Capitolo 26

61 13 66
                                    

                                                                                 
La faccio accomodare sbattendo la porta dietro le mie spalle lei sussulta, ci guardiamo e le inveisco sul viso.

"Cosa cazzo cerchi di fare? Cosa cazzo pretendi?"

"Non pretendo niente, ti voglio nella mia vita" mi risponde con grinta e sicurezza

"E credi che io voglia far parte della tua vita mentre vai a rompere i coglioni a Silvia?" le domando risentito

"Ma chi credi di essere, eh?" esclamo nero di rabbia nei suoi confronti

"Sono Kitty la tua amica di sempre quella dell'orfanotrofio" replica

"Adesso nomini il nomignolo perché ti fa comodo. Tu sei Kristina una persona che non conosco e che non ho intenzione di conoscere" ribatto sincero e l'ho capito poco fà

"Non puoi dire così, ho sbagliato lo riconosco ma noi due siamo legati. Io sono tua e tu sei mio"

La guardo serio mentre le dico:
"Tu sei fuori di testa. Tu non sei mia e io non sono tuo"

Lei mi guarda

"Nicholas ascolta"

Ma fermo le sue parole dicendole con sincerità:
"Io non sono di nessuno, ma se un giorno sarò di qualcuno, lo sarò di Silvia"

Lei sgrana i suoi occhi verdi diventati lucidi.

"Non puoi lasciarmi sola" mi dice a bassa voce

"Se ti senti sola non è colpa mia, posso essere dispiaciuto per te se il tuo amichetto non ti soddisfa ma la mia amicizia finisce qui" le dico con tranquillità

"Non mi aspettavo un comportamento così da te" ribadisce seria

"Neanche io da te" replico serio

"E adesso sei pregata di uscire da questa stanza"

E con indifferenza le apro la porta, lei mi guarda per poi uscire avviandosi all'ascensore.

Marlene mi guarda sorridendo leggermente, prendo due tazze con del caffè e scendo al piano di sotto, busso alla sua porta e appena lei risponde entro dicendole:
"Adesso ci vuole un bel caffè" mostrandole le tazze

Lei sorride spiazzata dalla mia presenza

"Non dovevi sentirti obbligato a portarmelo"

"Non mi ci sento difatti" le rispondo porgendole la tazza mettendomi seduto

Beve un sorso per poi precisare diretta:
"Non so quello che hai sentito Nicholas ma posso immaginarlo"

"Sì proprio quello" dichiaro guardandola

I nostri sguardi sono fissi l'uno nell'altro e devo ammettere a me stesso che il suo sguardo, i suoi occhi azzurri mi mandano il cervello in pappa.

"Sei stata una grande con lei" le dico con sincerità

"E' viva?" mi domanda stuzzicandomi per poi bere

"Sì sì tranquilla è viva, un po' ammaccata ma viva" le rispondo beffardo

"Nicholas" mi rimprovera con dolcezza

La guardo con intensità bevendo il caffè, poso la tazza e le dico serio:
"Penso che a questo punto dovremmo parlare seriamente, non dietro alle nostre battute"

"Le mie prese in giro ti piacciono" ribatte

"Sì mi piacciono e tu mi piaci da morire" le confesso

Lei si alza andando verso la finestra, guardando fuori. La raggiungo e sobbalza quando l'afferro per la vita restandole dietro, sospiro facendomi coraggio.

La notte fa paura (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora