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James era ritornato da Paul e Clare.
Paul era infastidito dalla presenza di James.
Erano tutti in silenzio, l'unico rumore di sottofondo erano le lancette dell'orologio, nessuno fiatò.
La donna aveva coperto qualcosa tra le mani che James non riuscì a vedere.
Il marito aveva chiuso le sue mani attorno a quelle della moglie, guardarono James e attendevano, non sapevano cosa stessero aspettando, ma ebbero questa sensazione.
James prese il cellulare, fece
partire la registrazione della loro conversazione, riconobbero le loro voci e finirono di ascoltare.
Il poliziotto ripose il cellulare in tasca.
<<Allora cosa state nascondendo?>>
I due continuarono sulla difensiva,ci fu qualche minuto di silenzio, dopodiché Paul riprese a parlare dicendo che non potevano avere figli e che solo il pensiero li faceva stare male.
James lo lasciò finire senza interromperlo, Paul finì di parlare.
<<Vi dico io come è andata. State mentendo>>
Il poliziotto continuò.
<<C'è qualcosa che vi turba e questa situazione con la polizia di mezzo vi agita ancora di più >>
fece una piccola pausa, poi continuò.
<<Nel mio mestiere ho incontrato molte persone che mentivano, so riconoscere se a mentire è un criminale che cerca di farla franca o è qualcun che non riesce a reggere una situazione difficile, quindi lo fa per paura o solo per proteggersi>>
Klare che stringeva qualcosa tra le mani allentò la stretta, Paul che fino a poco fa aveva la mascella contratta, distese nervi.
I loro sguardi passarono dal poliziotto
a loro, sospirarono con sguardo arrendevole.
<<La verità è che ...>>
Paul si interruppe, la moglie aprì la mano mostrando l'oggetto che teneva nascosto fino a quel momento.

Era una collana.
James ricordò che i due parlavano di una collana che avrebbero voluto tenerla lontana.
Squillò il cellulare del poliziotto, lui si scusò e rispose, intanto Klare accarezzava delicatamente una parte dell'oggetto e Paul accarezzò le mani della moglie.
Klare poggiò la collana sul palmo della mano del marito.
<<Buttiamola>>
disse ma teneva ancora stretta la catenina. Non era convinta.
Paul si alzò, andò fuori al balcone, strinse forte la collana, stava per lanciarla.
Era calata la notte che aveva dato spazio alle stelle, un leggero venticello fece danzare gli alberi fioriti e scompigliò i capelli di Paul, l'uomo nel fare il gesto del lanciarla, la collana si aprì.
Quella fotografia, quello sguardo gli arrivò dritto al cuore dove si fecero largo i sensi di colpa
Klare uscì anche lei per stargli vicino e lo vide seduto lì fuori con una mano sul viso e l'altra mano stringeva forte a sé la collana che se l'aveva avvicinata al petto, all'altezza del cuore, si accorse della moglie.
<<Non ci riesco>> con gli occhi lucidi. Klare gli posò una mano sulla spalla
<<Ti capisco, non ci sarei riuscita nemmeno io, non volevo uscire perché non volevo vedere che fine avrebbe fatto la collana >>
<<L'interno è prezioso>>
<<Già, è lì che si trova il vero gioiello>>
Rimasero abbracciati in silenzio.
Paul e klare rientrarono in casa, chiusero la porta del balcone, rabbrividirono per l'aria fresca, videro il poliziotto che aveva terminato di parlare al cellulare.
Paul mise la collana aperta sul tavolo mostrando la foto all'interno.
A quel punto James capì perché era così importante quell'oggetto.

Kassy [In corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora