Capitolo 29

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"Signor De Angelis ho novità su sua madre"

I miei occhi si sgranano all'istante rimuovendo tutto quello a cui stavo pensando, e ascolto mentre l'uomo continua a dirmi:
"Sono ancora fuori, devo finire di scoprire altre cose ma volevo che sapesse che la pista che stò seguendo è quella giusta"

Lo ringrazio col cuore che batte forte riattaccando.

Lo sguardo perplesso di Andrea mi penetra il corpo, lo guardo di soppiatto decidendo di raccontargli quello che ho scoperto in quella cartellina e la decisione di assumere un'investigatore, lui mi ascolta fino all'ultima parola.

"Amico mio hai coraggio da vendere, sono orgoglioso di essere tuo amico. Ti appoggio in tutto" mi dice sorridendo

"Non siamo mai entrati in questo argomento ma... immagino che avrete letto la vostra cartellina" domando titubante

Andrea guarda la strada rispondendomi diretto:
"I miei sono morti a quanto pare in un incidente automobilistico e non avendo parenti stretti gli assistenti sociali hanno ricorso al San Matteo"

"Mi dispiace Andrea"

Non so cos'altro dire e lui alza le spalle.

"Tranquillo amico, diciamo che non mi è andato così male, il futuro"

Io annuisco non chiedendo di Lucas perché se vorrà sarà lui a dirmelo.

Rientro nel mio ufficio con Marlene che mi aggiorna sulle telefonate e sull'email da controllare.

Appena rimango da solo il pensiero va alla notizia che ho ricevuto, non riesco a decidere se essere contento oppure se la cosa mi spaventa.

Non so se è ancora viva e se lo fosse cosa dovrei fare.

Scaccio i pensieri buttandomi a leggere tutte l'email segnalate dalla mia segretaria.

Il telefono interno squilla e rispondo riconoscendo il numero:
"Ehi papà vi state divertendo in Sicilia?" domando allegramente

Ma la sua risposta non è quella che mi aspettavo.

"Che cazzo ci sei andato a fare da Lorenzo Bernardini. Ti avevo chiesto di stare lontano da lui. Mi ascolterai una buona volta?"

Il suo tono di voce mi fa sobbalzare dalla poltrona, il mio cervello va diretto alla persona che ho incrociato nell'uscire da quella casa, ed è l'unico che potrebbe averglielo detto.

Con tono risoluto non rispondo ma gli domando:
"Che ci faceva quel tuo amico in quella casa? Chi è veramente Luigi, eh papà?"

Il silenzio regna per alcuni secondi tra noi, e io rincaro la dose:
"Cosa mi nascondi?"

"Porca puttana Nicholas, ci sono cose che non ti riguardano, stanne fuori" sbraita senza darmi altre spiegazioni.

Il mio livello di sopportazione è al limite.

"Sono tuo figlio, cazzo. Quando mi riterrai adulto per sapere tutto della nostra famiglia" ribadisco con irritazione

"Figliolo cerco solo di proteggerti" mi dice con rassegnazione

"Da cosa papà" chiedo abbassando il tono della voce

Lo sento sospirare per poi dirmi:
"Stai lontano da quella casa, da quella famiglia e da quel diavolo"

Non faccio in tempo a rispondergli che lui ha già riattaccato e io sbatto la cornetta incazzato nero.

***

Sono passati tre giorni da quando ho sentito mio padre e stasera rientrano.

Ho ricevuto dall'investigatore un messaggio avvisandomi del suo rientro e che nel tardo pomeriggio mi consegnerà tutto il materiale della ricerca, che è andata a buon fine.

Alle diciotto Marconi entra nel mio ufficio consegnandomi un plico sigillato a dovere.

"Qui c'è tutto il materiale, ho ritenuto opportuno chiuderlo. Quando lo avrà letto mi faccia sapere se ha bisogno di altro. Mi auguro che il mio lavoro sia di suo gradimento"

Gli consegno un'altra busta, lui mi ringrazia e gli dico:
"Sono io che ringrazio lei, sono sicuro che ha fatto un'ottimo lavoro"

"Hai suoi servizi Signor De Angelis" mi saluta ed esce

Guardo e rigiro quel plico tra le mani, lo appoggio sulla scrivania per poi riprenderlo tra le mani.

Un'oppressione mi attanaglia le viscere, mi alzo dopo aver spento il computer, ed esco dall'ufficio non c'è quasi più nessuno in azienda e mi avvio a casa.

Entro avviandomi in camera appoggiando quel plico sul mobile davanti al letto.

Mi preparo qualcosa da mettere sotto i denti, nel mentre accendo la tv cercando di distrarmi, mangio con la testa piena di pensieri.

Metto tutto nella lavastoviglie e torno in camera mettendomi seduto sul letto guardando quel plico rimanendo ad osservarlo fino alle cinque del mattino.

Decido di andare a correre, di solito corro per la Martesana, ma oggi faccio il tratto dalla Darsena al Naviglio Grande e lo faccio per ben due volte andata e ritorno, ritorno e andata.

Sono quasi sotto casa quando mi accorgo di Silvia appoggiata al portone, lei mi sorride e appena le sono davanti lei mi bacia.

"Buongiorno" mi dice staccandosi

"Buondì a te, che sorpresa"

"Mi offri un caffè?" mi chiede guardandomi seria

La faccio entrare e mentre lei si offre di prepararlo io mi fiondo in doccia, ne esco dopo poco e con l'asciugamano in vita entro in camera trovando Silvia intenta ad osservare quella busta arancione, anonima.

"Prima che tu chieda siediti" le impongo serio

"Ecco già la cosa mi preoccupa" esorta anche lei seria

"Nicholas so già che c'è qualcosa in quella busta che ti fa stare male" mi fa presente

Alzo un sopracciglio e lei continua:
"Non guardarmi a quel modo. Ti conosco e ti osservo"

"Lo so" ammetto diretto

In questo preciso momento siamo due persone adulte, due persone che si sono sempre dette tutto.

"Cosa c'è in quella busta, Nicholas" chiede di nuovo

"C'è il mio passato e il mio futuro" dichiaro guardandola

Lei sgrana gli occhi, guarda di nuovo la busta poi torna su di me.

"Non l'hai aperta" precisa

Scuoto la testa infilandomi i pantaloni della tuta e una maglietta.

"Perché?" mi chiede con dolcezza ma timorosa

Mi siedo accanto guardandola nei suoi occhi azzurri

"Per paura" ammetto sospirando

Lei torna con lo sguardo sulla busta.

"Se vuoi possiamo aprirla insieme"

Non dice altro tornando a guardarmi, mi alzo prendo la busta e mi siedo di nuovo accanto a lei, e prima che io l'apra, lei mette le mani sopra le mie dicendomi:
"Quello che ci sarà lì dentro non ti farà un'uomo diverso, come credi tu. Anzi, so che tu diventerai ancora più forte e io sarò fiera di te"

Mi avvicino baciandola con dolcezza, per poi aprire con decisione la busta tirando fuori tutta la documentazione.

Rivelando all'istante il mio certificato di nascita e il nome di mia madre.

Questo Luigi ha chiamato subito Antonio, chi è davvero quest'uomo?

Ma perché il padre di Nicholas è così apprensivo e cosa nasconde verso quel Bernardini?

Siamo arrivati all'apertura della busta...

La notte fa paura (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora