Ci sediamo su delle panche in pietra davanti alla clinica e mi rivolgo con voce dura verso mio padre."Perché?"
Non c'è bisogno che sia più specifico perché mi risponde al volo:
"Perché dovevamo proteggerti""Non volevamo ferirti" dice svelta Laura
"Ma un po' l'avete fatto" dichiaro
"Sì ne siamo consapevoli" mi risponde mia madre
Silvia ci guarda restando in silenzio, le nostre dita sono intrecciate, Antonio fa un sospiro guardandosi attorno per poi iniziare a raccontare:
"Quando Antonella cominciò a frequentare Lorenzo, mio padre nonché tuo nonno iniziò a dare in escandescenza e quando lei rimase incinta la buttò fuori di casa senza batter ciglio. Ho provato a mettermi contro di lui ma tua nonna mi bloccò sul nascere, perché avrebbe perso anche me, non solo sua figlia. Quando poi ho scoperto, dopo vari anni che lui sapeva dei loschi affari di quel bastardo, lì non ci ho visto più, lui stava già ammalandosi e sono rimasto in famiglia per il bene di tua nonna, ma con lui non avevo e non volevo nessun rapporto""Quando hai saputo di me?" gli domando
E qui prende la parola Laura.
"Sapevamo da una lettera che ci aveva fatto avere che eri nato, lei ogni tanto ci scriveva ma senza mettere l'indirizzo e noi non potevamo risponderle. Antonio ha quel punto a iniziato a fare ricerche su ricerche ma Lorenzo aveva fatto perdere ogni traccia di Antonella e tua, facendoci credere che fosse morta di parto ma non ci abbiamo mai creduto. Luigi non poteva avvicinarsi a noi, sembrava che quel demonio avesse occhi dappertutto"
"E' un uomo proprio diabolico" esordisce Silvia
"No è il diavolo in persona" dichiara Antonio
Continua a raccontare che un giorno in azienda si presentò una ragazza con una lettera scritta da Luigi dove spiegava quello che era successo ad Antonella e dove si trovava. Loro erano corsi all'ospedale indicato e da lì hanno ripreso i rapporti con Luigi. Lorenzo non lo teneva più sotto controllo perché per lui Antonella era morta in quel parco e i suoi giri avevano preso altre strade, altre vittime.
Quando poi hanno saputo sempre da Luigi della mia esistenza, si sono prodigati a procedere con l'adozione.
Silvia si stringe a me e io l'abbraccio con affetto, non mi sfugge il sorriso che spunta sulle labbra di Laura.
"Nicholas ti chiediamo scusa per tutto, ma l'abbiamo fatto in buona fede e non vogliamo che tutto questo ti allontani da noi. Sei nostro figlio e ti adoriamo. Non ti vogliamo perdere"
Le parole di mia madre penetrano nella pelle dirette al cuore.
"Tu sei un De Angelis sei degno di esserlo, e lo sarai sempre. Sei il figlio che ho sempre desiderato. Non mi scuserò mai abbastanza, ma spero che tu capisca il mio comportamento"
Guardo mio padre con affetto.
"Non mi perderete" lo rassicuro
"Ma sarà dura da digerire, questo vi deve essere chiaro" specifico diretto
"Nicholas" mi ammonisce Silvia con dolcezza
E a quel punto gli dico:
"Vi voglio bene anch'io, siete i miei genitori e vi devo tanto. Potevo non essere qui se non avevate fatto tutto questo"Loro mi sorridono alzandosi e abbracciandomi e mio padre mi spettina i capelli come faceva mia madre quando ero piccolo.
La domenica ho avuto il permesso dal direttore della clinica di portare fuori mia madre, appena sono entrato nella sua stanza mi ha subito riconosciuto e mi ha detto di essersi messa il vestito buono, apposta per me.
Sono ancora imbarazzato e intimorito con lei perché a volte sembra proprio una bambina.
La rabbia per quello che le ha fatto quella bestia, ribolle nelle vene.
Ma tutto avverrà a suo tempo.
Siamo stati al ristorante, Luigi ha con sé tutto il necessario per un eventuale crisi che, a volte le prendono.
Nel corso della giornata non ha avuto delle crisi vere e proprie, è andata nel pallone quando ad un certo punto mio padre e Luigi si sono allontanati.
Con loro si sente sempre protetta e li riconosce sempre.
Silvia con lei è stata dolcissima, l'ha sempre portata in bagno tutte le volte che ne aveva bisogno, hanno camminato a braccetto ammirando le vetrine mentre passeggiavamo per la cittadina.
Amo quella ragazza, ogni giorno di più.
Oddio cosa ho pensato!
Il problema è che lo penso davvero.
Appena fermo la macchina davanti alla clinica Silvia scende aiutandola, scendo anch'io ma preferisco salutarla fuori da quella stanza, e lo faccio stringendola a me promettendole di tornare a trovarla presto.
Anche se le mie idee sono altre.
Luigi e mio padre la portano in clinica per poi affidarla all' infermiera che si prende cura di lei, ogni giorno.
Sono appoggiato alla macchina quando Silvia mi chiede:
"A cosa stai pensando?""A tante cose e a niente" le rispondo guardando il cielo che si stà scurendo
"E' tutto così strano, assurdo quanto reale" ammetto
"Già" afferma seria
"Eccoci qua ragazzi che vogliamo fare?" domanda mio padre guardandoci
Mi stacco dalla macchina per poi sganciare la bomba che ho in testa da tutto il giorno:
"Domani ci attiviamo per portare mamma a casa"Mi sento quattro paia d'occhi allibiti addosso, e ad un tratto mio padre risponde mettendomi un braccio sulla spalla:
"Sono d'accordo con te figliolo, Antonella deve tornare a casa dalla sua famiglia"E annuendo tutti insieme saliamo in macchina mettendoci in viaggio con la grinta che ci distingue.
Che vogliamo dire se non che Nicholas è stupendo!
Farà bene a portarla a casa?
Hanno fatto bene Antonio e Laura a fare quello che hanno fatto con Nicholas?
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La notte fa paura (Completa)
RomanceL'uomo nero esiste e la notte fa paura, per questo Nicholas De Angelis, famoso uomo d'affari da tutta la vita dorme poche ore a notte, e l'unica cosa che ricorda della sua infanzia prima dell'orfanotrofio dov'è cresciuto è proprio quell'uomo sconosc...