Cap. 15- Mercoledi, 15 dicembre 1999
Hermione non sapeva dire se stesse dormendo o meno.
Non riusciva a togliersi dalla testa, neanche per un istante, le parole di Draco, il tono sorpreso e impaurito, ma follemente euforico con le quali le aveva pronunciate.
Le aveva promesso che avrebbe trovato una soluzione, ma, passata la sbornia di felicità della sera prima, la consapevolezza che al momento non ve ne fosse nessuna la tormentava.
Lui non sarebbe tornato e lei non avrebbe mollato tutto.
Forse aveva ragione dopotutto, forse il suo innamoramento in realtà era qualcos'altro.
Ma poi la sensazione fittizia delle sue labbra sulla sua bocca le slogava le ossa. Non si erano mai sfiorati, ma bastava quella fantasia per rigettarla in quella sensazione precisa e netta di appartenere finalmente a qualcuno.
Era il fatto che quel qualcuno fosse Draco Malfoy a risuonare sbagliato.
Ma poi, perché sbagliato? Oh, sicuramente chiunque avrebbe potuto elencarle milioni di motivi!
Draco Malfoy il Mangiamorte! Si immaginava già i titoli dei giornali, gli articoli al vetriolo della vecchia cara Rita. Erano anni che non aspettava altro che avere un buon motivo per farla a pezzi!
E allora? Perché si era sentita trasportata in paradiso quando lui le aveva detto che si era innamorato?
Sapeva fin dal principio quanto sarebbe stato difficile e doloroso e...
Draco Malfoy. Chissà se lui riusciva a dormire o se si stava ponendo centinaia di domande.
E cosa si sarebbero detti ora che si erano dichiarati? Si sarebbero dati nomi zuccherosi? Avrebbero riempito pagine con parole idiote da innamorati? Ma come poteva resistere, anzi nascere, una storia a quella distanza?
Non voleva parole romantiche e stupide, voleva lui. La consapevolezza di quel desidero la confondeva.
Perché per lei doveva essere sempre tutto difficile?
Un moto di nervosismo la fece scattare dal letto, pochi istanti prima che la sveglia suonasse.
Probabilmente sarebbe dovuta correre al computer e scrivere qualcosa, ma capì che non ce l'avrebbe fatta, non in quel momento. Si fece una doccia gelata per snebbiarsi la mente e poi, ridotta ad un cubetto di ghiaccio si preparò velocemente per andare al lavoro. Lì magari avrebbe potuto scambiare due parole con Harry. Certo sarebbe stato preferibile farlo con Ginny, ma lei era volata da qualche parte con la squadra di Quidditch insieme ad Angelina. Il nervosismo l'assalì di nuovo: se non fosse stato per il dannato Harry Potter e la sua inopportuna capacità di essere fin troppo convincente probabilmente avrebbe aspettato a dichiararsi a Malfoy.
Sbuffò e se ne andò.Malfoy non sapeva dire se stesse dormendo o meno. Sicuramente pensava, una catena inesorabile di riflessioni inanellate l'una all'altra senza soluzione di continuità, un rosario infinito di pensieri dove al posto delle perle del Padre Nostro compariva ad intervalli regolari la Granger.
Ovviamente, più pensava ai loro guai meno trovava una soluzione e più si sentiva il re dei deficienti per aver promesso alla Mezzosangue che lui, l'incredibile Malfoy, avrebbe risolto tutto.
Pensava di aver toccato il cielo con un dito, ma ora quel cielo gli stava franando addosso.
Mi fido di te. Pazza e scriteriata Granger. Doveva aver riportato dei seri danni cerebrali durante la sua lotta contro Voldemort per arrivare a dire una frase del genere. Come faceva a fidarsi di lui? Di lui!
Eppure quelle parole erano ancora in grado di allargare una pozza dorata nel suo cervello annebbiato.
I suoi respiri trattenuti, le sue parole farfugliate, la sua decisione nel dire che si era innamorata. Di lui.
Faceva paura. Una dannata, fottuta paura. Innamorarsi della Granger. Di Hermione Granger. Lui. Era evidente che non sarebbe mai stato all'altezza delle sue aspettative. Mai. Tanto lui era un codardo tanto lei era coraggiosa. Bastava questo a far capire anche ai sassi l'enormità dello sbaglio che aveva commesso. Tanto lei era onesta tanto lui era bugiardo. Era stato bugiardo. Lo era ancora? Forse no, ma questo non cambiava la realtà dei fatti. Hermione Granger avrebbe dovuto amare uno come Harry Potter, non uno come lui: un emarginato, un reietto, un appestato. Non gli venivano più in mente altri sinonimi, ma il concetto era chiaro.
Eppure, Salazar perdonami, eppure sentiva che avrebbe potuto commettere una pazzia solo per sentirsi degno di lei almeno per un istante. Uno solo.
Considerò per l'ennesima volta le sue opzioni.
Opzione uno: prendere il primo aereo, tornare in Inghilterra, atterrare e filare dritto da lei. Baciarla fino a perdere i sensi, fare l'amore con lei fino a perdere i sensi di nuovo e poi... e poi? Condannarla a critiche feroci, a titoloni sui giornali, costringerla a continue giustificazioni sul perché, tra tutti i maghi meritevoli esistenti sulla faccia della terra, avesse deciso di scegliere un aborto della natura. Oppure decidere di ritirarsi in un buco e obbligarla a sparire insieme a lui nell'oblio. Perché una cosa era certa: lui non avrebbe potuto sopportare di nuovo di essere messo alla gogna.
L'opzione numero uno era decisamente da scartare.
Poteva allora chiedere alla Granger di mollare la sua carriera al Ministero della Magia, salutare i suoi amici più cari, abbandonare di nuovo i suoi genitori e correre da lui a New York, dove niente era sicuro e dove un nuovo scandalo avrebbe potuto travolgerli. Senza considerare il fatto che mentre lui poteva anche passare inosservato, la Granger no. Anche lì veniva acclamata come una santa, quindi lo scandalo li avrebbe travolti sicuramente.
Anche l'opzione due faceva acqua da tutte le parti.
Draco allora si mise di impegno per cercare la terza via.
Avrebbe potuto andare a caccia del nuovo Mago Oscuro di turno, affrontarlo e sconfiggerlo, mettendo a rischio la pelle. Si sarebbe riabilitato e sarebbe stato degno di Hermione.
Oppure avrebbero potuto migrare in Patagonia o in qualche isola deserta. Ma in questo ultimo caso sarebbero probabilmente morti di noia in brevissimo tempo.
O forse, ancora, avrebbe potuto obliviare la Granger e farle dimenticare la sua esistenza: peccato non esserne capace.
Risentire la sua voce l'aveva galvanizzato al punto da fargli perdere ogni dannatissimo buon senso.
Ma lui era un coglione, questo si sapeva.
Ma lei? Come diavolo aveva fatto ad innamorarsi di lui?! Come?
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MILLENNIUM BUG - From New York to London and Back
FanfictionQuesta è il secondo capitolo della Trilogia "TIENIMI LE MANI, NON ANNEGHERAI" il cui titolo deve i suoi natali alla Canzone "Niente di Speciale" de Lo Stato Sociale - Album Amore Lavoro e Altri Miti da Sfatare - 2017. Millenium Bug è la continuazion...