XIV

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"Andiamo" li chiamò Roof. I tre amici lo seguirono, mentre passavano a cavallo sotto il cancello levatoio.

Il palazzo di Baco somigliava a quello di Cambee, se non fosse per le tegole Blu, colore significativo della città di confine: si dice che il blu porti calma negli animi inquieti, diversamente da Cambee, il cui colore rappresentativo è il Rosso.
Entrarono nel cortile interno, dove lasciarono i cavalli ad un paio di guardie. Roof gli fece strada, avvicinandosi al portone principale.
"Ho gli stranieri, da Cambee" disse loro. Una guardia volse lo sguardo verso i tre e li lasciò entrare. Roof fece segno loro di seguirlo e così fecero, entrando così in un lungo corridoio dalle bianche pareti. Persino il tappeto che vigeva sotto i loro piedi era blu. Roof li scortò fino alla sala del trono, dove le due guardie in posizione lo lasciarono passare indisturbato.
I tre amici rimasero stupiti dalla semplicità del Salone principale: al contrario della sala del trono di Cambee, le cui pareti erano rivestite in puro oro e decorate da precisi filamenti e preziosi arazzi, quella di Baco era essenzialmente piccola. Erano presenti due troni in legno della stessa grandezza, a fianco ad uno di essi una culla vuota. Il pavimento era in semplice pietra fredda, con un tappeto blu che percorreva la stanza. Le pareti erano immacolate, piene di finestre e balconi, che rendevano la stanza molto luminosa.

Roof si piegò, inchinandosi alle due maestà presenti. I tre ragazzi fecero lo stesso, per poi alzarsi ad osservare i due sovrani. Il Re era un uomo che pareva sulla 30ina; aveva una corta barba scura e occhi chiari. Indossava un'uniforme militare, e in testa portava una sottile corona dorata. La regina, a fianco a lui, portava invece un abito verdognolo chiaro, che le faceva risaltare i suoi occhi celesti. Anch'essa portava una sottile corona dorata, che poggiava sui suoi lisci capelli castani. Quest'ultima, a vederli arrivare si alzò, avvicinandosi ai tre.
"Grazie Roof, puoi andare" disse nel mentre il Re. Roof fece un breve inchino, si voltò ed uscì dalla stanza.
Intanto la regina raggiunse i tre ragazzi: si avvicinò a Martin e tese una mano, come per toccargli il viso, per poi ritirarla.
"Tu devi essere il figlio di Luther...Arthur?" Chiese l'amabile regina. Martin quasi sussultò nel sentire il nome di suo fratello, ma facendosi coraggio continuò a guardare la donna negli occhi.
"No maestà. Arthur è mio fratello, io sono il secondo genito, Martin Austin" concluse. Anche il Re si alzò in piedi, osservando i tre dal modesto trono.
"Non sapevamo che Luther avesse avuto un secondo figlio. Dopo il fallimento con Arthur poi..." Iniziò, ma accorgendosi della perplessità del giovane principe, arrestò di colpo la conversazione, scuotendo la testa.
"Ebbene Martin. Io sono Re Florer e lei è la Regina Major" disse in tono solenne. Martin sorrise, inchinarsi nuovamente ai due sovrani.
"Maestà, io sono il secondo genito principe di Cambee e loro sono i miei fidati amici, il soldato Uriel e lo scrittore Rey" disse presentando gli altri due.
"Siamo qui per chiedervi rifugio, per il tempo necessario di trovare un'altra sistemazione. Sono sicuro che abbiate sentito delle ultime rivolte avvenute a Cambee" continuò Martin. Il Re lo osservò a mento alto, annuendo poi con il capo.
"Non c'è problema principe Martin. Con tuo padre avevo uno stretto legame di amicizia, anche se è andato a dissolversi negli ultimi anni. Sono a conoscenza del grave clima venutosi a creare...circolano voci che Luther si sia fatto non pochi nemici" disse Florer. Martin annuì di conseguenza, non potendo che dare ragione al sovrano di Baco. Suo padre con il suo modo di governare si era creato solo nemici, e ora ne sta pagando le conseguenze. I tre ringraziarono per l'ospitalità, e si prepararono a seguire un servo che li avrebbe scortati nelle proprie stanze. Mentre uscivano tuttavia, la regina Major li fermò improvvisamente.
"Tu...! Aspetta" disse rivolgendosi a Rey. Si avvicinò a lui e gli accarezzò una ciocca dei capelli dorati che teneva sciolti.
"Non può essere..." Iniziò lei.
"Major! Non ora" venne però interrotta dal Re. Lasciò cadere la ciocca dorata, e Rey si allontanò coi suoi amici fuori dal Salone, perplesso.
I due sovrani rimasero soli.
"Florer, lui...non ne avevo mai visto uno..." disse la regina, tornando a sedersi sul trono vicino a suo marito.
Lui gli afferrò la mano per rassicurarla e le sorrise.
"Lo so...è curioso che ve ne siano sopravvissuti qui in occidente. Pare che lui non conosca le sue origini...è bene che non sappia chi è veramente. Meglio lasciare le cose così come stanno" concluse, e la Regina gli sorrise malinconicamente annuendo.

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