tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il foglio che stava leggendo.
"Abner e Doyel" disse ad alta voce. Stava rileggendo quella storia più e più volte, ma avrebbe dovuto condurre delle ricerche più approfondite. Così si mobilitò nel cercare una libreria o una biblioteca.
Le strade erano deserte, e quasi tutti i negozianti avevano chiuso per la festa. Girò diverse vie e 4 librerie ma tutte chiuse. Continuò allora a camminare guardando quel foglio stropicciato perdendo le speranze.
Non guardando dove andava tuttavia, andò contro l'unica persone che (a quanto pare) aveva deciso di non partecipare ad uno dei più grandi eventi di Soleya.
"Ah-- ma sta attento!" Disse il ragazzo davanti a lui.
"Scusa io non-- Morgan" riconobbe il ragazzo più basso.
"Tu devi essere Rey" disse, poi incrociò le braccia e guardò alle spalle del ragazzo:"non vedo i tuoi amici con te. Ti hanno abbandonato?"
"No, mi sono auto-escluso" rispose ridendo Rey. Dopodiché Morgan notò il foglio che il maggiore teneva tra le mani e glielo strappo di mano in pochi secondi.
"Cos'è?" Chiese, e Rey tentò in tutti modi di riprenderselo. Ma Morgan era più agile di lui, e Rey si arrese in fretta.
"Mi serve una libreria. Sto facendo delle ricerche su questa storiella" confessò alla fine. Morgan la guardò attentamente. "Sai..." Iniziò: "è la prima volta che qualcuno mi pone davanti qualcosa che non conosco. Ti aiuterò con le tue ricerche se me lo concedi" disse restituendogli il foglio. "Non pensavo ti interessasse" Chiese stupito Rey.
"Più di quel che credi in realtà" gli confessò Morgan. "Andiamo alla biblioteca di palazzo. Magari lì troviamo qualcosa" finì, e si diressero insieme verso il castello.

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La banda intanto, era ormai arrivata alla piazza. Quest'ultima era di forma quadrata e molto ampia. Si vedevano diversi tendoni che vendevano giochi, cibo, dolciumi, vestiti e qualsiasi cosa si possa immaginare. Persino armi. C'erano diversi gruppi di persone accerchiate intorno qualcuno, e ogni tanto si sentiva applaudire. Martin ed Uriel camminavano tra la folla e i tendoni, arrivando in uno spazio all'aperto con diversi giochi in legno e molti bambini a divertirsi. Più avanti ancora era presente una "birreria", con molti uomini raggruppati per scommettere soldi su ogni bevuta. Erano troppe le cose da vedere, ma qualcosa attrasse totalmente Uriel. Un'arena. Erano aperte le iscrizioni per i combattimenti tra cavalieri, e Uriel si mise subito in fila a diversi uomini per l'iscrizione.
Quando finalmente arrivò il suo turno:"Salve! Vorrei iscrivermi" Chiese ad una signorina seduta dietro un banchetto con in mano carta e piuma.
"Nome, Cognome, Regno di provenienza e Arma utilizzata" elencò la ragazza.
"Uriel Garcia, spada; vengo da Cambee" finì. La ragazza alzò la testa. Aveva gli occhi spalancati e una faccia indecifrabile. Poi abbassò nuovamente il capo:"Oh beh, allora non te la starai passando troppo bene in patria. Ho sentito degli stermini che il nuovo re sta compiendo. Avete fatto bene a scappare...ecco a voi, non perdete il vostro numero" finì, consegnando a Uriel un pezzo di stoffa con ricamato in nero 45.
"Stermini...?" Ripetè Uriel, quasi dimenticandosi della gara; ma Martin si sentì ancora più provato nel sentire le azioni di suo fratello Arthur. Voleva tornare a casa, voleva fare qualcosa per il suo popolo. Uriel gli poggiò una mano sulla spalla, stringendola, e come se gli avesse letto nel pensiero disse:"Torneremo" e Martin annuì.

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