Venerdì, 17 dicembre 1999

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Capitolo 17- Venerdi, 17 dicembre 1999


"You better watch out
You better not cry
You better not pout
I'm telling you why

Santa Claus is comin' to town
Santa Claus is comin' to town
Santa Claus is comin' to town


..."


La voce di Frank Sinatra fuoriusciva a tutto volume da un negozio di originalissime scarpe a Carnaby Street e quella voce da crooner che ricordava a tutti l'arrivo di Santa Claus stava iniziando a irritare Hermione oltremisura: era la settima versione differente della stessa canzone che aveva sentito da quando si era svegliata quella mattina.
Fortunatamente la tentazione di far esplodere la cassa venne inibita dalla voce squillante di Ginny: " Hermione! Eccomi! Scusa il ritardo!"
La ragazza si girò e cercò l'amica tra le persone che affollavano la via, notandola subito: spiccava come una dea nel grigiore che la circondava, avvolta in un cappotto verde brillante, che faceva risaltare il rosso dei suoi capelli. Molti sguardi maschili indugiarono sulla sua figura ed Hermione provò una punta di gelosia per la facilità con cui l'amica sapeva valorizzarsi.
"Finalmente! Stavo per far saltare in aria Frank Sinistra!" Esclamò baciandola sulle guance.
"Chi? Un mago che ti ha infastidita?" Fece lei confusa.
Hermione alzò gli occhi al cielo e rispose: "Lascia perdere! Andiamo a fare colazione, perché sto per morire di fame." La prese sotto braccio e la condusse in un caffè dall'aria squinternata.
"Wow! Bello qui!" Fece Ginny guardandosi intorno.
"Sì, tutto è rimasto come negli anni sessanta. Cosa prendi? Fanno un cappuccino che è una bomba se ti interessa."
"Mmm..." fece Ginny scrutando la lista " ok. Sceglimi tu un dolce. Oddio, sono stanchissima: le partite sono state massacranti e non mi sono ancora ripresa del tutto. In più Harry non ha voluto sentire ragione e ha preteso di fare l'amore la sera stessa del mio arrivo. Non che io non ne avessi voglia, intendiamoci, ma il sesso mi ha dato il colpo di grazia. Ma come si fa a dire no a quel bel faccino e a quegli addominali scolpiti?"
"Risparmiami la descrizione minuziosa del suo affare, per favore." La interruppe Hermione prima che fosse troppo tardi.
Ginny fece un sospirò e poi ridacchiò.
"Va bene, va bene. E tu? Cosa mi racconti? Perché mi hai trascinata fuori dal letto all'alba di venerdi? Perché non sei al lavoro?"
Hermione prese un respiro e cercò di condensare in un breve riassunto quanto accaduto durante la sua assenza.
"Per Morgana! Sto via per tre giorni e succede tutto questo casino? Dovevi essere davvero disperata per seguire i consigli d'amore di Harry Potter, Hermione! Anche se ammetto che non erano poi così male. E quindi, non ci posso credere, vi siete dichiarati e ..."
Ginny si interruppe per dare un morso al dolce e poi riprese: " Ma scusa, se ho ben capito hai dei giorni di vacanza in più, giusto?"
Hermione annuì.
"E allora che cosa ci fai qui con me invece di essere già imbarcata su un fottuto aereo per New York? Faresti in tempo ad andare e a tornare per la vigilia, no? Dopotutto sono solo otto ore, perché sei qui con me?!" Fece Ginny alzando la voce e attirando l'attenzione di due punk che facevano colazione con un centrifugato di carote e sedano.
"Abbassa la voce per l'amor del cielo!" La zittì Hermione.
"Rispondimi, per l'amor del cielo!" Ribatté l'altra.
"Secondo te non ci ho pensato? Peccato che ci siano due problemi insormontabili!"
"Ossia? Qualche nuova paranoia che vi siete fatti venire in mia assenza?"
"Le nostre non sono paranoie, ma legittimi dubbi! Comunque no. Il primo problema è che ho il passaporto scaduto e non riuscirei a rinnovarlo in tempo e senza passaporto non si può volare, cara la mia strega che non sa niente del mondo babbano. Il secondo problema, se anche non ci fosse il primo, è che non c'è un posto libero neanche a trovarlo. Quindi eccomi qua a farmi dire ovvietà da te!" Rispose Hermione, innervosita.
Certo che ci aveva pensato, ma il destino si accaniva contro di lei!
Bevve un sorso di cappuccino per mascherare il suo disappunto nei confronti dell'amica e quando rialzò gli occhi si ritrovò Ginny che la fissava con un misto di pietà e tenerezza.
"Che c'è? Perché mi guardi come se fossi un gattino abbandonato?" Chiese sospettosa.
"Perché sei un gattino abbandonato, Hermione" Rispose lei, battendole la mano con la propria.
"Che intendi dire?"
"Hermione, ma tu sai come viaggiano i maghi e le streghe fuori dall'Inghilterra?"
Hermione spalancò la bocca per ribattere, ma poi la chiuse subito, smarrita. No, che non lo sapeva. La mancanza di quella informazione la atterriva e la lasciava basita. Lei aveva viaggiato molto con i suoi genitori, ma sempre su mezzi babbani e non le era mai capitato di lasciare l'Inghilterra come strega.
"No, immaginavo. Secondo te come faccio ad uscire dall' Inghilterra e ad andare a giocare, che ne so, in Spagna? Non prendo certo gli aerei babbani, o meglio, non viaggio come una Babbana! Hermione, come i maghi e le streghe si sono infiltrati alla Stazione di Kings Cross, così si sono piazzati anche all' aeroporto di Londra - Heathrow e ovviamente abbiamo un nostro ufficio che rilascia appositi documenti di viaggio validi in tutto il mondo!"
Lo stupore di Hermione a quella notizia si sciolse ben presto in un pianto liberatorio.
"No, non fare così, non piangere Hermione!"
"Ma... ma perché non lo sapevo? Io so tutto! Perché so un sacco di cose inutili e non so questo! Come hanno potuto assumermi al Ministero! Sono un'idiota!" Mugugnò Hermione schifata da se stessa.
Ginny rise di gusto: "Hermione! Non è la fine del mondo! E adesso ricomponiti e corriamo subito al Ministero. Vedrai che risolveremo tutto in quattro e quattr'otto. E un posto lo troviamo di sicuro: essermi spaccata il culo sulla scopa per portare alla vittoria i colori dell'Inghilterra dovrà pur valere qualcosa, no?"
Hermione fece un sorriso lacrimoso e mormorò un grazie, prima di tuffarsi ad abbracciare l'amica.

"Certo signorina Granger, potrà avere il suo passaporto magico entro un'ora. Non c'è nessun problema."
"Così in fretta?" Fece Hermione sgranando gli occhi.
"In fretta? Non direi, di solito ci mettiamo quindici minuti, ma abbiamo un problema con il fotografo ufficiale e stiamo aspettando il sostituto. Mi spiace."
"Va benissimo! Non si preoccupi. Ma scusi, mi può spiegare come funziona?" Chiese la ragazza incuriosita.
L'impiegato la guardò senza capire.
"La scusi, ma la signorina Granger non ha mai viaggiato con i nostri mezzi", intervenne Ginny, divertita dallo sconcerto di Hermione.
"Funziona come un passaporto babbano solo che lo mostrerà ad un impiegato mago o strega. I nostri aerei atterrano negli aeroporti babbani, ma ovviamente i nostri mezzi e i nostri uffici sono mascherati con la magia. Potenti incantesimi che impediscono ai non maghi di accorgersi di noi."
"Ma non è complicato e pericoloso? Come si fa a camuffare un aereo?"
"Ci sono voluti anni, ma ormai viaggiamo in tutto il mondo in totale sicurezza, deve stare tranquilla! Dov'è che deve andare, a proposito?"
"A New York." Disse Hermione.
"Ah... ha già il biglietto? Perché altrimenti sarà difficile trovare un posto..."
Hermione si incupì e guardò Ginny, disperata.
"Faccia così, signorina Granger, mentre attende il suo passaporto, vada in qualche agenzia viaggi e si informi: ce n'è una molto valida a Diagon Alley. Si chiama Viaggi Magici Hale-Bopp."
"Va bene, grazie per la dritta." Fece Ginny trascinando via Hermione.
"Non ce la farò mai, Ginny!"
"Non temere. Adesso vai a berti un caffè al bar all'angolo e fammi sentire qualcuno dei miei contatti. Ci vediamo tra poco."
Hermione la osservò girare sui tacchi e sparire per non sapeva dove.
Mestamente si recò al sordido bar all'angolo e si mise ad aspettare con davanti una brodaglia grigiastra che non avrebbe bevuto neanche sotto tortura.
Guardandosi attorno si accorse che il sordido bar aveva una postazione internet e pagato il compenso al barista si fiondò sul vecchio computer per controllare le mail.

Con sollievo vide l'icona della posta brillare.


To:JaneAusten1980
From:Dragon1980
H: 5:30 a.m.
Date: 17.12.1999

Buongiorno Granger, anche se forse dovrei dire buonanotte. Ti chiederai cosa ci faccio sveglio all'alba. Bè... la tempesta di neve che non voleva arrivare ha deciso di palesarsi all'improvviso e sono stato tirato giù dal letto dagli spazzaneve che da questa notte non fanno altro che andare su e giù per la città. Vedessi che tormenta c'è fuori! La radio continua a strillare di rimanere in casa, ma molti cittadini hanno deciso di ignorare l'allarme e adesso regna il caos. Senza contare che l'energia elettrica è saltata più volte, lasciandoci completamente al buio. Alle quattro del mattino sembrava di stare a Hogwarts: candele accese ovunque.
Per questo non sono più riuscito a scriverti ieri. Ma a ben guardare neanche tu l'hai fatto: qualche problema? Spero di no, spero che non ci sia qualche ripensamento, impedimento, problema mortale dell'ultima ora, che ne so, magari un Dean qualunque lì davanti a te in carne ed ossa pronto a farti scorrere brividi di piacere lungo la schiena.
Oddio... sono andato fuori di testa.
Comunque spero di riuscire a scriverti nelle prossime ore e ricevere tue notizie.
Nonostante tutto il macello, il paesaggio fuori è fiabesco: tutto è nascosto e deformato dalla neve. Non sembra di essere in una grande città ma in un bosco contorto. Tuttavia mi chiedo se i barboni, tuttequelle povere anime senza casa, siano riuscite a trovare un rifugio. La radio ha detto che ogni stazione della metropolitana rimarrà aperta durante la notte e che si stanno organizzando i primi soccorsi. Devo chiedere a Lucilla se possiamo dare una mano in qualche modo. Adesso che so cosa c'è la fuori non riesco a far finta di niente.
Mi chiedo anche se il Macusa interverrà in qualche modo a favore della città: con la nostra magia potremmo essere molto più utili che degli spazzaneve!
Questa tempesta mi rende nervoso e eccitato allo stesso tempo.
Sarebbe bellissimo rimanere chiuso in casa con te, con il mondo congelato fuori. Io e te sotto il piumone, rigorosamente nudi e accaldati dopo aver fatto l'amore.
Oh no...la luce ha ricominciato a tremolare! Ti saluto, spero a presto!

D.

Hermione si ritrovò a leggere le ultime parole con le guance in fiamme. Lei e lui, nudi, sotto il piumone. Oddio! La sola idea le faceva ribollire il sangue.
Tuttavia aveva problemi più gravi da affrontare: la tempesta di neve le avrebbe forse impedito di raggiungerlo a New York? E come fare a comunicare con lui se i black out mettevano ko la connessione?
E come fare a raggiungerlo, visto che non aveva la minima idea di dove abitasse?
Più ci pensava più le sembrava che quell'ipotetico viaggio non poteva che finire in tragedia.

Prese a digitare veloce sui tasti.


To: Dragon1980
From: JaneAusten1980
H: 10:40 a.m.
Date: 17.12.1999

Ciao Draco,
Sarò rapida, spero riuscirai a leggere questa mail.
Mi sono trovata con dei giorni di vacanza in più e sto cercando di organizzarmi per venire a New York! Spero che la tempesta di neve non rovini tutto e soprattutto di riuscire a trovare un volo per raggiungerti. Ho bisogno che mi scrivi il tuo indirizzo, perché altrimenti non saprei dove trovarti. Appena possibile ti farò sapere se partirò o meno.
Ovviamente fammi sapere anche se ti fa piacere che io venga!
Oddio sono così agitata... e la notizia della tempesta di neve non fa altro che aumentare la mia ansia.
Anche io vorrei essere nuda nel tuo letto e forse ci sarò!
Fammi sapere! Spero che riuscirai a rispondermi. In caso contrario verrò lo stesso: sappilo!

H.


"Maledizione!" Imprecò Hermione a mezza voce. Tutti quegli intoppi la innervosivano oltre modo. Pensè a tutte le cose che avrebbe dovuto preparare, ai suoi genitori da avvisare e... e se non fosse riuscita a partire? La delusione sarebbe stata talmente cocente da ucciderla.
"Hermione!" Lo scampanellio della porta e la voce di Ginny la riscossero dai suoi tetri pensieri.
"A New York è in corso la più grande tempesta di neve dell'ultimo secolo..." fece Hermione a bruciapelo.
"Cosa?!"
"Draco mi ha scritto: la città è seppellita dalla neve, l'energia elettrica va e viene. Gli ho detto che forse lo raggiungerò, ma non so se leggerà mai la mail. Io non so neanche l'indirizzo di casa sua! Come faccio a rintracciarlo in una New York sepolta? E se non mi volesse là? No, Ginny, non posso partire così, su due piedi."
Ginny la fissò interdetta per qualche istante e poi sbottò: "Tu prenderai quell'aereo anche se dovessi farti salire io a calci! L'indirizzo di Malfoy a New York te lo trova Harry: secondo te il Ministero non sa dove sia finito il figlio di un Mangiamorte fedele a Voldemort?"
"Shhh! Abbassa la voce!"
"Che noia! Muoviti, usciamo da qui e andiamo da Harry!"
"Ma sei riuscita a trovarmi un posto?"
"Certo! Volerai in prima classe, volo offerto dal fidanzato del mio Capitano!"
"No! Ginny, non posso accettare! Pagherò il biglietto come tutti gli altri!"
"E allora preparati a svuotare il tuo conto, sorella! Tutti i posti in seconda classe sono pieni. E pure in prima. Quello è vuoto, perché lo tengono riservato solo per lui e lui non ha intenzione di andare a New York. Non c'è problema il posto è già tuo: partirai a mezzanotte e arriverai a New York domani mattina. Il ritorno è previsto per il 23 dicembre, partenza a mezzanotte da New York, così sarai indietro in tempo per Natale."
"Ma sei sicura che non sia un disturbo? Voglio dire, io per quelle persone non sono nulla!"
Ginny scoppiò a ridere.
"Hermione sei la fottuta pasionaria del Mondo Magico! Il Capitano dice che per te il suo fidanzato farebbe questo ed altro! Dice che ti adora! Non vede l'ora di esserti utile. Troverai tutti i documenti necessari sul tavolo del tuo salotto esattamente tra due ore. Gli ho dato l'indirizzo e te li spediranno via gufo. Ma se sei troppo spaventata all'idea di rivedere Draco allora non ne facciamo niente!"
Ginny la fissò con sguardo di sfida e Hermione sentì le guance andare in fiamme.
"Non c'è niente che impedirà di andare a New York!" Ribatté Hermione furiosa.
"Benissimo! E allora muoviamoci!"
Ritornarono di corsa al Ministero, passarono a ritirare il passaporto magico, molto simile a quelli babbani e poi andarono di filato da Harry.
"Hermione! Ginny! Che ci fate qui?" Disse il ragazzo vedendosele arrivare tutte scarmigliate.
"Un'emergenza Potter! Abbiamo bisogno di te!"
Ginny prese a raccontare alla velocità della luce quanto stabilito con Hermione e al termine di quel racconto Harry si sentiva leggermente frastornato.
"Così? Su due piedi? Ma ci sono mille cose che potrebbero andare storte!" Fece Harry.
"Niente andrà storto!" Ribatté Ginny.
"A parte la tempesta di neve più grande del secolo, dici? Anche se l'aereo riuscisse ad atterrare..."
"L'aereo atterrerà!" Disse Ginny infastidita.
Hermione sentì l'umore cadere a terra.
"E come farà a mettersi in contatto con lui se non può leggere le mail?" Fece Harry esasperato.
"Qui entri in gioco tu, amore." Rispose Ginny, suadente.
Harry sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale.
"E... e come?"
"Sei Harry Potter, amore. Sicuramente riuscirai a trovare l'indirizzo di Malfoy a New York e a fargli recapitare un messaggio. Non mi avrai abbandonata al sesto anno per salvare il mondo per poi non riuscire a risolvere questo piccolo problema!" Disse Ginny incrociando le braccia al petto.
"Ahia! Questo è un colpo basso!" Protestò Harry.
Hermione rise suo malgrado, inchinandosi alla perfidia dell'amica.
"Quindi?"
"Va bene, va bene. Adesso accompagna Hermione a casa a preparare i bagagli e io penso al resto."
"Dici davvero?" Intervenne Hermione con occhi lucidi.
"Sono il Salvatore del Mondo Magico, no? Ma non posso garantire che l'aereo partirà o atterrerà!"
"Oh, Harry! Grazie! So quanto sia difficile fidarti di Draco." Fece Hermione gettandogli le braccia al collo.
"So solo quanto sei importante tu e quanto io voglia che tu sia felice, il resto non conta!" Rispose Harry, ricambiando l'abbraccio.
Hermione lo strinse più forte.
"Bravo, amore, non te ne pentirai..." Fece Ginny con un sorriso che prometteva nettare e miele.
" Lo spero bene! Andate adesso!"
Le ragazze si incamminarono veloci verso l'uscita, parlandosi una sull'altra, eccitate come galline.
"E adesso? Da dove inizio?" Si disse Harry, grattandosi pensoso il mento.

"Ginny! Non starò via che cinque giorni! Non ho bisogno di tutta questa roba!"
"Certo che ne hai bisogno! Non preoccuparti dei bagagli, ci penso io. Vai a farti una doccia, a depilarti, a chiamare i tuoi e non ti preoccupare dei bagagli. Prometto di non farti partire con tutto l'armadio. Ma ti serviranno abiti molto caldi e abiti che invece si facciano togliere con piacere. A proposito... dov'è quel completo intimo che ti ho regalato al compleanno?"
"Quel completo che starebbe una delizia su di te e che invece mi farebbe sembrare una salsiccia?"
Ginny sbuffò.
"Hermione quando la smetterai di fare la modesta e inizierai a capire che sei bellissima?"
"Va bene, fai come vuoi, ma prima di mettere i vestiti in valigia aspetta che io dia il mio assenso!"
"Oh! Hai scritto a Draco che lo raggiungerai? Glielo hai confermato?"
"Sì, ma lui non ha risposto alla mia mail di prima..."
"Non importa, abbiamo tempo."
"Ma sono già le tre del pomeriggio, Ginny!"
"Appunto, abbiamo un sacco di tempo!"

Seguirono ore frenetiche, urla, pianti, risate isteriche e alla fine alle dieci di sera Hermione; Ginny, Ron e Harry si ritrovarono nella sala di aspetto di Heathrow.
"Hermione sei sicura di quello che stai facendo?" Stava dicendo Ron, guardandosi intorno preoccupato.
"Certo che è sicura!" Si intromise Ginny.
"Lascialo dire a lei!"
"Sono sicura Ronald. La mia unica preoccupazione è quella di non riuscire ad atterrare..." sospirò Hermione guardando il cartellone dei voli dove brillavano decine di voli per New York cancellati a causa della bufera.
"Insomma, smettila di preoccuparti. Hai sentito lo steward del tuo volo, no? Non ci sarà nessun problema: noi abbiamo i nostri trucchetti che i Babbani non conoscono. Servirà a qualcosa avere la bacchetta!" Ribatté Ginny.
"Speriamo..."
"Hai con te l'indirizzo di casa Malfoy?" Chiese Harry.
"Sì, ho appena controllato. E tu sei riuscito a far partire un messaggio per il Macusa indirizzato a Draco?"
"Sì. L'addetto alla posta internazionale mi ha assicurato che sarebbe arrivato nel giro di due ore, a quest'ora Draco dovrebbe averlo ricevuto."
Hermione annuì.
"E se per qualche motivo lui non ti volesse lì?" Fece ancora Ron corrucciato.
Tre paia di occhi si misero a fissarlo ostili.
"Va bene! Ho capito! La smetto di fare il guastafeste e mi preparerò spiritualmente a non maledire Draco Malfoy alla prima occasione. Che noiosi che siete!"
Tutti risero.
"Credo dovresti andare al gate, Hermione. La zona magica è molto lontana dall'ingresso ed è meglio che ti avvii per tempo." Fece Ginny ad un tratto.
"Sembri più agitata di me, Ginny!" Disse Hermione con un sorriso.
"Perché ti meriti che vada tutto per il meglio! Non sia mai che tu non riusca ad imbarcarti perché ti sei persa da qualche parte!"
"Non c'è pericolo. Tra poco una hostess privata verrà a prendermi: il nostro benefattore ha un biglietto all inclusive!" Ridacchiò Hermione, eccitata.
Come se l'avesse evocata, una sventola bionda dall'aria super efficiente li raggiunse poco dopo.
"Signorina Granger, benvenuta, La prego di seguirmi: la sua golf car sarà qui a momenti per accompagnarla al gate."
Hermione sentì il cuore balzarle in gola e si girò di scatto verso gli amici.
"Ci siamo, Hermione." Disse Harry sorridendo.
"Ho paura, sono terrorizzata!" Fece quella d'impulso.
"Andrà tutto bene! Fammi avere tue notizie appena arrivi! Non ti azzardare a lasciarmi senza informazioni!" Fece Ginny abbracciandola.
Hermione annuì, troppo emozionata per parlare.
"Dobbiamo andare, signorina." Fece la hostess, paziente.
"Arrivederci! Ci vediamo alla Vigilia!" Li salutò Hermione dopo averli abbracciati e baciati tutti.
"Divertiti!"
Hermione salì sulla golf car e si voltò a salutarli di nuovo, le ginocchia che tremavano per l'eccitazione.
"Sei sicura che non si sfracellerà al suolo a causa della tempesta?" Fece Ron appena Hermione fu scomparsa dietro l'angolo.
"No, ma che altro potevano fare? Hermione si sta consumando e fino a quando non avrà l'occasione di incontrare Malfoy, non riuscirà a rasserenarsi."
"Allora iniziamo a pregare che vada tutto bene." Disse Harry, prendendoli entrambi sotto il braccio e trascinandoli via. Il cuore serbava un cupo presentimento.

"So che a New York imperversa una terribile tempesta di neve. Riusciremo ad atterrare?" Chiese Hermione alla sventolona bionda.
La donna sorrise: "Ma certo! Abbiamo maghi e streghe preposti a far atterrare gli aerei con ogni tipo di clima. Siamo riusciti ad atterrare indenni anche con un uragano in corso! Non si preoccupi, signorina Granger, pensi solo a godersi il viaggio. Il signor Cooman si è tanto raccomandato a questo proposito.
"Chi?" Chiese Hermione sorpresa.
"Il signor Cooman, il suo gentile ospite, no?" Fece la donna, inarcando il sopracciglio.
Le guance di Hermione divennero rosse come peperoni.
"Oh, ma certo, che sciocca, il signor Cooman. Un uomo veramente generoso."
"Veramente non ha mai ceduto il suo posto a nessuno. Lei è la prima che usufruisce di questo favore. Ma non potrebbe essere diversamente: chi le rifiuterebbe un favore, signorina Granger?" Rispose la donna con un sorriso caloroso.
Hermione si fece ancora più rossa: l'ultima cosa che voleva era quella di passare per una che riscuoteva favori in cambio delle sua gesta.
"Eccoci arrivati al gate. Mi consegni pure i suoi documenti da viaggio e penserò a tutto io. Lei intanto può attendere l'imbarco nella sala d'attesa privata del signor Cooman: vi troverà ogni genere di comfort."
"Ma non c'è bisogno! Attenderò come tutti gli altri!" Si schernì Hermione.
"Certo che è necessario! Capisco il suo disagio, ma per una volta lasci che sia qualcun altro ad occuparsi di lei. Si rilassi: mi sembra molto tesa, signorina Granger." Insistette l'altra.
Hermione considerò che si sentiva stremata e che dopotutto rimanere con gli altri viaggiatori avrebbe comportato una eccessiva curiosità nei suoi confronti. Aveva bisogno di privacy, di mantenere il suo viaggio nascosto.
" Va bene, mi porti in questa stanza da "Mille e una notte..."
La hostess sorrise e poco dopo Hermione si trovò seduta su un comodo divano, a sorseggiare champagne e mangiare fragole dal sapore dolcissimo. Sospirò e rilassò le spalle contratte: sarebbe andato tutto bene.

"Signor Black! C'è una comunicazione da Londra per lei."
Uno dei portieri si presentò a Draco quasi alla fine della giornata lavorativa con una pergamena sigillata.
Il ragazzo impallidì: prese la comunicazione con mani tremanti sperando che non contenesse cattive notizie, ringraziò l'uomo e cercando di mascherare la preoccupazione si
Diresse nel suo ufficio, seguito dallo sguardo stupito dei colleghi.
Chiusa la porta alle spalle, prese un respiro e ruppe la ceralacca.

Buongiorno Draco,
sono Potter. Non preoccuparti non porto cattive notizie, anzi.
Domani mattina alle otto e trenta arriverà un aereo da Londra con sopra Hermione. Non posso dilungarmi, ti spiegherà lei se non l'ha già fatto via mail. Trattala bene, come una fottuta regina, perché altrimenti Voldemort ti sembrerà uno zuccherino in confronto a me.
Te la affido come una sorella, abbine cura.

H.P.


Draco rimase a fissare stordito quelle poche righe. Le uniche cose che aveva registrato erano Hermione e aereo.
"Non è possibile...", mormorò.
Guardò di riflesso fuori dalla finestra e tutto ciò che vide fu un mondo di ghiaccio e neve che mal si accordava con la parola aereo.
Draco venne sopraffatto dall'emozione e dal terrore che quel dannato veicolo contro natura potesse precipitare portandosi via ciò che di più caro aveva al mondo.
"Allora Draco, ci sei? Ma..." Archie si interruppe osservando la faccia scioccata dell'altro.
"Her-mione", bofonchiò Malfoy.
"Cosa? Non ho capito!"
"Hermion... arriva domani mattina. Morirà...", ripeté Draco, porgendogli la pergamena.
"Oh cazzo! Questa sì che è una sorpresa! E Harry Potter... fa paura!" Fece Archie, scioccato tanto quanto lui.
"Potter è uno sfigato! Ma Hermione... oddio... come diavolo farà ad atterrare? Fuori c'è l'inferno!"
"Insomma! Vi muovete voi due?" Gridò Noam dal corridoio.
"Vieni qua, per favore!" disse Archie.
"Che c'è? Cosa sono quelle facce? Black cosa diavolo hai compi banato questa volta?" Disse Noam affacciandosi nella stanza.
"Hermione Granger sta venendo a New York e Harry Potter ha minacciato di morte Draco e questo poveraccio teme che la sua bella di sfracelli a causa della tempesta!" Riassunse Archie.
"Oh cazzo!"
"Infatti..."
"Conosceremo Hermione Granger! Oddio! Hermione Granger!" Iniziò a dire Noam emozionato.
"Per l'amore delle Streghe di Salem! Potresti evitare di saltellare come il coniglietto pasquale!" Sbottò Draco.
"Ehm... sì, scusa, ma, voglio dire, Hermione Granger! Wow!"
"Ma perché Harry Potter te la affida?" Chiese Archie ignorando deliberatamente l'entusiasmo dell'amico per tornare a concentrarsi sulla lettera.
Draco si afferrò la testa tra le mani e riassunse brevemente quanto accaduto negli ultimi giorni.
"Ma perché diavolo non ci hai detto nulla! Sei un vero ingrato!" Disse Noam offeso.
"Perché ero un tantino oberato da tutto questo!"
"Quindi adesso la tua confidente è Lucilla!" Fece Noam risentito.
"Oddio! Lucilla, me ne sono dimenticato!" Esclamò Draco.
"Che c'entra lei adesso?"
"Mi sta aspettando all'ingresso! Questa mattina le ho promesso che l'avrei accompagnata
Con gli altri volontari a distribuire viveri e coperte!"
"Vado io a prenderla e la porti qui!" Si offrì Archie uscendo di corsa dall'ufficio.
"Mi sembra una bella notizia, no? Perché sei così sconvolto?" Gli chiese Noam.
"Per prima cosa, ho davvero paura che si sfracelli! Ti sei accorto che fuori infuria la tempesta? In secondo luogo spero che non abbia fatto qualcosa di assolutamente sconsiderato!"
"Tipo amarti? Cosa c'è di più sconsiderato di questo?" Rise Noam, abbattendogli una manata sulla schiena.
"Ahia!"
"Secondo me te la stai solo facendo addosso all'idea di rivederla dopo tutto questo tempo!"
"Certo che se la sta facendo addosso!" Rispose la voce squillante di Lucilla.
"Ci manchi solo tu! La smettete di prendermi per il culo, tutti e tre?"
"È troppo divertente per non farlo!" Fece Archie.
"Lucilla mi spiace, ma non credo di poter venire con te questa sera. Devo andare a casa, preparare tutto e poi filare in aeroporto sperando di non veder arrivare solo rottami!" Disse Malfoy concitato.
"Non preoccuparti..." iniziò a dire Lucilla.
"Possiamo venire Noam ed io con te!" La interruppe Archie.
"Cosa?! Perché dovrei congelarmi il culo accudendo barboni in metropolitana?!" Esclamò Noam.
"Perché è Natale, siamo tutti più buoni e non vuoi passare per un arido bastardo!" Fece Archie fissandolo divertito.

Noam si passò imbarazzato una mano sulla nuca.
"Non siete costretti! Ciascuno è libero di fare e credere ciò che vuole..." disse Lucilla un po' innervosita.
"Scusami Lucilla. Sono veramente pessimo. Certo che ti accompagneremo: se è riuscito a farlo il lord accasciato sulla scrivania, ci riusciremo anche noi!"
"Grazie Noam, tu sì che sei un amico!" Buttò lì Draco.
"Mi raccomando Draco, non mandare tutto all'aria con la tua tendenza al melodramma! Questa è la vostra possibilità per chiarirci le idee!" lo ammonì Lucilla.
"Oddio... mi sento morire! Non so neanche come raggiungere l'aeroporto senza morire congelato!"
"Ci penso io. Farò collegare il tuo camino a quello dell'aeroporto. Ho un amico all'ufficio trasporti. Anzi, meglio che ci vada subito!" fece Lucilla "Ci vediamo nell'Atrio."
"E se mando tutto a puttane?!" Chiese Draco guardando gli amici.
"Bè non avrai il tempo di preoccupartene perché Potter ti ucciderà!" Fece Archie con un sorriso.
"Dai! Schiodiamoci da qui!" Disse Noam.

Poco dopo si ritrovarono tutti nell'Atrio.
"Fatto!" Lucilla li raggiunse raggiante.
"Io non ce la faccio ad aspettare." Mormorò Draco.
"Amico sono solo le sei... devi darti una calmata!" Cercò di rincuorarlo Archie. "Dai, andiamo a farci una birra. Poi noi andremo con Lucilla e tu andrai a prepararti."
"Noi dobbiamo essere alla chiesa per le dieci. Ma possiamo smaterializzarci, solo che avremo bisogno di vestiti molto pesanti..." puntualizzò la ragazza.
"Smaterializziamoci da me. Ho un sacco di vestiti pesanti e sicuramente riusciremo ad adattarli alla tua taglia!" Fece Archie con un sorriso.
Lucilla sorrise a sua volta e Draco si accorse che sembrava imbarazzata.


"Tutto bene signorina Granger? Desidera da bere? Uno spuntino prima di dormire? Ha già visto il suo bagno personale?" Chiese la hostess sorridendo.
Hermione era ancora sconcertata da tutto quel lusso: il signor Cooman doveva essere ricco sfondato se poteva permettersi di avere addirittura una cabina tutta sua su un aereo di linea!
"Sono a posto, grazie. Che ore sono, per favore?" Chiese Hermione, cercando di mascherare il disagio e l'ansia che provava.
"L'una di notte, dovrebbe cercare di riposare per qualche ora. Se me lo permette le preparo la poltrona per la notte."
"È sicura che non ci saranno problemi all'atterraggio?"
"La tempesta si è effettivamente intensificata, ma non deve preoccuparsi. Adesso, da brava, vada a prepararsi mentre io le preparo il letto." Fece la donna, fresca come una rosa.
Hermione provò un moto di fastidio ad essere trattata come una bambina recalcitrante, ma abbozzò un sorriso di circostanza, posò il libro e andò in bagno.
Si lavò i denti, indossò una tuta e rimase a guardarsi allo specchio: l'ansia le bruciava gli occhi e dovette arrendersi all'evidenza che non avrebbe chiuso occhio. Se fosse riuscita ad atterrare, se Draco avesse ricevuto i suoi messaggi, se Voldemort non fosse risorto, l'indomani mattina Malfoy si sarebbe trovato di fronte un mostro.
Ma non poteva farci niente.
E se Malfoy non si fosse fatto trovare? Se non avesse alcun piacere ad averla lì? Se...


"Signorina Granger? Tutto bene?" La voce dell' hostess la fece sobbalzare.
Iniziava ad essere inquietata da quella presenza.
"Sì..." rispose stanca. Attese qualche minuti e infine riaprì la porta del bagno.
"Prego si accomodi." Fece la donna indicandole la poltrona trasformata in letto.
Hermione si distese e l'altra le rimboccò le coperte.
"Gradisce una maschera per dormire?"
"Un blando sedativo?" Chiese Hermione speranzosa.
La Hostess rise e scosse la testa: " Non abbiamo pozioni soporifere. Ma sono certa che un po' di musica rilassante potrà aiutarla, insieme ad una tisana calma nervi."
Hermione sospirò e acconsentì; poco dopo sorseggiava una tisana molto aromatica.
"Adesso la lascio riposare. Verrò a svegliarla alle sei e mezzo. Buonanotte."
"Buonanotte", rispose Hermione posando la tazza.
Rimasta sola, si rese conto dell'oscurità in cui era immersa, appena interrotta da luci led poste un po' ovunque. Divenne improvvisamente consapevole dei motori dell'aereo e del fatto che si trovavano sopra una distesa d'acqua lontani mille miglia dalla terra ferma. Il panico iniziò a strisciare subdolo insieme alla dannata voglia di scappare via da quella scatola di metallo, sferragliante.
Si rigirò, alzando al massimo il volume della musica che fuoriusciva dalle cuffie, ma quella dannata musichetta era tutto tranne che rilassante. Decisamente il canto dei delfini non faceva per lei.
Balzò a sedere e schiacciando un bottone rimise a posto il sedile.
Accese la luce di servizio sul tavolino accanto e si accorse con sollievo di uno schermo posto di fronte a lei. Il suo benefattore evidentemente non disdegnava alcune comodità babbane. Accese, scelse un film d'azione, tutto fuoco e fiamme, e ritornò a respirare.

Draco era arrivato in aeroporto verso le sette di mattina, dopo una notte terribile passata a rigirarsi nel letto. Sapeva di avere un aspetto orribile, ma non ci poteva fare granché.
Arrivando era stato investito da una potente ondata magica e aveva osservato con stupore e meraviglia l'efficienza del luogo. La parte babbana dell'aeroporto era completamente seppellita dalla neve e gli aerei giacevano come dinosauri addormentati sulle piste. La parte magica invece brulicava di gente in partenza e in arrivo. Osservando il cielo si accorse di un grande tunnel magico che gli aerei imboccavano per atterrare e partire.
"Geniale!" Disse Draco ammirato.
"Oh sì, può dirlo forte! Non c'è clima che possa rallentare i nostri viaggi!" Disse uno stravagante mago al suo fianco.
"Ma come l'hanno fatto?" Chiese Draco impressionato.
"Potenti Magiarchitetti e Magingegneri ci hanno lavorato per anni! È solo da cinque anni che abbiamo aeroporti tutti nostri, sa? Prima dovevamo usare i mezzi babbani e le assicuro che era una grande seccatura!"
"Capisco bene. Io sono arrivato mesi fa con un volo babbano...", fece Draco.
" Poveretto... bè.... Allora arrivederci e buon Natale!" Lo salutò l'ometto toccandosi il cilindro viola che aveva calcato in testa.
"Buon Natale anche a lei!" Rispose Draco. Diede un ultimo sguardo alle piste e poi cercò un posto per sedersi.
Trovato un angolino accogliente, si sedette e fece un grande sospiro di sollievo: almeno la Granger non sarebbe volata via nella tempesta!
Ripensò a quando era arrivato a New York mesi prima. Aveva optato per un viaggio completamente babbano per non dare nell'occhio e mantenere un profilo basso. Certo aveva viaggiato in prima classe, ma era stata comunque un gran seccatura essere circondato da Babbani. Si sentiva come un pesce fuor d'acqua in quel mondo di cui non sapeva nulla, ma fortunatamente la Granger gli aveva spiegato per filo e per segno come doveva comportarsi. Quando l'aereo era decollato Malfoy aveva lanciato un piccolo urlo, aggrappandosi istintivamente al braccio della sua vicina: una donnina dai capelli bianchi che gli aveva sorriso rassicurante.

"Signorina Granger... signorina Granger!" Una voce penetrò nelle barriere del sonno e Hermione aprì gli occhi di soprassalto. Una fitta al collo le fece capire che si era addormentata guardando il film.
"Ahia!" Esclamò per poi massaggiarsi la parte lesa.
"Non avrebbe dovuto dormire in questo modo!" La redarguì bonariamente l'hostess.
Hermione considerò che, nonostante la notte in piedi, la donna era semplicemente impeccabile.
"Tenga il caffè. Cosa desidera per colazione? Possiamo offrirle..."
Hermione si accorse solo allora di aver una gran fame e ordino pancake allo sciroppo d'acero, una tazza di tè nero bollente e delle fragole.
"Arrivo in un attimo."
La ragazza ingannò l'attesa sorseggiando il caffè e guardando le prime luci dell'alba fuori dal finestrino. Si sentiva a pezzi, ma piena di aspettative.
Consumò lentamente la sua colazione, dopodiché andò in bagno a cercare di rimettersi in sesto. Tolse la tuta, rimise gli abiti che indossava alla partenza: pratici jeans, una maglia e un maglione pesante.
Infine prese uno spillone e vi avvolse intorno i capelli fino a formare una crocchia disordinata, ma d'effetto. Hermione sorrise e arrossì al pensiero che forse lui glielo avrebbe tolto. Si scrutò per un attimo e rimpianse di non essere mai riuscita ad imparare l'incantesimo per togliere le occhiaie.
Tornata nella cabina, vi trovò di nuovo la hostess.
"Adesso deve sedersi e allacciare le cinture. Stiamo per affrontare l'atterraggio."
Hermione si sporse verso il finestrino: sotto di lei c'era un soffitto compatto di nuvole perlacee.
"Ho molta paura! Come sono le condizioni meteo?" Chiese in ansia.
"Pessime che più pessime non si può! Ma non per noi. Si fidi: non si accorgerà di nulla." Le rispose la donna.
Hermione fece quello che le era stato detto, si allacciò la cintura più stretta che poté, strinse i braccioli, chiuse gli occhi nell'attimo in cui l'aereo si tuffò dentro le nubi e ...
E non accadde nulla. Hermione, che si aspettava che l'aereo si mettesse perlomeno a tremare, aprì gli occhi confusa.
Stavano letteralmente attraversando un muro, ma l'aereo lo fendeva come fosse stato di burro.
La ragazza lanciò uno sguardo interrogativo alla sventolona che prima ridacchiò e poi si prese la briga di spiegarle dell'esistenza del tunnel magico.
"Ma è magia avanzatissima! Chi è che l'ha inventata?"
La hostess rise di nuovo in maniera bonaria.
"Il signor Cooman in persona." Disse infine.
"Per questo è ricco sfondato!"
"Esattamente"
Hermione si appuntò di regalare a Ginny il vestito più costoso che le riuscisse di trovare.
Dopo circa un'ora l'aereo toccò il suolo statunitense e la Granger venne posseduta dal demone della frenesia. Divenne impaziente e smaniosa al punto che la sua balia bionda le chiese se ci fosse qualcosa che non andava.
"Oh no! Sono solo molto eccitata all'idea di rivedere un vecchio amico."

Finalmente il portellone dell'aereo si aprì: Hermione venne accompagnata con discrezione all'uscita. Poco prima dei tornelli la ragazza e la hostess si strinsero la mano.
"Farò sapere al suo datore di lavoro che è stata assolutamente perfetta!" Disse Hermione con calore.
"Grazie mille, ma non serve. Sono onorata di esserle stata d'aiuto. Buone vacanze e in bocca al lupo per tutto!"
"Anche a lei."

Finalmente Hermione era sola: chissà se al di là di quella porta avrebbe trovato Draco ad aspettarla.
La porta si spalancò all'improvviso e la prima cosa che Hermione vide furono due occhi grigi, cerchiati di nero, che la cercavano nervosi tra la gente.
Finalmente Draco la trovò, Hermione vide i suoi dilatarsi per la gioia, mentre suo il cuore sembrava sul punto di spaccarsi.
Si fece largo tra la piccola folla, lanciò la valigia a terra e gli si gettò tra le braccia.
Draco la strinse forte a sé, respirò il profumo dei suoi capelli fino a saziarsene, infine mormorò al suo orecchio: "Sei completamente pazza, Hermione Granger..."
Hermione si scostò per sussurrare vicinissima alle sue labbra: "Completamente pazza di te..."
Draco bruciò ogni distanza ed Hermione pensò che non era mai stato tanto bello.
Baciare Hermione Granger era la cosa più esaltante che avesse mai fatto. L'esplosione del suo sapore nella sua bocca lo rese ebbro di desiderio: doveva andarsene da lì se non voleva commettere sciocchezze.
"Andiamo a casa...", ansimò Draco qualche istante dopo, afferrandole la mano.
Hermione annuì preda della medesima confusa urgenza.
Andiamo a casa: non c'erano mai state parole più belle.

MILLENNIUM BUG - From New York to London and BackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora