capitolo 2 comunque andare

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Dopo una bella nottata ristoratrice sono pronta a cominciare un'altra giornata di lavoro.

Arrivata davanti alla palazzina il cuore mi martella in gola, non ho voglia di avere discussioni personali, ho altro a cui pensare.

Trovo Emily già pronta: "Buongiorno Elisa, sempre puntualissima, vieni in ufficio. A proposito Alex arriverà più tardi, vorrei che quanto successo ieri sera fosse dimenticato......mi capisci vero?" Mentre lo dice è sorridente.

"Certo Emily, il lavoro non entra nelle cose personali, per me è già tutto dimenticato, come vede ho ascoltato il consiglio di Vanessa che trovo molto intelligente, così stamani ho tirato fuori dal mio armadio completi classici e più austeri;

non hanno la sua eleganza ma dimostrano che non sono una ragazzina!"

Lei sorride soddisfatta, ci avviamo nell'ufficio dove probabilmente resteremo chiuse fino a sera.

Dobbiamo concludere il contratto per un altro evento, decidere tutti i dettagli, il tempo è tiranno, manca davvero poco.

Piegate ognuna sulle proprie scartoffie non sentiamo il rumore della porta che si apre, così alzando gli occhi mi ritrovo Alex davanti, il suo maledetto sorriso, è stanco ma sereno.

"Buongiorno mamma, Buongiorno Elisa, il traffico mi fa sempre arrivare quando voi siete già a lavoro. Scusa, Elisa per ieri sera Vanessa delle volte sa essere davvero arrogante. Non dar peso alle sue parole"

Sorrido: "Alex è tutto a posto davvero, non ci sono problemi!" con tranquillità continuo a leggere documenti, ad apporre firme.

Dopo qualche ora, trascorsa ognuno perso nei propri pensieri, Alex si alza dalla sedia, prende il computer e qualche cartellina sotto il braccio, si volta verso di me: "Elisa allora sei pronta? Manca poco, il tempo di mangiare un panino e dobbiamo partire. Ci attendono due tre ore di viaggio per arrivare!"

Sono scioccata dalle sue parole Pronta? Dobbiamo partire? Io non sapevo niente per oggi, certo che non sono pronta, questo lavoro è davvero un'incognita.

"Scusa Alex ma nessuno mi ha detto che dovevamo partire oggi per Terracina, non sono pronta, non ho la valigia, non ho avvisato nessuno". Mi trema la voce dalla rabbia.

"Elisa scusami, dovevo dirtelo ieri sera, hai ragione! Poi Vanessa con la sua fretta mi ha fatto dimenticare tutto. Va bene, rimediamo passando da casa tua. Prendiamo le cose che ti servono, fai qualche telefonata alle persone che devi avvisare, perdonami ancora, ma dobbiamo davvero andare, ho appuntamento domani mattina con l'assessore e il sindaco quindi devo essere lì assolutamente il prima possibile!"

Mi alzo dalla sedia, raccolgo le cartelline con tutte le mie ricerche, il lavoro fatto, mi avvio per raggiungere Alex che mi aspetta nel cortile esterno.

Arrivata all'auto, vedo Alex osservarmi

"Elisa ma come cazzo ti sei vestita stamane? Hai dato ascolto a quella stupida di Vanessa? Così mi sembri un'impiegata del comune...sei una organizzatrice, questo è un lavoro da fare con vestiti sportivi, freschi, pratici...che assurdità! Ora quando passiamo da casa oltre la valigia ti cambierai per stare più comoda!"

Mentre dice queste parole sento il disprezzo nel suo stato d'animo anche se credo che alla fine non siano nemmeno rivolte a me.

Salgo sulla sua auto, una Cayenne nera, mi sento impacciata, stupida come non mai ad aver cambiato il mio modo di essere per le parole di quella donna. Soprattutto mi sento vulnerabile sapendo di dover passare questi giorni da sola con lui. Mi sento sotto esame. Sta iniziando un nuovo incubo.

Una Passione Maledetta  pubblicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora