Domenica, 19 dicembre 1999- Pomeriggio/Sera

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Capitolo 20- Domenica 19 Dicembre 1999- Pomeriggio/Sera

Il vecchio Auror allungò le gambe, si versò di nuovo da bere e dopo un breve sorso guardò i ragazzi uno a uno negli occhi. Non gli piaceva ciò che stava per fare, ma era necessario.
Quella era la parte del suo lavoro che più gli pesava: nonostante tutti gli anni di servizio alle spalle, le bugie, i segreti che aveva difeso, le persone e i Capi di Stato che aveva manovrato, ancora non si era abituato a distruggere le poetiche illusioni giovanili. Era un duro lavoro, ma alla fine qualcuno doveva pur farlo. Così prese un respiro e incominciò a parlare.

"Tutto quello che dirò qui, in questa stanza, è vincolato alla più stretta segretezza. Se una qualsiasi delle informazioni che apprenderete verrà divulgata a terzi, bè... non rivedrete la luce del sole."
Hermione lo guardò accigliata e disse subito: "Ma non abbiamo stretto nessun voto."
"Non occorre signorina Granger. La mia stessa posizione vincola coloro con cui mi confido alla segretezza, fa parte della mia magia."
"Allora probabilmente non ci interessa sapere cosa ha da dire." Ribatté Lucilla, scambiando uno sguardo con gli altri.
L'uomo rise, battendo una mano sul tavolo.
"Oh signorina Star, io credo che al suo amico Malfoy convenga ascoltarmi e ascoltarmi bene, anche!"
Draco guardò Hermione: certo che lo avrebbe ascoltato! Se fosse stato solo per lui non ci sarebbe stato alcun problema. Al punto in cui erano la curiosità lo stava ormai divorando e gli bastò uno sguardo per capire che quello valeva anche per Hermione. Non c'era mistero al mondo che la sua Mezzosangue avrebbe lasciato irrisolto.
"Hermione ed io non abbiamo obiezioni, ma non vogliamo coinvolgere loro nei nostri casini. No, ragazzi..." disse Draco alzando una mano per tacitare le proteste degli altri " voi non siete costretti a vincolarvi a niente. Se decidessero di lasciare questa stanza ora non ci sarebbero ripercussioni, giusto?"
"Giusto", disse l'altro.
"Ma a noi non importa del tuo parere! Proprio per nulla!" Obiettò Archie pacifico.
"Esattamente! Ormai siamo sulla stessa barca, amico!" Disse Noam.
"E io ho il premio per il miglior scoop giornalistico da ritirare!" Fece presente Lucilla.
"Ragazzi, non è un gioco! Almeno a giudicare dalla sua faccia!" Disse Hermione indispettita da quella mancanza di discernimento.
"Disse colei che a diciassette anni ha mosso guerra a Voldemort senza battere ciglio!" Ribatté Archie.
"Touché" , mormorò Draco.
Hermione lo guardò torva e poi incrociò le braccia al petto.
"Ehm... signori... non ho tutto il giorno." Disse il vecchio mettendo fine alla discussione.
"Vada pure avanti." Fece Noam compiaciuto.

"Io sono un Auror, ma non un Auror normale. Faccio parte di una sezione che lavora per conto del governo, ma nell'ombra. No, non interrompetemi di nuovo! Lavoriamo sotto copertura, e ovviamente O'Sullivan non è il mio vero nome. Probabilmente quello che vedete non è neanche il mio vero aspetto."
"Siete più o meno come gli agenti della CIA?" Chiese Hermione, interrompendolo bruscamente.
Il tono preoccupato con cui aveva pronunciato quelle parole fece voltare verso di lei Archie, Noam e Draco. Solo Lucilla sembrava aver compreso a cosa si riferisse.
"Più o meno, signorina Granger. Il nostro compito principale consiste nell'ottenere e analizzare informazioni provenienti da tutto il mondo, controllare chi entra e chi esce e seguire da vicino le situazioni politiche delle comunità magiche all'estero e intervenire se necessario."
Calò un pesante silenzio.
"Quindi siete intervenuti anche in Inghilterra con Voldemort?" Chiese Hermione, mentre una profonda inquietudine le serrava lo stomaco.
"Abbiamo osservato a lungo l'ascesa di Voldemort, sì. E forse saremmo anche intervenuti se..."
"Se Silente non avesse agito e non avesse affrontato le cose a modo suo", concluse Hermione.
"Esattamente, signorina Granger. Lei sarebbe un ottimo acquisto per la nostra squadra!"
"E Silente? Sapeva di voi?"
"Sì. Lui e la nostra unità sono venuti in contatto all'epoca di Grindelwald. Ci ha dato una grossa mano in quella situazione di emergenza."
Hermione sospirò: Silente si era portato nella tomba così tanti segreti!
"Immagino che sappiate tutto di me, Harry e Ronald Weasley." Disse poi.
"Abbastanza. Non proprio tutto. Siete stati bravi a mantenere nascoste alcune cose: abbiamo dei buchi nella ricostruzione dei fatti, ma non importa. Il Macusa ha deciso di non indagare oltre, per il bene di tutti."
Hermione era certa che quei buchi riguardassero i Doni della Morte: se quegli uomini fossero venuti a sapere che Potter era stato per un breve lasso di tempo il Signore dei Doni della Morte non lo avrebbero lasciato in pace neanche da morto. Silente dopotutto sapeva bene con chi aveva a che fare.
"Ehm... ma che c'entro io con voi?" Draco in realtà aveva iniziato a comprendere dove volesse andare a parare l'uomo, ma non aveva il coraggio di dare voce alle sue intuizioni.
Hermione gli si avvicinò mettendogli una mano sulla spalla: probabilmente anche lei era già arrivata alle sue stesse conclusioni. Avrebbe voluto urlare, ma rimase in silenzio, impassibile.
"Signor Malfoy, ho avuto modo di osservarla da vicino in questi mesi e non credo sia così ingenuo da credere che il Macusa non sappia chi sia realmente."
"No, non lo credo." Si limitò a dire il ragazzo.
"La sua venuta qui non è casuale. Quando il vostro Primo Ministro ha scritto al nostro per perorare la sua causa, in nome di una vecchia amicizia, il Macusa si è lungamente interrogato sull'opportunità della cosa. "
"Non sapevo fosse stato Shacklebolt! Ero convinto che fosse stata Minerva Mcgonagall ad aver mosso i fili giusti." Disse Draco sorpreso.
"Oh certo! La cara Minerva ha fatto tutto ciò che era in suo potere per farla venire qui, tra cui rivolgersi direttamente a Kingsley. Ma non è questo il punto, signor Malfoy. Il punto è che il Macusa ha stretto un accordo con Kingsley."
"Che accordo?" Intervenne Hermione spaventata.
Draco le prese una mano e la strinse forte.
"Alcuni Mangiamorte hanno lasciato il vostro paese e si sono messi in attività qui. Anche noi abbiamo le nostre teste calde, affascinate dalle idee di grandezza di Voldemort. Abbiamo ritenuto di farla venire negli USA per seguire i suoi passi e vedere se ci avrebbero condotti a questi pericolosi maghi che pasticciano con le arti oscure. Vede, signor Malfoy, non tutti erano disponibili a credere al suo pentimento e al suo essersi tenuto ai margini della follia di Voldemort. Il nome delle famiglie Malfoy e Black sono ben noti anche a noi. Non tutti credevano che il nipote di Bellatrix Lastrange fosse disposto a rinnegare tutto ciò che gli era stato insegnato. Così eccola qua."
"Ma il patto?" Chiese Malfoy, livido in volto.
"Kingsley ha giurato sulla sua assoluta buona fede e a acconsentito a farla processare sul suolo americano in caso di colpevolezza."
Hermione lasciò andare un gemito di sorpresa. Kingsley si era preso un grosso rischio per Malfoy. Essere condannati negli USA in alcuni casi, troppi casi, faceva rima con pena di morte.
"Ma perché il nostro Primo Ministro si è esposto così tanto?"
"Perché c'erano fondate paure di un possibile attentato alla sua vita. Signor Malfoy, sua madre non si sposta in continuazione di casa in casa, perché inconsolabile, ma perché ha una taglia sulla testa. Sa troppe cose, capisce? Si è rivelata un'utile spia per il vostro paese in questi mesi."
"Ma..." balbettò Draco, incredulo. Gli sembrava una storia impossibile, ma allo stesso tempo del tutto plausibile. Lasciò la mano di Hermione e si prese la testa tra le mani.
"Draco..." mormorò Hermione, guardando smarrita gli altri tre, che se ne stavano impietriti ai loro posti.
Ma Malfoy rialzò la testa e disse all'uomo, ignorando Hermione: "Per questo mio padre è in una cella di isolamento? A sua protezione? Anche lui sta collaborando, vero?"
"Esattamente, vedo che comincia a capire. La vostra famiglia è troppo importante per l'Inghilterra magica, ancora in subbuglio per i recenti avvenimenti."
"Ma adesso che avete avuto modo di constatare che Draco non ha più nulla a che fare con quella gente, che ne farete di lui? Perché dirgli queste cose? Cosa c'entra con il fatto che siamo finiti in prima pagina?" Fece Hermione esasperata.
"Adesso ho un bersaglio sulla schiena, giusto? E bello grosso anche." Rispose Draco, mesto.
Hermione si portò una mano alla bocca, inorridita.
"Esattamente. Si è purtroppo rivelato perfettamente inutile per i nostri fini signor Malfoy. Non solo non ha cercato di mettersi in contatto con nessun mago oscuro, ma si è comportato in maniera più che perfetta, dimostrando di avere grande intelligenza e potenzialità. Come suo sedicente Capo Ufficio ho avuto modo di apprezzare in un più di una occasione le sue qualità. Abbiamo avuto una flebile speranza che ci conducesse in qualche sordida tana quando ha iniziato ad uscire con Sandra Hopkins: la ragazza sarà anche stupida come una tacchinella ripiena, ma suo padre di certo non lo è visto che non siamo riusciti a coglierlo in fallo. Tuttavia, considerato il modo frettoloso in cui l'ha liquidata, le nostre speranze si sono definitivamente spente. Adesso che la sua faccia e il suo nome sono su tutti i giornali, la sua sicurezza è clamorosamente a rischio e il Macusa non ha nessuna voglia di spendere tempo e galeoni per proteggerla. Quindi se ne dovrà andare." Concluse l'uomo.
Dopo un minuto di silenzio carico di sorpresa e stupore, subito si levò un coro di protesta.
"Ma non potete gettarlo in pasto a chi lo vuole morto! Ma che razza di gente di merda siete!" Protestò vivacemente Archie.
"Non riesco a credere che nel nostro mondo ci sia un'agenzia segreta come nel mondo babbano! Avete una vaga idea delle schifezze che hanno combinato quelli là? Omicidi di Capi di Stato, guerre innescate ad arte, gente rovinata e sparita nel nulla!" Urlò Lucilla indignata.
"Io... non ci posso credere." Fece Noam.
"Oh, signor Goldestain invece lei dovrebbe proprio crederci, visto che la sua famiglia è uno dei nostri maggiori finanziatori!" Rise Luis O'Sullivan.
Noam lo fissò inorridito e sconvolto.

MILLENNIUM BUG - From New York to London and BackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora